Ecco, la musica è finita, gli amici se ne vanno, che inutile serata amore mio, canterebbe Ornella Vanoni. E dire che l’avevamo atteso, anelato questo grande momento di libertà. Sanremo 2025 si è concluso con la vittoria di Olly, un giovanissimo con una lunga strada di fronte, lasciandosi dietro una foltissima schiera di delusi che da oggi devono voltare pagina. E sì, perché il Festival è anche questo. Incassare la sconfitta, pure quando t’avevano introdotto vincitore con gli squilli di tromba, o quando hai accettato perché volevi festeggiare i 30 anni dal tuo ultimo trionfo o – addirittura – quando torni per dimostrare a tutti di non avere solo il volto un po’ pasticciato di tatuaggi ma di essere qualcosa di più. Carlo Conti suona il triplo fischio finale e ci dà appuntamento tra 12 mesi. Ma cos’è rimasto di questo Festival di Sanremo?
Olly, il vincitore annunciato che non ti aspetti
L’abbiamo sussurrato per tutta la settimana: “Attenti a Olly”. Eppure sembrava così strano che quel giovane talento genovese potesse sbaragliare una concorrenza così folta. Giorgia, grande favorita di quest’edizione, finisce in lacrime al grido di l’importante è partecipare, mentre Simone Cristicchi conclude al quinto posto nonostante non si sia parlato d’altro – se non della sua canzone – da giorni. Per non parlare di Achille Lauro, in cerca del vero riscatto, e perfino di Fedez che per pochi minuti ha accarezzato il sogno di poter salire sul podio dopo lo tsunami di pettegolezzi che hanno travolto la sua famiglia.
E invece no, ha vinto Olly, con un brano sanremese che più sanremese non si può. Di quelli che ti fanno sollevare le braccia al cielo e cantare a squarciagola parole che non conosci ancora. A dispetto dei pronostici e pure di Lucio Corsi che ha scalato una classifica lunghissima fino al secondo posto, senza però riuscire nell’impresa finale. Dietro la figura dell’artista Federico Olivieri c’è lei, Marta Donà, il caterpillar delle vittorie sanremesi. Manager (all’epoca) di Måneskin, Marco Mengoni, Angelina Mango e ora di Olly, vince tre Festival di Sanremo di seguito e ben 4 edizioni in 5 anni. Un vero record e, chiaramente, c’è chi parla già di lobby.
Su Olly è stato fatto comunque un grandissimo lavoro dal 2022 a oggi, fino a centrare il brano primo classificato. Non ci sono Lucio Corsi che tengano e nemmeno Brunori. Dopotutto, era pure lecito aspettarselo. La kermesse di Carlo Conti riporta tutto nei ranghi ma ci voleva il guizzo finale. Sarebbe stato scontato dare il premio a Giorgia, che invece se l’aspettava e si è fatta allestire il brano per l’occasione, o a qualsiasi altro artista che invece è finito da qualche parte in una classifica torrenziale che si conclude con Marcella Bella in Pelle Diamante.
Il buon Carlo Conti ringrazia gli artisti
Prima ha ringraziato la Polizia, poi l’Esercito che l’ha pure premiato e quindi i Carabinieri. Infine Carlo Conti ha ringraziato gli artisti, tutti quelli che hanno partecipato al suo primo Festival dopo la rivoluzione Claudio Baglioni e poi quella di Amadeus, che pare si siano comportati in maniera professionalmente perfetta. Perfino il Fantasanremo non ci ha dato fastidio, il direttore artistico non ha battuto troppo sull’orologio e si è fatto pure abbracciare per far sgorgare tanti punti.
Cosa ricorderemo di questo Festival? Di certo il ritmo serrato, la finale conclusa in apnea con il vincitore che non arrivava mai, la speranza e le lacrime di Giorgia, il ritorno di Fedez che finalmente si è tolto le lentine da cyborg. E i fiori, i giganteschi bouquet che hanno invaso il palco, grandi tanto quanto la delusione della prima calata vera sul palco di Alessandro Cattelan che praticamente non abbiamo mai visto. Per il resto, il sipario si è chiuso in maniera così rapida che quasi non ci siamo accorti di esserci stati. Sarà questa la nuova era della manifestazione canora in Riviera? Il futuro potrebbe, addirittura, non essere in Rai.