La regina Carlotta: la vera storia dietro la serie tv

La regina consorte, moglie di Giorgio III, fu una grande protagonista della sua epoca. Carlotta contribuì allo sviluppo culturale e artistico del Regno Unito.

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Gilda Faleri

Royal editor

Royal Watcher toscana laureata in comunicazione. Conduce un programma TV dedicato alle famiglie reali e ha fondato uno dei primi blog italiani a tema royals.

La regina Carlotta di Gran Bretagna è tornata alla ribalta grazie alla sceneggiatrice Shonda Rhimes e alle sue serie tv: Bridgerton e soprattutto La regina Carlotta: una storia di Bridgerton. Questa seconda serie, che ha come titolo il nome della regina, è lo spin off della famosa e seguita Bridgerton e racconta, prendendo spunto dalla realtà ma creando un personaggio di fantasia, la vita della regina consorte che arrivò a Londra a diciassette anni per sposare re Giorgio III nel 1761.

La regina Carlotta: una storia di Bridgerton
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La regina Carlotta: una storia di Bridgerton

Shonda Rhimes si è ispirata alla vita di Carlotta Mackleburgo-Strelitz che venne scelta come moglie del re di Gran Bretagna e arrivò dal piccolo ducato della Germania settentrionale senza conoscere né il marito né una parola d’inglese.

L’infanzia nel ducato tedesco

Carlotta era la figlia minore di Carlo Ludovico Federico di Meclemburgo-Strelitz, esponente dell’omonima famiglia ducale e principe di Mirow, città natale di Carlotta. La principessa ricevette un’eccellente educazione: imparò diverse lingue tra le quali il francese e l’italiano e fu educata alle scienze, alla botanica che poi diventerà una sua grande passione, alle arti e all’economia domestica – era particolarmente brava nel cucito e nel ricamo.

La madre di re Giorgio III, la principessa del Galles Augusta, decise che Carlotta sarebbe stata perfetta come regina a fianco del figlio, aveva tutte le carte in regola: era giovane, nobile e soprattutto protestante. Così l’8 settembre Carlotta arrivò a Londra dopo un lungo ed estenuante viaggio, conobbe il futuro marito e dopo solo sei ore era già all’altare pronta a diventare la moglie del re.

Nonostante il matrimonio fosse combinato e gli sposi non si conoscessero fino al giorno delle nozze, l’unione tra re Giorgio III e Carlotta fu molto solida, un grande amore dal quale nacquero ben quindici figli in poco più di vent’anni.

Quindici figli e tanti nipoti illegittimi

Nella serie come anche nella realtà, Carlotta era molto preoccupata per la discendenza: i figli maschi non avevano intenzione di sposarsi e avevano avuto diversi figli illegittimi mentre delle sei figlie femmine soltanto tre si sposarono ma non ebbero eredi.

La regina Carlotta con due dei suoi quindici figli: il principe di Galles e il duca di York
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La regina Carlotta con due dei suoi quindici figli: il principe di Galles e il duca di York

L’unica nipote, che si chiamava Carlotta come la nonna ed era la figlia del principe di Galles, il futuro Giorgio IV, morì di parto poco più che ventenne insieme al bimbo che portava in grembo lasciando l’intera famiglia reale sotto shock. Pochi mesi dopo la morte della regina Carlotta, il quinto figlio, Edoardo duca di Kent, ebbe una bambina che chiamò Vittoria e la dinastia si assicurò il futuro grazie all’erede tanto agognato.

Una nipote leggendaria: la regina Vittoria

La regina Carlotta morì nel novembre 1818 non riuscendo a conoscere Vittoria che venne al mondo nel maggio dell’anno successivo. Sicuramente sarebbe stata fiera della nipote che regnò dal 1837 al 1901 dando il proprio nome a quegli anni che vengono ricordati come epoca vittoriana.

La regina Vittoria del Regno Unito
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La regina Vittoria in un dipinto di Heinrich von Angeli

Il rapporto difficile con la suocera

La suocera della regina Carlotta era come lei tedesca e non fu mai regina perché il marito Federico, principe di Galles, morì da giovane. All’arrivo di Carlotta, Augusta decise di mettere tutte le persone di sua fiducia a fianco della nuora per avere sempre la situazione sotto controllo. La principessa aveva una influenza importante sul figlio e per questo non fu facile stabilire un rapporto cordiale con la nuora.

La regina illuminata

La regina Carlotta visse negli ultimi anni dell’Illuminismo e fu una grande amante dell’arte e della cultura ma anche delle scienze. Condivise queste passioni con il marito Giorgio III che ebbe anche altri due grandi interessi: l’astronomia e l’agricoltura. La coppia reale aveva una spiccata propensione per i pittori italiani, fiamminghi e inglesi e il 10 dicembre 1768 Giorgio III fondò la Royal Academy of Arts con il fine di “istituire una scuola o accademia di disegno ad uso degli studenti delle arti”.

La regina Carlotta fu una grande collezionista di orologi e porcellane ed era un’amante della musica oltre che una musicista dilettante a sua volta. Portò a Londra due grandi musicisti: Johann Christian Bach, detto il Bach di Londra, undicesimo figlio di Johann Sebastian Bach, e Mozart che all’epoca aveva solo otto anni e si esibì a corte e in tutta la Gran Bretagna per quasi un anno.

Grazie alla passione per la botanica la regina contribuì a portare avanti e a far risplendere i giardini di Kew che ancora oggi affascinano i visitatori con le tante specie di piante e fiori. Esiste anche un fiore sudafricano che porta il nome della regina: la Strelitzia reginae.

L’amicizia con la regina Maria Antonietta

Pur non essendosi mai incontrate di persona, Carlotta e Maria Antonietta di Francia furono “amiche di penna”. Nelle lettere che si scambiarono regolarmente, le regine discutevano del loro reciproco amore per l’arte e la musica, e quando scoppiò la rivoluzione francese, Maria Antonietta condivise con Carlotta le preoccupazioni per il suo futuro. La regina Carlotta fece preparare anche un alloggio per la famiglia reale francese nel caso avesse avuto bisogno di fuggire, ma poco dopo fu sconvolta nell’apprendere che il re e la regina di Francia erano stati giustiziati.

Maria Antonietta di Francia
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La regina di Francia Maria Antonietta. Il dipinto è di Jean-Baptiste Gautier Dagoty

Giorgio III, “il re pazzo”

Alcuni anni dopo il matrimonio re Giorgio iniziò a soffrire delle prime crisi nervose ma fino al 1788 furono solo episodi passeggeri, mentre proprio in quell’anno ne ebbe una forte e duratura a tal punto che il parlamento pensò ad una reggenza da parte del figlio primogenito. Poco prima della scelta il re si riprese e fino al 1811 rimase al comando del regno. Nel 1811 una nuova crisi fu talmente grave e prolungata che il principe di Galles prese il posto del padre regnando fino alla morte del re nel 1820 come reggente, divenendo poi a sua volta re Giorgio IV.

Re Giorgio III
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Il re Giorgio III

Quando il marito si aggravò Carlotta divenne la sua tutrice per sette anni ossia fino alla morte della regina. Il re sopravvisse alla moglie ma si pensa che non seppe mai della sua morte, tanto gravi erano le sue condizioni mentali.

Gli studiosi si dividono su quale malattia abbia afflitto il re: la teoria più accreditata vuole il sovrano colpito da una malattia ereditaria, la porfiria. Un’altra teoria riconduce i sintomi della malattia a una forma di bipolarismo. Sicuramente i metodi coercitivi (il rimedio considerato più efficace all’epoca erano continui salassi che avrebbero dovuto togliere gli “umori maligni”) non aiutarono il re a tenere sotto controllo la malattia.

Il colore della pelle di Carlotta

La serie tv si prende delle libertà sostanziali dai dati storici, ritraendo Charlotte come una donna dalla pelle scura il cui matrimonio aprì le porte alle persone nere nell’Inghilterra del XVIII secolo. Purtroppo la realtà non era questa: la questione razziale nell’Inghilterra georgiana era molto più complicata. Secondo l’Historic England, nella seconda metà del XVIII secolo vivevano nel Paese circa 15.000 persone nere. Molti di loro lavoravano come domestici, retribuiti o meno. Sebbene la Gran Bretagna avesse abolito la tratta degli schiavi nel 1807, la schiavitù rimase legale nelle colonie britanniche fino al 1833.

la regina Carlotta
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La regina Carlotta, ritratto di Georg David Matthieu

L’idea che Charlotte fosse nera deriva da una ricerca condotta dallo storico Mario de Valdes y Cocom che nel 1997 scrisse per la PBS Frontline sostenendo che Carlotta discendeva “direttamente” da Margarita de Castro y Sousa, una nobildonna portoghese del XV secolo, a sua volta imparentata con il sovrano del XIII secolo Alfonso III e la sua amante moresca Madragana. Per avvalorare la tesi, Valdes ha indicato “le caratteristiche africane evidenti in molti dei ritratti della regina” come prova della sua teoria, notando che “gli artisti di quel periodo erano tenuti a minimizzare, ammorbidire o addirittura cancellare i tratti del viso di un soggetto, specialmente di una donna, che non erano considerati conformi agli standard di bellezza dell’epoca”.

Da alcune descrizioni sappiamo che la regina aveva labbra carnose e narici larghe, due caratteristiche che spesso si ritrovano nei tratti somatici di alcuni popoli africani.

Molti storici però sono scettici riguardo alle affermazioni di Valdes. Come ha detto la storica Lisa Hilton a Yoonji Han di Insider, il termine “moresco” era usato per indicare chiunque vivesse nei territori conquistati dai moreschi, indipendentemente dalla sua etnia, aggiungendo che anche se Madragana fosse stata una donna nera “dopo 500 anni è estremamente improbabile che tracce del patrimonio genetico siano apparse nei lineamenti di una principessa del XVIII secolo”.

Praticamente le quindici generazioni di distanza tra Madragana e Carlotta rendono molto fantasiosa e improbabile la teoria di Valdes.

La storia d’amore

Anche se i presupposti sembravano presagire la solita unione combinata tra re e regina, quella tra Giorgio e Carlotta fu una storia d’amore e di complicità, data dai tanti interessi in comune e dal grande rispetto reciproco – si dice che Giorgio non abbia mai tradito Carlotta.

Due ritratti che raffigurano re Giorgio III e la regina Carlotta
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Due ritratti che raffigurano re Giorgio III e la regina Carlotta dell’artista tedesco Johan Zoffany

In questo la serie tv ha interpretato molto bene la storia d’amore e anche i costumi contribuiscono a dare una chiave di lettura sentimentale: nelle scene della Reggenza, Carlotta continua a indossare modelli di abiti dell’epoca georgiana. “Perché non è cambiata? Per noi si trattava della sua storia d’amore”, ha detto Laura Frecon, una delle costumista in un’intervista a Netflix, “Questo è lo stile che indossava quando ha incontrato suo marito, quando lui la riconosceva ancora”.

Un dettaglio molto romantico e allo stesso tempo triste che contribuisce a caratterizzare la regina consorte riscoperta grazie a una serie tv, che però nella realtà ha avuto una vita meno conforme a quella che comunemente si immagina possa vivere la moglie di un re.