Prugne e susine: buone non solo per combattere la stipsi

Prugne e susine sono lo stesso frutto. Oltre a fare bene all’intestino, migliorano acne e psoriasi. Alleate contro il diabete, risultano utili persino contro l’asma

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Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

Cosa contengono

Dal punto di vista nutrizionale, 100 g di prugne o susine corrispondono a 89 g di parte edibile, apportano solo 36 kcal, insieme a 88 g di acqua, 0,5 g di proteine, 0,1 g di grassi, 8.9 g di zuccheri, 2,1 g di fibra, 2 mg di sodio, 190 mg di potassio, 13 mg di calcio, 0.2 mg di ferro, oltre a vitamine A, B1, B12 e C.

L’apporto calorico passa a 220 kcal/100 g di prodotto per le prugne secche, con ovvia concentrazione dei vari componenti esposti per quelle fresche. 

Benefici 

La caratteristica più nota delle prugne, fresche o secche, è sicuramente la loro proprietà lassativa, che contribuisce a contrastare il transito rallentato e la stipsi. Questo effetto sembrerebbe dovuto all’azione combinata di xilolo e maltosio, associati al magnesio sotto forma di magnesio-ammonio-fosfato.

Si rivelano inoltre utili per sostenere la funzionalità epatica attraverso una maggiore e agevolata produzione di bile.

Con il loro contenuto in zuccheri, vitamine e sali minerali, rappresentano poi un aiuto contro la stanchezza, svolgendo una vera e propria azione vitalizzante ed energizzante. Sono, inoltre, diuretiche e disintossicanti.

Un uso frequente delle prugne durante il periodo di prodotto fresco (estate) e di quelle secche in fuori stagione apporta anche grandi benefici alla pelle, proteggendola dall’invecchiamento precoce grazie ai loro antiossidanti, dalle rughe e dall’acne. Dalla buccia della prugna è stato inoltre recentemente scoperto un composto davvero promettente che potrebbe aiutare nella lotta alla psoriasi. Secondo quanto riferito in una ricerca pubblicata sulla rivista Science Translational Medicine, si tratta della cianidina, una molecola presente anche nei frutti di bosco che ha dimostrato di avere un’azione antinfiammatoria specifica senza precedenti. In studi su topolini la cianidina si è dimostrata capace di curare la psoriasi e anche l’asma grave non curabile con i farmaci glucocorticosteroidi.

Di recente, una ricerca pubblicata sul British Medical Journal ha evidenziato inoltre che aumentare il consumo di prugne secche potrebbe aiutare a ridurre del 18% il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Lo studio, pubblicato tre mesi dopo la conferma da parte dell’Efsa (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) che 100 g di prugne della California al giorno contribuiscono al mantenimento delle normali funzioni intestinali, sostiene che “c’è una differenza significativa nella relazione tra i diversi frutti e il rischio di diabete di tipo 2”.

Un aiuto contro il cambiamento climatico

Prugne e susine, insieme alle pesche, potrebbero poi aiutare a combattere il cambiamento climatico riducendo della metà il consumo di acqua di irrigazione: a confermarlo sono le ricerche svolte sul campo da Apo Conerpo, che detiene la leadership tra le organizzazioni di produttori ortofrutticoli d’Europa. 

Grazie alle buone pratiche agronomiche promosse – si spiega – è possibile produrre frutta estiva di alta qualità utilizzando fino al 50% di acqua in meno, contenendo la spesa energetica per i carburanti, riducendo del 60% l’anidride carbonica prodotta dal processo di coltivazione e, immobilizzando centinaia di migliaia di tonnellate di CO2.
Come si legge sul sito dell’Ansa, “A torto la frutticoltura – ha commentato Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo – è sempre più spesso additata come una causa del problema, accusata di sprecare acqua, di inquinare l’ambiente con i fitofarmaci e di impoverire la terra. Da oltre 20 anni Apo Conerpo utilizza il modello della produzione integrata, un insieme di pratiche agronomiche che consente di ridurre e razionalizzare l’impiego di mezzi chimici, applicare metodi a basso impatto ambientale e al contempo ottenere prodotti di elevata qualità. Oggi nei frutteti vengono messe in opera tecniche specifiche che permettono di essere ancora più virtuosi sul fronte del risparmio idrico e della riduzione delle emissioni di gas clima-alteranti, risparmiando nel contempo energia, carburante e fitofarmaci. Le drupacee, pesche, nettarine, albicocche e susine, rappresentano un ottimo esempio dei risultati di questo impegno”, ha spiegato l’esperto.

Varietà 

Esiste una notevole varietà di prugne e susine. Quelle di colore violaceo si distinguono per la presenza di antociani; in quelle di colore verde e giallo prevalgono invece sostanze della famiglia dei flavonoidi e dei beta-caroteni.

Controindicazioni

Poiché sono fonti di ossalati, è bene sapere che prugne e susine sono controindicate nelle calcolosi renali. Inoltre, chi soffre di sindrome del colon irritabile, gastrite e dissenteria dovrebbe astenersi dal loro consumo.

Ricette

Oltre che per preparare ottime confetture alle prugne, in cucina questi deliziosi frutti si rivelano dei condimenti ideali per secondi piatti a base di carne. Ad esempio, in Belgio è famoso il coniglio con le prugne, una saporita ricetta che si prepara con una salsetta dolce a base di prugne e uvetta che andranno a cuocere insieme al coniglio infarinato e messo in una casseruola con burro, cipolla e aromi.

In autunno, la tacchinella ripiena con prugne e castagne è una ricetta perfetta che porta in tavola il dolce sapore delle castagne e quello fresco delle prugne. Un piatto ricco e gustoso in grado di dare un sapore diverso alla nostra tavola, da tenere in considerazione persino durante le feste.

A molti piacciono anche le prugne con il bacon, ottime alternative per uno sfizioso aperitivo o antipasto. Per questa ricetta è però necessario usare prugne secche, che possono essere realizzate in maniera semplice anche in casa: bisogna innanzitutto lavare con cura i frutti per poi farli scaldare un paio di minuti in pentola. A seguire, va rimosso il nocciolo, quindi si può optare per l’essiccazione naturale – che dura diverse ore – oppure per la più pratica cottura in forno. Ecco tutti i passaggi della ricetta.