Esistono i neuroni che spengono la fame e quali cibi li stimolano?

Gli scienziati hanno individuato un gruppo di neuroni che aiutano a spegnere la fame. Ecco quali sono i cibi che li attivano e aiutano nella gestione della fame e quindi del peso corporeo.

Foto di Biagio Flavietti

Biagio Flavietti

Farmacista e nutrizionista

Farmacista e nutrizionista, gestisce dal 2017 una pagina di divulgazione scientifica. Appassionato di scrittura ed editoria, lavora come Web Content Editor per alcune realtà del settore farmaceutico e nutrizionale.

Buone notizie per chi è perennemente a dieta e in lotta con la bilancia. Alcuni scienziati hanno infatti individuato i neuroni che controllano l’appetito. Sono stati soprannominati “taniciti” e producono una sensazione di sazietà ogni volta che avvertono la presenza di alcune molecole. Per gli esperti, si tratta di alcuni neuroni che si attiverebbero solamente entrando in contatto con l’arginina e la lisina che si trovano in alcuni cibi. La sensazione di fame è regolata da complessi meccanismi nel nostro corpo, compresi i neuroni che sono responsabili di segnalare al cervello quando è il momento di mangiare e quando è il momento di smettere. In questo articolo, esploreremo il ruolo dei neuroni che spengono la fame, come funzionano e quali alimenti possono aiutare a stimolarli e attivarli, promuovendo una gestione sana dell’appetito e del peso corporeo.

L’intuizione dei neuroni blocca fame

La scoperta è arrivata in seguito ad uno studio effettuato dall’università di Warwick e apparso sulla rivista “Molecular Metabolism” e suggerisce che, prediligendo alcuni alimenti che sono particolarmente ricchi di lisina e arginina, si potrebbe favorire il senso di sazietà. In questo caso chi vuole sentirsi “pieno” dovrebbe mangiare cibi come il merluzzo, le albicocche, l’avocado, le mandorle o le lenticchie. Non solo: gli studiosi sono convinti che in futuro si potrà trovare un modo per attivare dall’esterno questi neuroni, spegnendo e accendendo il senso di sazietà, per favorire il dimagrimento rapido di una persona. Ma cosa sono i taniciti? Si tratta di un gruppo di neuroni, situati nell’ipotalamo, una zona del cervello già studiata dagli scienziati, perché legata al controllo del peso, all’appetito e al metabolismo.

Sulla superficie dei taniciti sono presenti dei recettori particolari per gli amminoacidi, gli stessi che sono situati sulla lingua e sulle papille gustative e che servono a sentire il famoso gusto “umami”, ossia quello degli amminoacidi. Durante gli esperimenti in laboratorio gli esperti hanno scoperto che, quando i neuroni entrano in contatto con gli amminoacidi, soprattutto arginina e lisina, si attivano, trasmettendo all’ipotalamo un messaggio che indica sazietà. Ciò significa non solo che i taniciti potrebbero aiutare a trovare una nuova terapia “spezza-fame”, ma anche che consumando soprattutto alimenti ricchi di arginina e lisina si può sconfiggere la voglia di mangiare e dimagrire senza troppe sofferenze e ansie.

Neuroni che spengono la fame: come funzionano?

I neuroni che spengono la fame sono una classe di cellule nervose nel cervello che sono coinvolte nella regolazione dell’appetito e della sazietà. Questi neuroni rilasciano sostanze chimiche chiamate neuropeptidi che inibiscono l’appetito e promuovono una sensazione di sazietà. Due dei neuropeptidi chiave coinvolti in questo processo sono la leptina e la melanocortina.

  • Leptina: la leptina è un ormone prodotto dal tessuto adiposo che agisce sul cervello per segnalare la sazietà. Nei neuroni che spengono la fame, la leptina aiuta a inibire la produzione di neuropeptidi che stimolano l’appetito, contribuendo così a ridurre la fame.
  • Melanocortina: le melanocortine sono una famiglia di neuropeptidi che agiscono sul sistema nervoso centrale per regolare l’appetito. Gli studi suggeriscono che le melanocortine possono aiutare a sopprimere l’appetito e promuovere una sensazione di sazietà.

Cos’è il circolo “fame-sazietà”?

Il circolo fame-sazietà è un complesso processo fisiologico che regola quando abbiamo fame e quando ci sentiamo sazi dopo aver mangiato. Funziona attraverso una serie di segnali chimici che vengono scambiati tra il cervello, il tratto digestivo e il sistema nervoso periferico. Ecco una spiegazione dettagliata ma semplice di come funziona questo importante circolo:

  1. Segnali di fame: quando il nostro corpo ha bisogno di energia, invia segnali al cervello per comunicare la fame. Questi segnali possono essere influenzati da vari fattori, tra cui il livello di glucosio nel sangue (glicemia), la produzione di ormoni della fame come la grelina e il livello di leptina, un ormone che regola l’appetito e il metabolismo. Quando i livelli di glucosio nel sangue diminuiscono, il nostro corpo può iniziare a produrre più grelina, che stimola la fame, mentre la leptina, che normalmente riduce la fame, può diminuire. Anche il glucagone secreto dal pancreas è importante per aumentare i livelli di glucosio nel sangue, in caso di carenza, e aiuta a portare zuccheri a tutte le cellule (comprese i neuroni).
  2. Segnali di sazietà: una volta che iniziamo a mangiare, il nostro tratto digestivo inizia a lavorare per digerire il cibo e invia segnali al cervello per segnalare che stiamo mangiando e che ci stiamo riempiendo. Questi segnali includono l’aumento dei livelli di alcuni ormoni, come il peptide YY (PYY) e il glucagone-like peptide 1 (GLP-1), che sono coinvolti nella regolazione dell’appetito e della sazietà. Inoltre, il nostro stomaco si espande fisicamente durante il pasto, inviando segnali di distensione meccanica al cervello che contribuiscono a farci sentire pieni. Questo è alla base di alcuni trucchetti che vengono messe in campo per ingannare la mente, come bere 2 bicchieri d’acqua e importanti porzioni di verdura, prima di sedersi a tavola.
  3. Comunicazione con il cervello: il cervello è il centro di comando del nostro corpo e coordina i segnali di fame e sazietà provenienti dal tratto digestivo e dagli ormoni. Le informazioni vengono elaborate nelle aree del cervello coinvolte nella regolazione dell’appetito, come l’ipotalamo. Qui, vengono prese decisioni su quando iniziare a mangiare e quando smettere, basate sui segnali chimici che arrivano da tutto il corpo.
  4. Risposta al cibo: dopo aver mangiato, il nostro corpo inizia a digerire il cibo e a utilizzare i nutrienti per produrre energia e supportare le funzioni vitali. Se mangiamo abbastanza per soddisfare le nostre esigenze energetiche, i livelli di glucosio nel sangue si stabilizzano e i segnali di sazietà continuano a essere inviati al cervello, facendoci sentire pieni e soddisfatti.

In breve, il circolo fame-sazietà è un processo complesso che coinvolge una serie di segnali chimici e fisici che comunicano tra il nostro cervello e il nostro tratto digestivo per regolare quando mangiamo e quanto mangiamo. È importante ascoltare i segnali del nostro corpo e rispondere a essi mangiando in modo sano e bilanciato, soddisfacendo le nostre esigenze energetiche senza eccessi.

Alimenti che stimolano i neuroni che spengono la fame:

Una dieta ricca di determinati nutrienti può aiutare a stimolare e attivare i neuroni che spengono la fame, promuovendo una gestione sana dell’appetito e del peso corporeo. Alcuni alimenti che possono svolgere questo ruolo includono:

  1. Proteine magre: le proteine magre, come il pollo, il pesce, le uova e i latticini magri, sono ricche di aminoacidi che possono stimolare la produzione di leptina e promuovere una sensazione di sazietà.
  2. Fibre alimentari: le fibre alimentari, presenti in alimenti come frutta, verdura, legumi e cereali integrali, possono rallentare la digestione e promuovere una sensazione di sazietà più duratura.
  3. Grassi sani: i grassi sani, come quelli presenti negli oli vegetali, nelle noci, nelle semi e negli avocado, possono aiutare a regolare la produzione di leptina e promuovere una sensazione di sazietà.
  4. Alimenti ricchi di acqua: alimenti ad alto contenuto di acqua, come zuppe, brodi, frutta e verdura fresca, possono aiutare a riempire lo stomaco e promuovere una sensazione di sazietà senza aggiungere troppe calorie.

Obesità e resistenza alla leptina:

La resistenza alla leptina è un fenomeno che si verifica quando il cervello non risponde adeguatamente agli effetti della leptina, un ormone prodotto dal tessuto adiposo che regola l’appetito e il metabolismo. Questo fenomeno può contribuire allo sviluppo dell’obesità e può rendere più difficile per le persone perdere peso. Ecco una spiegazione dettagliata:

  1. Come funziona la Leptina: la leptina è un ormone prodotto principalmente dal tessuto adiposo (il grasso corporeo) e agisce sul cervello per regolare l’appetito, il metabolismo energetico e il deposito di grasso nel corpo. La sua funzione principale è quella di segnalare al cervello che il corpo ha abbastanza energia immagazzinata e che non è necessario mangiare di più.
  2. Resistenza alla leptina: tuttavia, in alcuni individui obesi, nonostante livelli elevati di leptina nel sangue, il cervello non risponde adeguatamente a questi segnali di sazietà. Questo stato di “resistenza alla leptina” può derivare da diversi fattori, tra cui l’infiammazione cronica, alterazioni genetiche e l’eccesso di grasso corporeo.
  3. Effetti della leptino-resistenza: quando il cervello diventa resistente alla leptina, può interpretare erroneamente che il corpo ha bisogno di più energia e aumentare l’appetito, riducendo al contempo il metabolismo per conservare energia. Questo può portare a un aumento del consumo di cibo e alla difficoltà nel perdere peso. Inoltre, la resistenza alla leptina può contribuire a uno stato di infiammazione cronica nel corpo, che è associato a numerose condizioni di salute, tra cui obesità, diabete di tipo 2 e malattie cardiache.
  4. Cause della resistenza alla leptina: le cause esatte della resistenza alla leptina non sono completamente comprese, ma si pensa che siano influenzate da una combinazione di fattori genetici, ambientali e comportamentali. L’eccesso di grasso corporeo è spesso associato alla resistenza alla leptina, poiché l’accumulo di grasso può interferire con il normale funzionamento dei recettori della leptina nel cervello.
  5. Gestione della resistenza alla leptina: alcune strategie possono aiutare a migliorare la sensibilità alla leptina e a promuovere la perdita di peso. Queste includono l’adozione di una dieta sana ed equilibrata, l’esercizio fisico regolare, il controllo dello stress e il mantenimento di un peso corporeo sano. In alcuni casi, potrebbero essere prescritti farmaci o terapie specifiche per aiutare a gestire la resistenza alla leptina.

Conclusioni:

I neuroni che spengono la fame svolgono un ruolo cruciale nella regolazione dell’appetito e della sazietà. Una dieta equilibrata, ricca di proteine magre, fibre alimentari, grassi sani e alimenti ricchi di acqua, può aiutare a stimolare e attivare questi neuroni, promuovendo una gestione sana dell’appetito e del peso corporeo. Integrando questi alimenti nella propria dieta quotidiana, puoi supportare la salute e il benessere generale. Prima di effettuare modifiche significative della propria alimentazione o del proprio stile di vita, è bene consultare un nutrizionista o un dietologo.

 

Fonti bibliografiche:

-Wittkowski W. Tanycytes and pituicytes: morphological and functional aspects of neuroglial interaction. Microsc Res Tech. 1998 Apr 1;41(1):29-42. doi: 10.1002/(SICI)1097-0029(19980401)41:1<29::AID-JEMT4>3.0.CO;2-P. PMID: 9550135.

Harvard T.H. Chan School of Public Health. “Diet Review: Ketogenic Diet for Weight Loss”, hsph.harvard.edu