La dieta per i diverticoli: cosa mangiare e cosa evitare per prevenire l’infiammazione

Quando sono presenti diverticoli nel colon, l’alimentazione rappresenta il primo trattamento per evitare che questi si infiammino. Cosa mangiare e cosa evitare

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Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

Diverticoli: cosa sono

I diverticoli sono piccole e multiple tasche che si sviluppano nelle pareti del colon, di solito nel sigma, anche se possono interessare anche tutto il grosso intestino. Quando sono presenti, si parla di diverticolosi, una condizione per lo più misconosciuta che colpisce circa il 10% della popolazione e raramente causa problemi. 

Sebbene sia più frequente tra gli anziani, può comparire a qualsiasi età e la sua diffusione (prevalenza) sotto i 30 anni, attualmente molto bassa (1-2%), è destinata a salire a causa del continuo peggioramento delle abitudini alimentari della popolazione. Le donne hanno una probabilità doppia rispetto agli uomini di sviluppare diverticoli.

Cause

“I diverticoli – spiega il prof. Pier Luigi Rossi, medico specialista in scienze della alimentazione e medicina preventiva – si formano quando i muscoli del colon si indeboliscono e la parete intestinale subisce un aumento della pressione a causa della stipsi, fattore di rischio per lo sviluppo di queste ‘sacche’. 

La loro presenza è un segno di invecchiamento dell’intestino, l’espressione di una cattiva alimentazione povera di fibra alimentare e di un microbiota alterato.

Il processo di formazione dei diverticoli è questo: 

–       Si segue un’alimentazione scorretta con una insufficiente assunzione di fibra alimentare contenuta negli alimenti di origine vegetale e in quelli integrali.

–       L’insufficiente assunzione di fibre modifica e riduce la presenza di batteri con azione positiva sul microbiota intestinale e la massa fecale nel colon.

–       La riduzione della massa fecale e batterica causa un restringimento del canale del colon che procura un aumento della pressione al suo interno ed è responsabile di uno sfondamento sulla parete intestinale, con comparsa di diverticoli”. 

Sintomi

Poiché la diverticolosi è soprattutto asintomatica, la maggior parte delle persone scopre di avere dei diverticoli in modo del tutto casuale, solitamente nel corso di indagini radiologiche o endoscopiche del colon effettuate per altri motivi.

Nel 10% dei casi, però, i diverticoli si infiammano: questa condizione si chiama diverticolite e rappresenta la causa principale dell’inizio dei sintomi, rappresentati generalmente da spasmi del colon, molto spesso a livello del basso addome a sinistra, che portano a dolenzia o vero e proprio dolore in corrispondenza del sigma. A volte si può associare diarrea e, quando l’infiammazione è più grave, il dolore diventa più intenso e a questo si aggiungono febbre e brividi.

“Chi vuole verificare se gli eventuali suoi diverticoli sono infiammati – prosegue il prof. Pier Luigi Rossi – può premere con la mano nella parte sinistra dell’addome. Se al momento del rilascio della mano dalla parete dell’addome avverte dolore, è opportuno parlarne con il medico, poiché è un segno di infiammazione in atto”. 

Complicazioni

Nei casi più impegnativi di infiammazione si può arrivare alla perforazione dei diverticoli, che necessita di immediato intervento chirurgico. Questo prevede, il più di frequente, una resezione di parte del colon (a sinistra del sigma) che viene poi riagganciato al retto. 

Sebbene, di norma, garantisca il recupero totale della funzionalità intestinale dopo 2-3 settimane dalla chirurgia, non è un intervento semplice e va svolto da chirurgi specializzati e con le tecniche più recenti, come la laparoscopia. 

In generale, comunque, la malattia non è da sottovalutare. Infatti, in caso di diverticolite acuta complicata, generalmente in condizioni di urgenza potrebbe essere necessario un intervento in due tempi con il confezionamento di un ano artificiale prima e con il ripristino della funzione intestinale con una operazione dopo.

La dieta per chi soffre di diverticoli

Per prevenirne l’insorgenza di diverticolosi e diverticolite è fondamentale seguire una dieta varia ed equilibrata con una sufficiente presenza di fibra alimentare. 

“La dose consigliata è di almeno 30 g al giorno: 20 g fibra alimentare non idrosolubile + 10 g fibra alimentare idrosolubile”, consiglia il prof. Pier Luigi Rossi. Via libera, dunque, a frutta e verdura di stagione, probiotici e prebiotici e tanta acqua per favorire il transito intestinale, tenendo presente che l’aumento del contenuto di fibre nella dieta deve essere graduale per ridurre al minimo il gonfiore addominale e per favorire l’adattamento dell’intestino al cambiamento delle abitudini alimentari.

Semaforo giallo, invece, a una eccessiva introduzione di carne rossa. “Una alimentazione ricca di carne rossa – spiega l’esperto – cambia il metabolismo batterico del colon, portando a modificazioni del microbiota che possono provocare la produzione di molecole favorenti lo spasmo della parete intestinale, con conseguente indebolimento della parete del colon e formazione dei diverticoli. Carne rossa o trasformata (salumi, insaccati, salsicce…), alimenti precotti a base di carne, come cordon bleu e altri cibi simili causano un aumento di 2-4 volte il rischio di sviluppare diverticoli rispetto ai vegetariani o ai vegani”.

“La carne rossa ottenuta da animali allevati in modo intensivo con granaglie, soia, e stabulati – continua il prof. Rossi – contiene anche una dose considerevole di acidi grassi saturi (acido palmitico, stearico, miristico, arachidonico, omega 6…), associati anch’essi a un maggior rischio di diverticolite”.

Cosa mangiare e cosa evitare se c’è una diverticolite in atto? “Se i diverticoli sono infiammati – suggerisce il medico – occorre invece ridurre la dose giornaliera di fibra alimentare e di tutti quegli alimenti che nei processi digestivi dovessero fermentare eccessivamente aumentando la quantità di gas intestinale (un esempio sono alcuni tipi di verdure come carciofi e cavoli, la frutta estiva, l’uva, gli agrumi e i legumi). Attenzione anche all’utilizzo di te e caffè”.

La frutta con i semini causa diverticolite?

No, conclude l’esperto. “Il pensiero che la causa di diverticolite possa essere l’assunzione di semini contenuti in alcuni alimenti come pomodori o kiwi è destituito di ogni fondamento scientifico. Non esiste alcuna pubblicazione scientifica, pubblicata in serie riviste internazionali, che colpevolizzi alcuni alimenti con semi”.