Potatura del mandarino, quando farla e le tecniche migliori

Avete mai pensato di coltivare una pianta di mandarino nel vostro giardino? Ecco alcuni consigli su come potarla, per avere un ottimo raccolto

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Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Quando non è in giro o al pc, riempie di coccole i suoi amati gatti.

Dolcissimi e molto succosi, i mandarini sono una delle tre specie di agrumi da cui nascono poi tutti quelli che conosciamo, mediante la tecnica dell’ibridazione. Coltivare la pianta del mandarino non è particolarmente difficile, purché le condizioni climatiche siano quelle giuste – il suo fabbisogno di sole è infatti piuttosto importante. Se volete però un raccolto davvero ricco, è fondamentale potare correttamente la pianta: scopriamo qual è il periodo migliore e quali le tecniche più adatte.

Mandarino, le caratteristiche della pianta

Il mandarino (Citrus reticulata) è una pianta da frutto appartenente alla famiglia delle Rutacee: si tratta di un agrume, una delle tre varietà – assieme al cedro e al pomelo – da cui derivano tutte le specie commestibili che portiamo comunemente in tavola. Ebbene sì, frutti come l’arancia e il limone non esisterebbero, se in passato non fossero stati creati attraverso particolari incroci e ibridazioni. Ma torniamo alla pianta del mandarino: è originaria della Cina tropicale e si è diffusa in Europa attorno al XV secolo, trovando spazio soprattutto nelle regioni mediterranee, tra cui l’Italia.

La pianta ha generalmente la forma di un arbusto, tende a crescere per non più di un paio di metri (ad eccezione di alcune varietà che possono raggiungere i 4 metri) e possiede foglie profumatissime. Il suo frutto è il mandarino: piccolo e formato da una buccia arancione particolarmente rugosa, al suo interno è diviso in spicchi e ha una polpa più chiara, molto dolce e succosa. I mandarini possiedono diverse proprietà interessanti, sia per la loro quantità di fibre che per le vitamine e i sali minerali che contengono: sono frutti molto consumati, perché piacciono a grandi e piccini.

Come coltivare il mandarino

Al contrario di ciò che si potrebbe pensare, coltivare una pianta di mandarino non è particolarmente difficile: basta avere un piccolo spazio all’aperto, che si tratti di un giardino o di un balcone (la pianta cresce bene anche in vaso, purché di dimensioni sufficientemente grandi). Fondamentale è l’esposizione della pianta, perché il mandarino ha bisogno di molto sole e di un clima abbastanza caldo, con inverni non troppo rigidi e ventosi. Per questo motivo, viene coltivato principalmente nel Sud Italia, tra Sicilia e Calabria.

Il terreno ideale è profondo e fertile, con un pH compreso tra i 6,5 e i 7,5 e non troppo calcareo o salino. Deve poi essere ben drenante, per evitare i ristagni d’acqua che esporrebbero le radici della pianta a possibile marcescenza. Un’irrigazione regolare, più frequente in estate, è importante per favorire la crescita dei mandarini: in autunno e in inverno si pratica la raccolta, che solitamente ha inizio nel giro di 4 o 5 anni dal momento in cui si pianta l’arbusto. Infine, come già accennato, è bene potare la pianta nel modo corretto per far sì che cresca in salute e dia molti frutti. Scopriamo come fare.

La potatura del mandarino

La potatura è un passaggio fondamentale per coltivare al meglio una pianta di mandarino. Bisogna però sapere quando e come farla: innanzitutto, ricordate di utilizzare sempre strumenti ben affilati e igienizzati, per evitare la diffusione di pericolose malattie o di parassitosi. Le forbici e le cesoie sono indubbiamente migliori delle seghe, perché queste ultime sfilacciano i rami e creano traumi alla pianta. Il periodo più adatto per la potatura è tra la primavera e l’estate, tra le due fioriture: bisogna invece evitare i periodi freddi, quando il mandarino è in fase vegetativa.

Per effettuare correttamente la potatura del mandarino, bisogna scegliere i mesi più caldi. Ciò dipende, ovviamente, dalla regione in cui vivete: al Sud, si può tranquillamente iniziare ad aprile e proseguire fino alla fine di agosto, mentre al Nord sarebbe meglio attendere il mese di maggio e terminare entro la fine di luglio. In inverno, le temperature sono troppo fredde e il rischio di danneggiare la pianta è molto elevato, soprattutto perché quest’ultima è in piena fase produttiva. Ora non ci resta che vedere quali sono i tipi di potatura e le tecniche da adottare per fare un buon lavoro.

Potatura di allevamento

La potatura di allevamento è quella che si effettua nei primi anni di vita della pianta, quando è ancora molto giovane. Serve innanzitutto a darle la forma desiderata, quindi a farla crescere nel modo corretto. Il primo anno bisogna dunque selezionare due o tre branchie principali, eliminando quelle più deboli per far sì che il nutrimento si concentri sulle parti più robuste della pianta. Da queste si dirameranno poi tutti i rami fruttiferi del vostro mandarino. In un secondo momento, dovrete concentrarvi sulla forma da dare alla chioma: generalmente si opta per quella a globo, più facile da gestire.

Potatura di produzione

Attorno al terzo o quarto anno di vita, il mandarino inizia a dare i suoi primi frutti. È dunque a questo punto che si passa alla potatura di produzione: serve principalmente ad eliminare le parti in eccesso della pianta, per fare in modo che passi maggiormente aria tra la chioma e che l’acqua e le altre sostanze nutritive vadano a favorire solo le parti fruttifere, rendendo i rami più sani e rigogliosi. Bisogna dunque rimuovere tutti i rami secchi e ormai improduttivi, inoltre si possono tagliare via quelli che crescono trasversalmente, togliendo aria e luce agli altri.

Attenzione anche ai succhioni: sono germogli che nascono solitamente alla base della pianta o dei rami più vecchi, crescendo poi in maniera molto rapida. È importante eliminarli non appena compaiono, perché tendono a prendere velocemente il sopravvento sui rami fruttiferi, compromettendo così il raccolto della pianta.

Gli errori da non fare

Infine, vediamo quali sono alcuni degli errori più comuni nella potatura del mandarino. I tagli non andrebbero mai effettuati più di due volte l’anno, e soprattutto mai durante la fase vegetativa: rischiereste di rovinare il raccolto. È bene poi non esagerare, facendo attenzione ad eliminare solo i rami secchi o spezzati e, ovviamente, i succhioni. Potreste infatti compromettere la salute della pianta. Una potatura più aggressiva è consigliata solamente in due casi: se la pianta è stata attaccata da parassiti o se è ormai eccessivamente alta e dovete accorciarla.