Dieta ricca di flavonoidi con tè nero, mele e frutti di bosco: per invecchiare meglio

La dieta ricca di flavonoidi riduce il rischio di deficit cognitivi e di fragilità fisica nelle donne e negli uomini. Cosa mangiare e quanto

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 9 Maggio 2025 13:06

Da un lato ci sono gli anni che passano. E con la senescenza purtroppo aumentano anche i rischi di malattie croniche, di possibili deficit cognitivi, di fragilità fisica. Dall’altro, però, ci sono le buone abitudini. Grazie a stili di vita corretti possiamo mantenerci in salute più a lungo, per un invecchiamento di successo.

La sana alimentazione, in questo senso, rappresenta un pilastro per disegnare il benessere futuro. E nell’ambito della dieta mediterranea, con la prevalenza di cibi di origine vegetale come frutta e verdura, nell’ambito di un regime variato che preveda di mangiare un po’ di tutto potrebbero esserci alimenti che proprio non debbono mancare.

I flavonoidi, sostanze chimiche che appartengono alla famiglia dei polifenoli, hanno proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Si trovano in molti alimenti di origine vegetale come mele, uva, frutti di bosco, tè e cioccolato. Grazie a questi e ad altri cibi si potrebbe quindi puntare ad un percorso di invecchiamento migliore. A dirlo è una ricerca condotta da esperti dell’Edith Cowan University, della Queen’s University di Belfast e della Harvard T.H. Chan School of Public Health, apparsa su American Journal of Clinical Nutrition.

I vantaggi per le donne

Come riporta una nota per la stampa, la ricerca ha preso in esame le informazioni relative 62.743 donne e 23.687 uomini seguite iper 24enni. Nella popolazione femminile chi assumeva un maggior quantitativo di flavonoidi ha visto calare del 15% il rischio di sviluppare fragilità, del 12% quello di veder compromettere la funzionalità fisica e di una pari percentuale quello di sviluppare problemi di salute mentale, come ansia o depressione.

Quest’ultimo aspetto, in particolare, è stato rivelato anche per gli uomini. I motivi di queste associazioni protettive? Secondo una degli autori della ricerca Aedin Cassidy della Queens University di Belfast, “i flavonoidi sono ben noti per ridurre lo stress ossidativo e l’infiammazione, sostenere la salute dei vasi sanguigni e persino contribuire a mantenere la massa muscolare scheletrica, tutti fattori importanti per prevenire la fragilità e mantenere la funzionalità fisica”.

Sempre secondo l’esperta quindi il consumo regolare di alimenti ricchi di flavonoidi, come frutti di bosco, mele, vino rosso, arance e tè, potrebbe favorire un invecchiamento più sano riducendo il rischio di fragilità, declino fisico e cattiva salute mentale.  Appare particolarmente importante, per chi non consuma regolarmente alimenti contenenti questi composti, aumentarne l’assunzione.

Chi infatti ha incrementato l’assunzione di alimenti ricchi di flavonoidi di tre porzioni al giorno ha presentato un un rischio inferiore dal 6% all’11% dei parametri sopracitati nelle donne ed un calo del rischio del 15% di problemi di salute mentale negli uomini.

Così aiutano ad invecchiare

Chi assume più flavonoidi con l’alimentazione, insomma, pone basi più robuste per un invecchiamento in salute. E non è la prima volta che si associa questa tendenza alimentare con il benessere, visto che ci sono già dati che mostrano come queste sostanze possono aiutare a prevenire tumori e patologie cardiovascolari.

A dimostrarlo, nero su bianco, ci sono i risultati di una ricerca pubblicata qualche anno fa su Nature Communications, che rileva anche come l’assunzione di alimenti contenenti questi principi potrebbe essere d’aiuto soprattutto in chi fuma o chi beve alcolici in quantità elevate.

Capitolo dieta. Nella terza età (e non solo) va sempre consigliata caso per caso dal curante. Ma in chiave di prevenzione delle fragilità legate all’età sicuramente una sana alimentazione è indicata. In base a quanto apparso su American Journal of Clinical Nutrition, in particolare, pare proprio che i flavonoli (appunto della famiglia dei flavonoidi) ed in particolare la quercetina siano indicati in chiave protettiva.

Ne sono ricchi soprattutto mele, pesche, pomodori ben maturi, more e frutti di bosco, cioccolato fondente. Sono stati studiati 1.700 partecipanti al Framingham Heart Study di meno di 60 anni, seguiti per 12 anni. si è visto che in chi consumava più flavonoli il rischio di fragilità è risultato ridotto di circa un quinto ogni 10 milligrammi di flavonoli assunti.

Va detto che le linee guida alimentari per prevenire i problemi legati alla fragilità ed al conseguente maggior rischio di cadute e fratture (con conseguenti ricoveri e immobilità) puntano soprattutto sulla giusta assunzione di cibi proteici. Ma in questo senso alcuni flavonoidi, come appunto i flavonoli presi in esame nello studio, potrebbe aiutare il benessere. E quindi aiutare a prevenire la fragilità.

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.