Non riuscite a staccarvi dai social? Potreste soffrire di Internet Addiction Disorder

Cos’è la dipendenza da internet? Perché e come si manifesta, e in che modo può essere affrontata? Ce lo spiega la psicologa

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Miriam Tagini

Giornalista e Lifestyle Editor

Giornalista pubblicista, in passato ha lavorato come web editor, content creator e social media manager. È bilingue e collabora con testate online nazionali e magazine internazionali. Per DiLei scrive di Lifestyle nella sezione GirlZ.

Internet, nella forma dei social e di app di messaggistica istantanea, ci ha permesso di avere accesso a milioni di informazioni e comunicare istantaneamente, abbattendo le barriere geografiche e rendendo il mondo più interconnesso che mai. Tuttavia, oltre ad aprire la strada a un universo di opportunità e connessioni globali, questa crescente connettività ha contribuito anche a far emergere nuovi rischi, insidie e dipendenze.

Tra queste c’è la dipendenza da Internet, una dipendenza comportamentale legata all’uso eccessivo della rete, che può compromettere il benessere psicofisico di chi ne soffre. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Dipendenza da internet: che cos’è?

La dipendenza da internet, anche nota come Internet Addiction Disorder (IAD), termine coniato nel 1995 dallo psichiatra statunitense Ivan Goldberg, è un comportamento compulsivo legato all’utilizzo eccessivo di internet e dei dispositivi digitali connessi alla rete. Come l’oniomania (dipendenza da shopping), la ludopatia (dipendenza da gioco d’azzardo) e la dipendenza da sesso, è una forma di abuso-dipendenza senza sostanza.

Come si manifesta

L’Internet Addiction Disorder è tuttora oggetto di dibattito da parte della comunità scientifica. Oggi, non compare né all’interno del DSM-5, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, né nell’ICD 11, la Classificazione Internazionale delle Malattie. Nonostante non sia ancora stata universalmente riconosciuta come una condizione clinica distinta, è tuttavia possibile individuare alcune manifestazioni psicologiche e fisiche che possono essere considerate sintomatiche di questa dipendenza.

“La progressiva perdita di controllo rappresenta un tratto distintivo dell’IAD. Nel corso del tempo, chi ne è affetto sperimenta, infatti, un aumento esponenziale delle ore dedicate alla navigazione online, talvolta maturando la consapevolezza di non riuscire più a sospenderne o limitarne l’uso. I soggetti colpiti da questa dipendenza possono trascorrere ore e ore in rete, navigando su siti, utilizzando i social media, chattando, giocando ai videogames, guardando video o facendo acquisti online” ci ha spiegato la Dottoressa Valeria Fiorenza Perris, Psicoterapeuta e Clinical Director del servizio di psicologia online e società Benefit Unobravo.

L’IAD può avere un impatto negativo sul benessere psicofisico: mal di testa, dolore muscolare, disturbi del sonno, affaticamento e mancanza di concentrazione sono alcuni dei sintomi che possono emergere nei soggetti affetti da questa dipendenza. Inoltre, quando l’accesso a internet è impossibilitato, potrebbero verificarsi sintomi di astinenza, come irritabilità o ansia.

“L’utilizzo prolungato di internet spesso può andare a discapito delle relazioni interpersonali o di altre attività più importanti e necessarie, come impegni quotidiani, professionali o accademici. In molti casi, chi soffre di Internet Addiction Disorder manifesta una marcata tendenza all’isolamento. La dipendenza da internet può, infatti, spingere l’individuo a ritirarsi progressivamente dalla vita sociale offline e a prediligere le interazioni online. Questo comportamento potrebbe, in certi casi, sfociare nella Sindrome di Hikikomori, che porta la persona a un isolamento volontario”,  ha aggiunto la Dott.ssa Perris.

Perché si diventa dipendenti dal web?

Mettendo a disposizione degli utenti un’ampia gamma di contenuti, attività e intrattenimento immediato, internet è in grado di soddisfare il bisogno di ognuno di ricevere gratificazione personale in modo veloce e diretto. L’interazione online può, inoltre, risultare meno intimidatoria, contribuendo così a mitigare l’ansia sociale che alcuni individui provano quando si relazionano agli altri dal vivo.

I social network, in particolare, consentono di interagire con altre persone in qualsiasi momento. Questo senso di connessione costante, può portare a un significativo calo di interesse verso le relazioni offline. In alcuni casi, l’utilizzo di internet potrebbe, inoltre, alterare la percezione che le persone hanno di loro stesse e dell’ambiente.

Analogamente a chi è dipendente da sostanze, coloro che soffrono di IAD sono spesso alla costante ricerca di nuovi stimoli emotivi e sensoriali con cui allontanare o placare sensazioni di noia, vuoto e solitudine. Per i soggetti che vivono questa dipendenza, il mondo virtuale potrebbe, col tempo, andare a costituire una vera e propria dimensione parallela. Un luogo mentale in cui rifugiarsi nel tentativo di sfuggire ai problemi e alle difficoltà della vita quotidiana e proteggersi da una realtà percepita come angosciosa e dolorosa.

“Sono molteplici i fattori che possono concorrere all’insorgenza della dipendenza da internet” spiega la Dott.ssa: “Tra questi, vi sono aspetti temperamentali, bassa autostima, fattori ambientali e aspetti neurobiologici che potrebbero implicare uno squilibrio nel circuito della ricompensa legato a serotonina e dopamina”.

Studi recenti hanno, inoltre, evidenziato come la dipendenza da internet si manifesti più frequentemente in individui con una stabilità emotiva precaria o in comorbilità ad altre condizioni, quali ansia, depressione, disturbo ossessivo-compulsivo o bipolarismo. Anche la presenza di altre dipendenze può predisporre all’IAD.

Nell’adolescenza, l’individuo sviluppa le proprie capacità cognitive ed emotive, il senso di autostima e l’autoefficacia. Durante questa fase di cambiamento, può essere complesso fare un uso consapevole e moderato della tecnologia e comprendere appieno i rischi e le conseguenze di una eventuale dipendenza.

Per gli adolescenti, gli ambienti virtuali possono facilitare la creazione di nuove amicizie, favorire il dialogo, la conoscenza reciproca e lo scambio di opinioni. Tuttavia, internet può altresì esporre facilmente i più giovani a fattori di rischio, come il fenomeno del cyberbullismo.

Come superare l’Internet Addiction Disorder

“Affrontare e superare una dipendenza può non essere semplice. Per questo chiedere aiuto è un primo, ma fondamentale passo” ha detto la Dott.ssa, aggiungendo: “È, infatti, dimostrato che avvalersi di un supporto esterno dia maggiori possibilità di successo rispetto al cercare di sconfiggere una dipendenza da soli. In questo senso, la terapia psicologica può essere uno strumento molto prezioso”.

“In prima istanza, è importante giungere a una diagnosi accurata. Per fare ciò, il professionista può avvalersi di diversi strumenti, come test e questionari. Il test sulle dipendenze da internet IAT (Internet Addiction Test) è molto utile per effettuare una prima autovalutazione del grado di coinvolgimento e rilevare eventuali problematiche legate alla dipendenza da internet. Solo una volta diagnosticata la dipendenza sarà, infatti, possibile intraprendere un percorso che sia davvero efficace. Concentrandosi sull’analisi dei fattori scatenanti e degli eventi interni ed esterni che hanno portato all’instaurarsi del comportamento dipendente, la terapia psicologica permette di trattare la dipendenza in modo mirato, fornendo sostegno, motivazione e strumenti pratici. In particolare, la psicoterapia cognitivo-comportamentale offre un approccio molto valido”.

Con il giusto supporto, qualsiasi condizione può essere affrontata. Ciò che conta davvero è avere pazienza, non scoraggiarsi e affidarsi a professionisti competenti, tenendo sempre a mente che una vita libera dalle dipendenze è possibile”, ha concluso la Dottoressa Perris, di Unobravo.