Il Festival di Sanremo 2024 è finito. Un’edizione lunghissima che è finita in un soffio, con la bella vittoria di Angelina Mango, e che è destinata a rimanere nella storia per gli ascolti da record ma anche per Il Ballo del Qua Qua, proposto da Fiorello a un adirato John Travolta e che ha fatto il giro del mondo. Tanti i bei momenti trasmessi durante la finale, a cominciare dal Bolero di Roberto Bolle che ci ha messi in contatto con l’arte nella sua forma più pura.
Indice
I migliori momenti della finale: i top della finale
Se ne potrebbero individuare tantissimi, vista la durata della diretta che ha decretato Angelina Mango vincitrice, ma ne abbiamo selezionati alcuni che di certo rimarranno impressi nella cinquina di Amadeus, conclusa il 10 febbraio con l’addio in carrozza insieme a Rosario Fiorello. Non ci sarà un sesto Festival di Sanremo, per lui, che pare abbia deciso di fermarsi dopo una maratona senza precedenti e che l’ha visto riportare la manifestazione ai fasti di un tempo.
Roberto Bolle in Bolero
Lo aveva annunciato in conferenza stampa e non ha deluso le aspettative. 48 anni e con corpo che risponde alla sua volontà con ogni fibra, un gigante della danza nel mondo e che in tv è amatissimo: lo show di Roberto Bolle è di certo tra i migliori momenti della finale ma dell’intera edizione di questo Festival, che ha visto alternarsi sul palco pochissimi ospiti per lasciare spazio alla gara, composta da 30 canzoni.
Gigliola Cinquetti in Non ho l’età
Il brano è tornato a casa dopo 60 anni. Quando ha vinto Sanremo, Gigliola Cinquetti era poco più di una bambina. Oggi, da donna matura, torna sul palco che l’ha resa celebre con una delicatezza che è quasi commovente. Cantare con l’orchestra la smuove, si emoziona, ma il risultato è un Teatro Ariston in piedi per una canzone che ha percorso 6 decenni della storia della nostra musica. Un momento speciale, voluto da Amadeus, e che si distacca dalla noiosa retorica degli omaggi che siamo soliti vedere sul palco. Da un lato per la presenza dell’artista sul palco e, dall’altro, per la verità splendente che solo la musica è capace di raccontare. Quando c’è della sostanza, si sente.
La generosità di Fiorello
Era alla sua ultima prova sul palco. Per anni, non è voluto tornare al Teatro Ariston da solo, si diceva che mai e poi mai avrebbe preso parte a più di una serata della manifestazione e invece è stato protagonista per cinque anni. E ha sempre fatto la differenza. Fiorello è uno che sa mantenere le promesse, soprattutto in fatto di amicizia, e da quel 2020 non è mai mancato. Neanche quando si è trattato di presentare senza pubblico, linfa vitale per lui, o di fare le ore piccole con Viva Rai2!… Viva Sanremo. Ci manca già, come ci mancheranno gli Amarello insieme. Lo scivolone de Il Ballo del Qua Qua con John Travolta? Perdonato.
La vittoria di Angelina Mango
Il primo posto di una donna dopo moltissimi anni, 10, e meritato in tutte le sue parti. Angelina Mango ha un grande talento che ha bisogno di essere incanalato: è potente, appassionata e libera di fare quello che ama da sempre. La cover in La Rondine, emozionante omaggio a suo padre Pino Mango, ce l’ha mostrata sotto una nuova veste. La strada è lunga e questa vittoria non è che il punto di partenza per una carriera che si preannuncia brillante ma faticosa. Il primo posto era troppo, per alcuni, perché ha ancora bisogno di capire quale strada imboccare. Poco male: c’è tutto il tempo per capirlo, anche se a 22 anni – indubbiamente – questo successo fa girare la testa.
I momenti peggiori
La finale del Festival di Sanremo è stata abbastanza lineare, ma non sono mancati i momenti da dimenticare. I fischi a Geolier, ad esempio, che si sono ripetuti dopo la vittoria della serata delle cover in cui ha portato un medley con Gigi D’Alessio, Luché e Guè.
Le contestazioni a Geolier
Il rapper partenopeo è stato il primo classificato per il Televoto ma non è riuscito a strappare la vittoria finale. Con buona pace del pubblico in sala, e in parte da casa, che ha fischiato il suo primo posto proprio prima della gara e nell’attimo in cui si è scoperto che era in testa alla classifica provvisoria. Un gesto che lui ha vissuto con grande amarezza e che ricorderà per tutta la sua carriera. L’abbraccio nel dietro le quinte con Angelina Mango dimostra invece come le polemiche vadano oltre il reale affiatamento tra gli artisti che – almeno in questa edizione – hanno dimostrato di essere solidali l’uno con l’altro.
La durata della serata
Troppo lunga, troppe canzoni, effettivamente troppa carne al fuoco: il numero dei brani in gara, 30, non ha permesso di prestare la giusta attenzione a tutte le canzoni – almeno sul palco – che però stanno riscuotendo un grande successo sulle piattaforme di streaming. Amadeus ha voluto chiudere con un grande festa ma la lunghezza della serata finale sfinisce. Una maratona di ore e ore che porta a un vincitore finale proclamato oltre le 2,30 del mattino. Eccessivo per uno spettacolo televisivo, che così perde ritmo e vitalità.
Nessun premio a Ghali
Era alla sua prima partecipazione al Festival di Sanremo con Casa Mia e, nonostante il bellissimo quarto posto, non ha ricevuto i riconoscimenti che avrebbe meritato. Il testo della sua canzone è impegnato e interpretato in maniera magistrale, con un garbo e un’eleganza che sono ormai diventati rari. “Stop al genocidio”, ha detto il suo alieno sul palco – Rich Ciolino – il simpatico ospite che l’ha accompagnato per tutte e cinque le serate. Peccato. È stata una grande occasione sprecata.
Il caos sul televoto
Le linee intasate per i troppi voti sono una grande tradizione delle finali. E, anche in questo caso, i problemi non sono mancati. Si inizia con un carico di SMS talmente imponente da mandare in tilt il sistema. Non si riesce più a votare, non arrivano i messaggi di conferma e già si grida al grande complotto. Il problema si risolve in un po’ di tempo, forse troppo per la mole di voti che stava arrivando, ma Rai assicura che nessuna delle preferenze è andata persa. Finisce con la vittoria di Angelina Mango, contro Geolier che i voti se li è presi praticamente tutti. Non sarà il caso di pensare a una soluzione per il futuro?