World GO Day, perché è importante parlare di tumori ginecologici

20 settembre 2022: IV Giornata Mondiale dei tumori ginecologici

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Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

Pubblicato: 20 Settembre 2022 10:16

20 settembre. Oggi si celebra la IV Giornata Mondiale dei tumori ginecologici: stiamo parlando del tumore dell’endometrio, dell’ovaio, della cervice uterina, della vulva e della vagina. A fronte dell’elevata frequenza di queste lesioni neoplastiche, purtroppo si tratta di malattie poco note e soprattutto poco considerate dalle donne stesse. La Giornata Mondiale dei Tumori Ginecologici, World GO Day, nata nel 2019, è promossa da ENGAGe – il network europeo delle Associazioni Pazienti di tumori ginecologici. Ed ha un obiettivo preciso: far conoscere alle donne quali sono queste neoplasie, come si prevengono e come si curano e ribadire quanto sia importante per ogni donna prendersi cura della propria salute. Si può partecipare? Eccome.

In Italia le associazioni ACTO (Alleanza Contro il Tumore Ovarico) sono protagoniste di un ricco programma di iniziative in molte regioni italiane. Per scoprire le numerose attività dedicate a questa giornata basta visitare il sito (www.actoitalia.org).

Per prendere parte alla sfida GO Day 2022 si può anche  registrare un video di 15-30 secondi mentre si fa movimento, come ciclismo, danza, camminata o un’altra attività, indossando qualcosa di viola o dipingendo le labbra di viola, il simbolo del GO Day, utilizzando gli hashtag #GOForAHealthyLifestyle e #GOForPrevention per ottenere la massima condivisione e diffusione.  Il video va inviato anche a worldgoday@esgo.org  e ogni settimana ENGAGe ne sceglierà uno da pubblicare sui suoi social.

Occhi puntati sul tumore dell’endometrio

L’edizione del World GO Day 2022 è dedicata al tumore dell’endometrio che, come ricorda il sito di ACTO, rappresenta la quasi totalità dei tumori che colpiscono il corpo dell’utero ed è la terza neoplasia più frequente nelle donne nella fascia di età 50-69 anni. Sono 122.600 le donne che vivono in Italia dopo una diagnosi di tumore del corpo dell’utero e, nel 2020, sono stati stimati 8.300 nuovi casi. Nella maggior parte delle pazienti, il sintomo d’esordio è rappresentato dal sanguinamento uterino anomalo. Ed è proprio la precocità della sintomatologia a permettere che il 70% dei tumori endometriali venga diagnosticato quando la lesione è ancora confinata all’utero. Il tumore dell’endometrio è, purtroppo, in aumento sia a causa della mancanza di strumenti di prevenzione e di test di screeening sia a causa dell’allungamento della vita media, dei mutamenti degli stili di vita e alimentari. Per questo, con l’hashtag #GOforAnHealthyLifestyle, la giornata estenderà a tutte le donne l’invito ad adottare uno stile di vita sano per prevenire questo tumore, ma anche i tumori in generale. Il tumore dell’endometrio interessa il tessuto di rivestimento interno della mucosa dell’utero. In questo caso la lesione si manifesta soprattutto a partire dall’età della menopausa ed ovviamente, nel tempo, può essere più frequente. Anche in questo caso i controlli ginecologici sono fondamentali per cogliere precocemente la lesione cancerosa. La precoce identificazione sia del tumore dell’endometrio che del tumore della cervice uterina, consentono inoltre oggi, in pazienti selezionate e in centri di riferimento per la cura dei tumori ginecologici, di proporre dei trattamenti conservativi per l’utero mirati alla asportazione della malattia senza compromettere le possibilità future di fertilità per la paziente. Insomma è possibile consentire in alcune situazioni il mantenimento della fertilità, anche per un tumore che colpisce l’apparato riproduttivo.

Attenzione a ovaio e cervice uterina

Venendo al tumore dell’ovaio, non abbiamo a disposizione uno screening mirato. Quindi la lesione purtroppo viene spesso diagnosticata tardivamente a meno che non esistano caratteristiche genetiche della donna che possono far pensare ad un rischio più elevato e quindi far provvedere ad un monitoraggio su misura. I sintomi sono in generale aspecifici, spesso riferiti all’apparato digerente come un generale senso di fastidio e dolore addominale. Per questo è ancora oggi uno dei “big killers” tra le neoplasie ginecologiche. Non è disponibile un vero programma di screening per la sua prevenzione, ad eccezione delle donne con una particolare forma eredo-familiare. E’ il caso ad esempio delle donne in cui esistono mutazioni a carico dei geni BRCA 1 e 2, resi famosi dal “coming out” di Angelina Jolie. Ovviamente se sono presenti situazioni genetiche di questo tipo diventa fondamentale una sorveglianza attiva, associata ad una consulenza genetica mirata, per valutare sempre assieme alla donna l’atteggiamento preventivo e terapeutico da tenere. Attenzione però: la conoscenza di queste caratteristiche genetiche consente di proporre alle donne portatrici della mutazione una strategia medica o chirurgica di riduzione del rischio che consente di prevenire la malattia in un numero considerevole di pazienti: strategia quanto mai importante in una patologia che ad oggi è priva di uno screening efficace che consenta di anticipare la diagnosi.

Più semplice è invece il caso del tumore della cervice uterina in termini di riconoscimento precoce, tanto più importante considerando che questo è il secondo tumore per numero di casi e di decessi nelle donne di età 15-44 anni e il quarto considerando tutte le fasce di età.

Per questo motivo, il 17 novembre 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato una strategia con l’obiettivo di eliminare questa patologia, causata dal Papillomavirus, entro il 2030 attraverso:

  • prevenzione primaria (90% di copertura vaccinale negli adolescenti maschi e femmine);
  • prevenzione secondaria (70% di copertura degli screening);
  • trattamento (90% dei casi di cancro cervicale trattati).

Anche l’Unione Europea si è posta lo stesso, ambizioso obiettivo di eliminare tutti i tumori correlati al Papillomavirus attraverso l’adozione dello Europe’s Beating Cancer Plan che, grazie a risorse dedicate, intende supportare gli Stati Membri nelle strategie vaccinali di ragazze e ragazzi, al fine di arrivare a una copertura del 90% e consentire al 90% della popolazione target l’accesso agli screening oncologici, tra i quali quello alla cervice uterina.

Con il contributo non condizionato di Astrazeneca