Albero di arancio in vaso, come curarlo e quanto tempo ci vuole per farlo crescere

Avete mai provato a coltivare una pianta d'arancio in vaso? Ecco tutti i consigli per vederlo crescere rigoglioso e avere un buon raccolto

Foto di Giulia Sbaffi

Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Quando non è in giro o al pc, riempie di coccole i suoi amati gatti.

L’arancia è uno dei frutti invernali per eccellenza: ricca di vitamina C, è l’ideale per fare il pieno di energia e rafforzare il sistema immunitario, così da combattere più efficacemente i malanni di stagione. Se amate il suo sapore e vorreste averne sempre qualcuna a portata di mano, potete optare per una pianta di arancio in vaso. Basta un piccolo spazio all’aperto per coltivare un alberello, che vi regalerà non solo una bellissima fioritura primaverile, ma anche tanti frutti succosi da utilizzare in cucina. Vediamo come fare.

Arancio, le caratteristiche della pianta

L’arancio (Citrus sinensis) è una pianta da frutto appartenente alla famiglia delle Rutacee ed è uno degli alberi di agrumi più diffuso in Italia, assieme al limone. Nasce in Cina e nel sud-est asiatico dall’incrocio tra il pomelo e il mandarino, circa 4.000 anni fa: si diffonde poi in tutta Europa nel corso del XV secolo, anche se pare che in Sicilia sia arrivato molto prima. Oggi viene coltivato soprattutto nelle regioni mediterranee, dove il clima è più adatto allo sviluppo di questa pianta, che ha bisogno di tanto sole e temperature piuttosto calde.

L’albero dell’arancio può raggiungere un’altezza di ben 12 metri e avere il fusto particolarmente robusto. Le sue foglie sono allungate e carnose, e in primavera dà vita ad una splendida fioritura bianca molto profumata. Il frutto è l’arancia, che ha una buccia spessa e rugosa che protegge una polpa più chiara (ad eccezione delle varietà rosse), molto succosa e dolce. Ne esistono tantissime cultivar, ciascuna con le sue caratteristiche. Generalmente, tuttavia, il periodo di fruttificazione è l’inverno: le arance si raccolgono da novembre sino all’inizio della primavera, con alcune specie che possono continuare a produrre sino a maggio o giugno.

Come piantare l’arancio

Per coltivare un arancio non c’è bisogno di avere un grande giardino: questa pianta, proprio come il limone, si adatta bene anche a crescere in vaso, naturalmente raggiungendo dimensioni molto più ridotte. Potete dunque cimentarvi in questa piccola impresa di giardinaggio per avere qualche arancia buonissima e a km zero, con vostra grande soddisfazione. Come fare? Innanzitutto, procuratevi tutto il materiale di cui avrete bisogno. Vi servirà un vaso (preferibilmente in terracotta) riempito con uno strato di sassolini, del terriccio per agrumi mescolato con sabbia e ghiaia per un corretto drenaggio e dei fondi di caffè per rendere l’habitat più acido.

Per ottenere un seme d’arancio, potete semplicemente prenderlo da un frutto e lavarlo bene sotto acqua corrente, per eliminare ogni residuo di polpa. Quindi lasciatelo a bagno per circa 24 ore per ammorbidire la sua buccia e, aiutandovi con un coltellino, incidete la pellicina esterna per “sbucciare” il seme. A questo punto, per facilitare la germinazione, potete usare una delle tecniche veloci come quella che prevede di tenere il seme in carta assorbente bagnata, fin quando non compariranno i primi germogli. Passati circa 10 giorni, potete piantare il seme ormai germogliato nel terriccio, a circa due o tre cm di profondità.

Naturalmente, potete evitare tutti questi passaggi acquistando una piantina d’arancio già cresciuta e mettendola semplicemente a dimora in un nuovo vaso, riempito come abbiamo già visto sopra. La pianta va poi esposta in un punto ben assolato e riparato dal vento, avendo accortezza di spostarlo in un luogo coperto quando le temperature si fanno più fredde. L’arancio ha infatti bisogno di molto sole e di un clima abbastanza caldo: d’inverno, non appena si arriva sotto i 10°C, è bene sistemare il vaso in casa o in una serra non riscaldata.

Come coltivare l’arancio

Una volta piantato il vostro arancio, dovrete iniziare a prendervene cura per farlo crescere. Generalmente, l’albero richiede almeno 3 o 4 anni dalla semina prima di cominciare a dare i suoi frutti, anche se ci sono alcune varietà che impiegano molto più tempo. Intanto, dovrete fare attenzione all’irrigazione della pianta, alla concimazione e alla potatura. Seguendo alcuni semplici consigli, potrete avere un albero rigoglioso e in grado di darvi un raccolto soddisfacente. Ecco come fare.

L’irrigazione

La pianta d’arancio ha un fabbisogno idrico abbastanza importante, ma è sempre bene non esagerare. Annaffiatela con regolarità, facendo attenzione che il terriccio sia quasi asciutto tra un’irrigazione e l’altra. In inverno potrete diradare i tempi, mentre in estate – soprattutto nei periodi di siccità – dovrete bagnare il terreno quotidianamente. Meglio, in quest’ultimo caso, farlo al tramonto per non rischiare che l’acqua evapori in fretta al sole. Evitate i ristagni idrici, che sono pericolosi per le radici (potrebbero farle marcire).

La concimazione

La coltivazione dell’arancio, soprattutto se avviene in vaso, richiede frequenti interventi di concimazione. Questa pianta ha infatti bisogno di molte sostanze nutritive, e il poco terriccio a disposizione le esaurisce in fretta. Utilizzate regolarmente del compost o dei concimi specifici per agrumi, che abbiano un contenuto importante di azoto, fosforo e potassio. Potete scegliere fertilizzanti granulari, che rilasciano le sostanze nutritive per un periodo di tempo più lungo, o dei concimi liquidi da diluire nell’acqua di irrigazione: questi ultimi vanno usati ogni 15 giorni, nella stagione compresa tra aprile e novembre.

La potatura

Al contrario di una pianta coltivata nell’orto, l’arancio in vaso non ha bisogno di molti interventi di potatura. La sua crescita è infatti ridotta, tuttavia servono alcuni tagli per favorire la sua salute e far sì che dia un raccolto migliore. Nei primi anni, la pianta va potata solamente per darle la giusta forma. Quando invece inizia a fruttificare, si passa alla potatura di produzione. In questo caso, oltre ad eliminare i rami che escono dalla chioma dell’albero, occorre rimuovere le parti secche, ormai improduttive, e quelle che sottraggono preziose risorse al resto della pianta.

Sfoltire un po’ i rami serve infatti a far sì che l’albero abbia più luce e aria, ma anche che l’acqua e le sostanze nutritive si concentrino sulle parti produttive. Questa operazione andrebbe effettuata verso la fine della primavera o l’inizio dell’estate, meglio ancora se ad anni alterni. In questo modo eviterete che la pianta subisca i danni del freddo lungo le cicatrici lasciate dai tagli, ovvero le parti più “delicate”, che possono facilmente infettarsi e contribuire alla morte dell’albero.