Uva: il frutto ricco di antiossidanti che fa bene a cuore e intestino

Ricca di tannini, vitamine e sali minerali, consumata fresca o sotto forma di succo, l’uva si rivela un valido aiuto per tutti coloro che soffrono di disturbi gastrointestinali, soprattutto stipsi

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Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

Cosa contiene

Coltivata sin dall’antichità e ricca di significati culturali, l’uva è sicuramente la regina della tavola autunnale. Nella sua versione “bianca”, ma soprattutto in quella “nera”, spiccano la presenza di preziose sostanze antiossidanti quali i tannini, ma anche sali minerali (potassio, ferro, fosforo, calcio, manganese, magnesio, iodio, silicio, cloro, arsenico), vitamine A, B e C, e polifenoli.

L’uva vanta proprietà vitalizzanti e antiossidanti, perché combatte i radicali liberi responsabili del deterioramento dei tessuti e del Dna. Con il suo contenuto di acqua biologica e fibre, inoltre, permette di purificare l’intestino e aiutare le persone che soffrono di ritenzione idrica e gotta. 

Di recente si è anche scoperto che, se consumata nella sua varietà nera, risulta un valido aiuto nel trattamento dei principali fattori di rischio dell’aterosclerosi come l’ipertensione, il diabete, l’iperlipidemia e lo stress ossidativo, al punto da poter contribuire a ridurre la mortalità legata ai disturbi cardiovascolari.

100 g di uva contengono circa 60 calorie.

Un valido rimedio contro la stipsi

Tra le virtù riconosciute in ambito terapeutico, quella di protezione nei confronti dell’intestino è sicuramente la più acclarata. La cellulosa e la fibra presenti nell’uva, consumata fresca o sotto forma di succo, risultano utili soprattutto nella cura della stipsi, contribuendo a migliorare il transito. Nella stipsi severa, che di solito risponde in maniera brillante a questo stimolo, si può aggiungere un cucchiaio di miele, che nutre e ne aumenta l’effetto terapeutico.

Rispetto al frutto intero, che stimola la peristalsi intestinale anche per il contenuto in fibre e cellulosa presenti nella buccia, il succo tuttavia ha un’azione più fisiologica e meno irritativa per la mucosa intestinale.

Buona per il microbiota

Un recente studio del King’s College di Londra, inoltre, ha dimostrato che il vino realizzato con uva rossa potrebbe rivelarsi un aiuto per il microbiota intestinale, aumentando la varietà dei batteri che lo abitano. L’effetto – spiegano gli esperti – è visibile anche solo bevendo un bicchiere ogni due settimane.

Uva e reni: l’azione drenante 

Se soffri di ritenzione idrica, è il frutto che dovresti prediligere nella tua dieta poiché riesce a eliminare i liquidi in eccesso presenti nell’organismo. Facilita, inoltre, l’eliminazione dell’acido urico, per cui il suo consumo risulta utile alle persone che soffrono di gotta.

Amica del cuore e del cervello

Mangiare uva fresca da tavola protegge l’organismo anche dalle malattie cardiovascolari. A confermarlo è stata anche una ricerca condotta dal Crea Viticoltura ed Enologia di Turi, in collaborazione con ricercatori dell’Università di Bari, che ha valutato il legame salutare tra l’assunzione prolungata di uva (varietà Autumn Royal, a bacca nera, caratterizzata da un moderato contenuto di zuccheri, all’elevato contenuto di composti polifenolici e di antiossidanti) e i processi di coagulazione e fibrinolisi, responsabili dei disturbi cardiovascolari.

Le analisi del sangue effettuate su un campione di 20 persone all’inizio, alla fine del periodo di assunzione di uva (5g/kg di peso al giorno) e dopo un mese dalla fine dell’assunzione hanno dimostrato innanzitutto che non si è verificato alcun aumento della glicemia né del profilo lipidico, sfatando così un falso mito. Inoltre, l’assunzione prolungata ha anche un effetto anticoagulante perché, aumentando la capacità fibrinolitica del plasma, riduce i meccanismi di formazione dei trombi ed esalta quelli deputati alla loro rimozione.
Negli ultimi anni, gli studi scientifici si sono concentrati anche sul suo effetto sul cervello, rivelando che il frutto può essere utile in diversi modi: dalla riduzione dello stress ossidativo alla promozione di un flusso sanguigno sano, fino al mantenimento di livelli adeguati di una sostanza chimica chiave per la memoria.

Uva rossa e uva bianca: quali differenze

Gli esperti raccomandano l’uso di uva rossa da vino per il maggior potere nutrizionale, rispetto a quella bianca da tavola, e la minore quota di fruttosio, peraltro bilanciata da una più elevata percentuale di tannini.

L’acqua di vegetazione è il patrimonio elettrolitico e vitaminico dell’uva rossa la rendono addirittura paragonabile in termini di potere nutritivo al latte.

Controindicazioni

Per la sua azione lassativa, è un frutto da evitare nei casi di dissenteria. L’alta presenza in zuccheri la rende controindicata in chi soffre di diabete, ma anche di gastrite. Per questo, nella tradizione contadina, non veniva consumata mai da sola fuori pasto, ma sempre associata ad altri alimenti come il pane, in grado di assorbire i succhi gastrici in eccesso. 

La cura dell’uva

In autunno è famosa la cura dell’uva, detta anche ampeloterapia. Consiste nel consumare per qualche giorno uva da vino come unico alimento. Si inizia con mezzo chilo e si arriva fino a 2-2,5 kg al giorno, secondo il grado di tolleranza.

Ricette con l’uva

Con un bel grappolo di uva fresca di circa 300-400 grammi è possibile realizzare la spremuta di succo d’uva, un rimedio utilissimo – come accennato – specialmente se si soffre di stipsi o transito intestinale rallentato. Ottenerne un bicchiere di questa bevanda è semplicissimo: dopo aver lavato bene i chicchi, inserirne poco per volta in uno spremi frutta manuale. Per le sue proprietà, meglio scegliere l’uva rossa da vino e bere il succo appena in breve tempo.

L’uva, inoltre, si posa benissimo con la carne, come in queste due ricette proposte con il coniglio o con la salsiccia. 

Ottimo anche il branzino con l’uva, una preparazione autunnale che prevede il pesce leggermente infarinato e cotto, in un primo momento, in una padella solo con del burro. In seguito verrà fatto sfumare del vino e si concluderà la cottura con l’aggiunta di panna ed erba cipollina.

L’uva, infine, si rivela ingrediente ideale anche per una versione diversa della meringata, come nella meringata all’uva.