Giuggiole: caratteri nutrizionali e benefici di un frutto raro e dimenticato

La maturazione delle giuggiole avviene nel primo autunno (settembre-ottobre), quando la polpa di colore biancastro diventa dolce e acidula allo stesso tempo

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Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

Cosa contengono

Le giuggiole mature hanno un’interessante composizione nutrizionale: per ogni 100 grammi apportano 78-80 kcal e contengono acqua per l’81%, proteine per lo 0,8%, grassi per lo 0,1%, carboidrati per il 5,8%, minerali (calcio, fosforo, ferro, sodio, potassio, magnesio, zinco, rame e manganese) per lo 0,4% e fibre per lo 0,6%. 

Il frutto della giuggiola è anche ricco di vitamine e minerali. Contiene ben 20 volte in più di vitamina C (fino a 700 mg per 100 g di polpa) rispetto a qualsiasi tipo di agrumi, ed è fonte di vitamine del complesso B, come la vitamina B1, B2 e B6, oltre ad acidi organici diversi (linoleico, stearico, miristico, arachico o arachidico, ecc.), tannini, flavonoidi e altri polifenoli.

Proprietà

I frutti, dal sapore estremamente saporito, aiutano il metabolismo, aumentano la resistenza e la forza muscolare. 

Nella medicina popolare trovano applicazione nei disturbi nervosi, in particolare nei casi di irritabilità, ansietà, palpitazioni e insonnia. Tali indicazioni trovano conferma in recenti studi scientifici, i quali hanno messo in evidenza come l’azione sinergica di alcuni componenti presenti nelle giuggiole, agisca, senza significativi effetti collaterali, diminuendo l’attività di alcuni neurotrasmettitori del sistema nervoso centrale, con una conseguente azione miorilassante e blandamente ansiolitica e ipnotica. 

Recenti studi hanno dimostrato che la giuggiola può migliorare anche la funzione immunitaria e i processi di riparazione cellulare (azione antiossidante che contrasta gli effetti negativi dei radicali liberi). Inoltre riduce il colesterolo (LDL) e i trigliceridi, migliorando la funzionalità cardiocircolatoria. 

I frutti secchi vengono utilizzati nella perdita di appetito, per curare faringiti, diarrea, bronchiti, anemia. In più, la presenza di mucillagini e composti antrachinonici, aiutano a contrastare la stipsi.

Nell’ambito della fitoterapia, le giuggiole sono apprezzate per le loro proprietà bechiche, rinforzanti le difese immunitarie, antiossidanti, emollienti e sedative. In antichità, dal decotto di giuggiole, datteri, uva e fichi secchi si preparava uno sciroppo che veniva somministrato come rimedio per le malattie respiratorie (tosse, raucedini e infezioni varie).

Ricette

Le giuggiole possono essere consumate crude, ma i loro benefici vengono potenziati se vengono elaborate attraverso la bollitura, cottura, stufatura o essiccazione.

In cucina rappresentano un ingrediente ideale per preparare deliziose confetture o aromatizzare grappe. Si possono preparare sotto spirito oppure essere utilizzate per la realizzazione di torte e biscotti, come gli zaleti (o zaeti, o zaletti) di giuggiole, biscotti secchi della tradizione veneta. 

Ottimo è il raro miele di giuggiolo, ottenuto per il fatto che le piante di giuggiolo sono molto visitate dalle api. 

Con le giuggiole, infine, è possibile preparare un infuso, ottenendo una bevanda molto calmante e rilassante. Questo è il motivo per cui le erboristerie cinesi prescrivono il tè di giuggiole ai pazienti che soffrono di disturbi d’ansia e del sonno. 

Cosa significa “andare in brodo di giuggiole”

L’espressione “andare in brodo di giuggiole”, utilizzata come metafora per descrivere uno stato di piena soddisfazione fisica e psicologica, è legata al gradevole sapore di un liquore di colore rosso, già conosciuto ai tempi di Erodoto, ottenuto facendo bollire nel vino rosso i frutti di questa pianta (la ricetta tradizionale prevede l’aggiunta al decotto di una giusta proporzione di mele cotogne, uva bianca e buccia di limone).