Il calvario di Brooke Shields, tra operazioni e gravi infezioni

Brooke Shields racconta il suo calvario cominciato con la rottura del femore e proseguito con complicazioni, tra infezioni e interventi multipli. “Ho temuto la paralisi ma sono una combattente”

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Redazione

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Il terribile calvario della meravigliosa attrice Brooke Shields, che solo oggi, a distanza di due mesi, a situazione stabilizzata (anche se “il viaggio sarà ancora lungo”) racconta su People tutto quello che ha dovuto affrontare, tra rottura della gamba, interventi dolorosi, infezioni sopraggiunte e nuovi ricoveri. Tanto che a un certo punto gli stessi medici hanno temuto il peggio, dalla paralisi alla morte stessa.

L’attrice ha voluto condividere anche sui social la sua situazione, postando alcune foto che la ritraggono in ospedale, con gessi e deambulatore, e il commento: “Ho fatto molta strada da allora, ma il viaggio è appena iniziato“.

Tutto è cominciato a gennaio, quando l’attrice 55enne, famosa fin da bambina a Hollywood, è caduta fratturandosi il femore in maniera scomposta.

L’incidente, avvenuto scivolando da una tavola in palestra a New York, è stato “surreale”, come racconta lei stessa. “Sembrava che fosse avvenisse al rallentatore. Poi ho iniziato a urlare. Il dolore era insopportabile, tanto che sono usciti suoni dalla mia bocca suoni che non avevo mai sentito prima”

I tecnici del pronto soccorso si sono precipitati immediatamente sulla scena, a quel punto la star ha detto che da quel preciso momento “è iniziata la sopravvivenza”.

“Continuavo a dire: ‘Almeno sento le dita dei piedi’ perché avevo tanta paura di essere paralizzata”, ha ricordato Brooke di quel momento straziante, nell’intervista rilasciata a People e riportata da vari tabloid.

La lesione ha richiesto un primo intervento chirurgico complesso, che ha stabilizzato la rottura con due aste di metallo: “Una dalla parte superiore dell’anca verso il basso e un’altra attraverso la cavità dell’anca”.

Dopo la prima operazione, l’attrice ha avuto un ulteriore complicazione quando una porzione rotta del suo femore è riuscita fuori, costringendola a sottoporsi a un secondo intervento chirurgico per ancorare le sue ossa insieme a cinque aste e una piastra di metallo.

Tuttavia, la sua battaglia non era ancora finita: dopo aver trascorso due settimane e mezzo in ospedale ed essere tornata a casa, Brooke ha sviluppato una grave infezione da stafilococco.

L’infezione era così grave che è dovuta tornare in ospedale per un terzo intervento chirurgico d’urgenza. L’attrice, nonostante tutto, si è detta grata, perché i medici temevano che l’infezione potesse essere molto peggiore: “All’inizio hanno temuto che potesse trattarsi di MRSA [un tipo di batterio resistente agli antibiotici, ndr]. Grazie a Dio non è stato così. Se lo fosse stato, il mio medico ha detto che sarebbe stata una corsa contro il tempo. È così che si può sviluppare a setticemia”

In tutto ciò, i suoi ricoveri, causa COVID, hanno anche rappresentato un periodo di isolamento per lei, che non ha potuto vedere suo marito Chris Henchy e le figlie Rowan, 17 anni, e Grier, 14 a causa delle restrizioni.

“Non dimenticherò mai quanto hanno lavorato duramente i medici e gli infermieri e le storie che mi hanno raccontato sul COVID”, dice sempre la Shields a People. “Soffro d’asma ma continuavo a pensare: ‘Considerati  fortunata di poter respirare’.. “.

Tornando a casa per la seconda volta, le è stato detto dai medici: “La tua strada sta per iniziare”. E leiha confessato nell’intervista che “per la prima volta in tutta la mia vita, ho pensato: ‘Non posso resistere a tutto questo'”.

Ad oggi, conclude: “Non riesco nemmeno a stare in piedi sulla mia gamba o salire un gradino. Devo imparare di nuovo anche a camminare. La sensazione di impotenza è scioccante. Ma, se non altro, sono una combattente.”

Mentre prosegue il processo di guarigione, Brooke si concentra sulla sua forza interiore mentre celebra ogni piccolo successo. “Devo contare su me stessa per superare tutto questo”, dice. “Anche la mia carriera è stata davvero così: una porta mi veniva sbattuta in faccia e ne cercavo subito un’altra. Non è diverso da come mi sono sentita quando ho scritto sulla depressione postpartum nel 2005″

“Questo è il mio viaggio: dobbiamo credere in noi stessi e incoraggiarci a vicenda. Non c’è altro modo per affrontare la vita”.