Mary Poppins “vietato ai minori di 12 anni”, succede in Gran Bretagna. Il caso

È cambiata la classificazione per il film, l'indicazione è che i minori di 12 anni non siano soli. Le ragioni della decisione

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Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

Abbiamo sognato tutti noi di avere una tata un po’ magica, bellissima e dalla borsa con una capienza incredibile. Abbiamo tutti sognato Mary Poppins, cantato con lei, viaggiato sulle ali della fantasia grazie a lei.

Perché il film Disney uscito nel 1964 (sì, sono già passati 60 anni) è un grande classico dell’infanzia che ha accompagnato intere generazioni di bambini, un cult, da vedere e rivedere, magari per imparare a memoria le canzoni, oppure per sfidarsi a dire – nella maniera più veloce possibile – supercalifragilistichespiralidoso. Insomma, uno di quei film che fanno parte dell’infanzia di tutti.

E che ora, a 60 anni dall’uscita, in Gran Bretagna diventa vietato ai minori di 12 anni non accompagnati da un adulto. Una decisione che è stata presa dal British Board of Film Classification.

Mary Poppins, perché la nuova classificazione e il divieto ai minori

Mary Poppins non è più per tutti: a deciderlo il British Board of Film Classification che ha stabilito di modificare la sua classificazione. Se prima era “U”, ovvero “universal” (universale: per tutti), ora è diventato “PG“, sigla di “parental guidance” (che prevede la presenza di un adulto per un minore di 12 anni).

La pellicola è uscita nelle sale cinematografiche nel 1964 ed è un vero e proprio classico dei film per tutta la famiglia, con protagonista Julie Andrews nei panni di una tata molto speciale che arriva nella famiglia Banks per assistere i due figli Jane e Michael

Ma come è possibile che il film che ha accompagnato l’infanzia di tutti noi, sia improvvisamente e dopo 60 anni dalla sua uscita diventato “vietato”?

A finire sotto la lente, come riporta Rai News, il fatto contenga un “linguaggio discriminatorio”. Da qui la necessità che i bambini lo vedano con un adulto accanto.

Quale parola è finita nel mirino

No, non si tratta di spazzacamino e neppure dello scioglilingua supercalifragilistichespiralidoso: a finire nel mirino è stata una parola ben specifica. Si tratta di ottentotti, utilizzato due volte per riferirsi proprio agli spazzacamini e al loro volto sporco di fuliggine. Il termine, infatti, era stato ideato dai coloni Olandesi per riferirsi a una popolazione della zona meridionale del continente africano. Un termine considerato offensivo e di cui la Bbfc ha dichiarato che “supera le nostre linee guida”.

Come riporta La Repubblica un portavoce del British Board of Film Classification ha dichiarato:”Recentemente, il film ci è stato ripresentato nel febbraio 2024 per un’altra riedizione nelle sale, e lo abbiamo riclassificato ‘PG’ per il linguaggio discriminatorio. Sebbene Mary Poppins abbia un contesto storico, l’uso di un linguaggio discriminatorio non è condannato e, in definitiva, supera le nostre linee guida per il linguaggio accettabile in ‘U’. Abbiamo quindi classificato il film ‘PG’ per il linguaggio discriminatorio”.

Si tratta quindi di un termine bandito e offensivo, che andrebbe spiegato ai bambini affinché non lo ripetano.

Quello di Mary Poppins non è neppure il primo caso. A finire sotto la lente sono stati anche i romanzi; ad esempio, quelli di Roald Dahl e di Agatha Christie. In entrambi i casi con la volontà di sistemare quei termini che oggi potrebbero risultare offensivi.

E quindi via libera alla visione di Mary Poppins ma, almeno secondo le linee guida inglesi, sotto i 12 anni ne è consigliata la visione accompagnati da un adulto.