Blue Monday, cos’è e perché preoccupa

Si tratta del terzo lunedì di gennaio ed è quello più lontano dalle festività infrasettimanali: cosa significa per il nostro benessere psicologico

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Chiamatelo, se volete, lunedì-blu. È la traduzione italiana di quel “Blue Monday” in cui il colore non è solamente l’espressione di una tonalità cromatica, quanto piuttosto di uno stato d’animo non propriamente positivo sul fronte psicologico. In teoria, questa sorta di “celebrazione” in chiave negativa per la psiche si celebra ogni terzo lunedì di gennaio.

Quindi, per quest’anno, il 16 gennaio è la data ufficiale per questa giornata particolarmente cupa. Ma diciamolo: non è proprio così. Non vi sono basi scientifiche per affermare che comunque questa data debba essere caratterizzata dall’umore non proprio positivo, né che questa sia il giorno più triste dell’anno. Ma l’occasione è comunque valida per riflettere sul nostro benessere psicologico, messo a dura prova dalle contingenze storiche, sociali e scientifiche che stiamo vivendo.

Il ruolo della pandemia e non solo

Come conferma Enrico Zanalda, Presidente della Società italiana di Psichiatria Forense, “non vi è alcun riferimento scientifico per sostenere che si tratti del giorno più triste dell’anno. Ci sono delle costanti come quella di arrivare dopo le lunghe festività natalizie, in uno dei periodi con meno luce e temperature più rigide dell’anno (almeno nel nostro emisfero) avvisandoci che non avremo più festività infrasettimanali. Le vacanze di Natale sono coincise per molti con un ritrovato entusiasmo a viaggiare post-pandemia, che è stato troncato dal rientro in ufficio e che il 16 gennaio segnerà l’inizio della seconda settimana lavorativa completamente intera”.

Attenzione però. Forse mai come in questi periodi, l’inizio di un nuovo anno può diventare un momento di riflessione e di accentuazione per le ansie su un futuro che non appare propriamente chiarissimo, con conseguente tendenza a un umore non proprio felice. Senza ovviamente parlare solamente del lunedì.

“L’inizio di un nuovo anno potrebbe rendere tutti più timorosi. In particolare quest’anno, va tenuto conto della recente guerra in Europa, ma soprattutto dei due anni di pandemia e dell’isolamento relazionale dettato dallo smart working – fa sapere l’esperto. Tuttavia, queste emozioni non per forza si provano il lunedì piuttosto che la domenica o il martedì. Possono essere magari un po’ più accentuate il lunedì perché c’è ancora il ricordo del fine settimana e il peso dell’inizio dell’attività lavorativa.”

Quanto pesano le giornate con poca luce

Che nelle stagioni più fredde, e più in generale a partire dall’autunno, con le giornate che progressivamente si accorciano, si tenda a essere generalmente meno “allegri”, è un dato di fatto. In questo senso, a prescindere dal Blue Monday, l’umore tende a reagire in senso non proprio positivo all’ambiente invernale.

“Sicuramente i cambiamenti dell’umore reattivi alle condizioni esterne sono più frequenti con la riduzione della luce naturale – fa notare Zanalda. La luce, attraverso il nervo ottico, riequilibra il bilanciamento della melatonina-serotonina e regolarizza i ritmi circadiani sonno-veglia, migliorando anche l’umore. Gioca un ruolo importante anche l’isolamento relazionale che è più frequente con le temperature rigide poiché si tende a rimanere più al chiuso favorendo così la solitudine che soprattutto nelle persone anziane contribuisce a sentimenti di autosvalutazione e depressione”.

In conclusione, Zanalda indica qualche consiglio pratico per chi, blue Monday o meno, non è proprio nelle condizioni psicologiche ottimale in questo periodo. In termini generali ciò che conta è dedicare del tempo a sé stessi. “Sulla base delle priorità di ciascuno, questa gestione del tempo può essere fatta concentrando alcune attività intellettuali, come ad esempio rivolte ai libri, alle mostre d’arte o al cinema o cucina) – sagnale l’esperto”.

“Oppure aumentare le attività fisiche in palestra, oppure camminando o all’aria aperta. Anche lo yoga e la meditazione possono essere d’aiuto perché coinvolgono entrambi gli ambiti. Consiglio anche di dedicare del tempo agli affetti e alle persone per noi importanti, contribuendo a farle stare bene. Per molte persone diventa terapeutico anche il rapporto con un animale (pet therapy), in cui occuparsi di lui diventa una vera e propria modalità per sentirsi meglio”.