Potare il gelsomino: come e quando farlo per renderlo rigoglioso

Il gelsomino è una delle piante ornamentali più apprezzate, con una fioritura profumatissima: ecco come e quando potarlo per far sì che cresca in salute

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Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Quando non è in giro o al pc, riempie di coccole i suoi amati gatti.

Tra le piante ornamentali più belle (e profumate!) che vengono coltivate in Italia c’è sicuramente il gelsomino: i suoi fiori piccoli e bianchi emanano una fragranza intensa e inebriante, in grado di dare un tocco di allegria a giardini e terrazzi. Prendersi cura di questa pianta non è particolarmente difficile, ma bisogna sapere bene come e quando potarla affinché cresca rigogliosa e in salute. Ecco qualche consiglio utile.

Gelsomino, caratteristiche della pianta

Il gelsomino (Jasminum) è una pianta appartenente alla famiglia delle Oleacee, che include anche l’ulivo, il frassino e il lillà. Ne esistono circa 200 specie, gran parte delle quali viene coltivata per scopi ornamentali. Sono prevalentemente originarie dell’Asia, da cui poi si sono diffuse nel resto del mondo, essendo piante rustiche e molto resistenti anche alle diverse condizioni climatiche. Crescono quasi tutte in arbusti, ad eccezione di alcune varietà rampicanti che necessitano quindi di appositi supporti affinché si sviluppino correttamente.

Tipicamente, il gelsomino produce dei fiori piccoli e bianchi, caratterizzati da un profumo inconfondibile che si avverte anche a grande distanza. Ci sono però alcune specie più rustiche, la cui fioritura è di un giallo intenso, e altre che invece danno vita a fiori bianchi con sfumature rosa sulla pagina inferiore dei petali. Come abbiamo detto, la pianta è molto robusta e cresce bene in un’ampia varietà di clima. Tuttavia, predilige una posizione ben soleggiata e temperature fresche: diverse varietà sopportano persino le gelate invernali.

Potatura del gelsomino: consigli utili

Sebbene il gelsomino non necessiti di cure eccessive (basti pensare che resiste anche a lunghi periodi di siccità e può essere annaffiato solo un paio di volte a settimana), la potatura è fondamentale per far sì che la pianta cresca bene. Come fare? Innanzitutto, vediamo qualche consiglio utile: è importante utilizzare sempre attrezzi puliti e igienizzati, perché c’è il rischio che parassiti e funghi possano attaccare la pianta proprio nel punto in cui è più debole, ovvero dove si formano le cicatrici dovute ai tagli. Ecco perché dovreste disinfettare i vostri strumenti sia prima che dopo la potatuta, così da evitare ogni rischio.

Inoltre, controllate che lame e seghetti siano sempre perfettamente affilati. Ciò vi permetterà di effettuare tagli netti e senza sfilacciature: anche questo rappresenta infatti un pericolo per la pianta, ostacolando la cicatrizzazione delle ferite e favorendo la proliferazione batterica o fungina. Questi sono consigli generali che valgono per ogni specie vegetale di cui vi prendete cura. Ora non ci resta che scoprire qual è il periodo migliore per potare il gelsomino e quali sono le tecniche adatte per permettere alla vostra pianta di diventare rigogliosa.

Quando potare il gelsomino

La potatura, per il gelsomino, è particolarmente importante. Questa pianta ha infatti un aspetto cespuglioso, che deve quindi essere tenuto sotto controllo mediante tagli ben praticati. Per le specie rampicanti, d’altra parte, potare significa avere una forma ben ordinata e “leggera” che si sviluppa verso l’alto. Naturalmente, bisogna sapere sia come effettuare i tagli che il periodo giusto per mettersi all’opera. Come prima cosa, è fondamentale distinguere il tipo di potatura: quella di allevamento, che viene praticata nei primi tre anni di vita della pianta, serve per dare la giusta conformazione all’arbusto e viene effettuata sempre durante la primavera.

Questa regola non vale per la potatura di mantenimento, che invece si pratica quando la pianta è adulta e serve per mantenerla in salute e rigogliosa. Per capire quando è il momento giusto per intervenire, dovete sapere a quale specie appartiene il vostro gelsomino. Alcune varietà, infatti fioriscono dal tardo inverno alla primavera sui rami dell’anno precedente, mentre altre fioriscono dall’estate all’inizio dell’autunno su rami nuovi, dell’anno in corso. Per evitare di creare danni alla pianta e per prepararla al nuovo ciclo di germogliazione, dovreste attendere quindi il periodo subito dopo la fioritura.

Quindi, nel primo caso, il momento migliore per la potatura è la primavera inoltrata, generalmente da aprile a giugno. Per le piante a fioritura estiva e autunnale, invece, bisogna attendere la fine dell’inverno, più o meno tra febbraio e marzo. Infatti, in ogni caso è sempre meglio evitare di potare il gelsomino quando non c’è ormai più il rischio di gelate tardive, per evitare che il freddo penetri attraverso le cicatrici ancora fresche e danneggi la pianta. Per questo, nelle zone dove il clima è particolarmente rigido, è possibile ritardare un po’ la potatura di fine inverno in attesa che le temperature siano più stabili.

Potatura d’allevamento

Vediamo ora come potare il gelsomino e quali tagli bisogna effettuare per far sì che la pianta assuma la giusta conformazione e si sviluppi in maniera rigogliosa. Per quanto riguarda la potatura d’allevamento, che va praticata solo nei primi tre anni di vita della pianta, i tagli devono essere volti solamente a dare una forma all’arbusto – o al rampicante, in base alla varietà che avete coltivato. Il modo migliore per garantirvi una pianta correttamente sviluppata consiste nell’accorciare i rami di circa due terzi a partire dalla base: questa potatura favorirà la nascita di getti laterali e al, contempo, permetterà di infoltire la parte bassa del gelsomino.

Potatura di mantenimento

Dal terzo anno in avanti, lo sviluppo della pianta è ormai correttamente avviato e si passa alla potatura di mantenimento, che invece permette di eliminare eventuali rami secchi o malati e di aggiustare la forma per far sì che sia sempre in ordine. Naturalmente, il tipo di tagli da effettuare si differenzia in base alla varietà del gelsomino, tuttavia, ci sono alcune indicazioni generali che vanno bene per tutte le piante. Controllate che non ci siano parti secche o danneggiate, altrimenti tagliatele alla base per evitare che il problema si diffonda.

Eliminate anche i rami che si intrecciano con gli altri e quelli che fuoriescono dalla sagoma: in questo modo alleggerirete la pianta e farete sì che aria, acqua e sostanze nutritive si concentrino sulle parti “buone” del gelsomino. Se volete accorciare alcuni rami, tagliate al di sopra di due gemme e in maniera obliqua, per evitare un ristagno idrico. Volete invece fare in modo che la vostra pianta produca nuovi rami? In questo caso, dovrete potare i rami basali. Se al contrario preferite vedere qualche fiore in più, dovrete potare i rami che hanno già fiorito.