Sanremo 2023, terza serata 9 febbraio. Egonu al top, Grignani si ferma, Amadeus ex boomer

Morandi apre la terza serata di Sanremo 2023. Amadeus ("sboomerizzato") entra facendo una diretta Instagram

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Martina Dessì

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Content editor di tv, musica e spettacolo. Appassionata di televisione da sempre, designer di gioielli a tempo perso: ama i particolari, le storie e tutto quello che brilla.

“Volare bassi per schivare i sassi”, Gianni Morandi apre – da solo – la terza serata di Sanremo 2023, lasciando volontariamente in disparte Amadeus che ci appare completamente rapito dal suo nuovo account social creato per lui da Chiara Ferragni. La saggezza popolare dell’artista di Monghidoro conquista il pubblico: dopotutto, se è sulla scena da 60 anni non può essere di certo un caso.

Amadeus lo raggiunge appena dopo, senza guardare avanti proprio come capita a tutti noi almeno una volta in un’intera giornata, preso dal suo nuovo Instagram che ha aggiornato in tempo reale con un video trasmesso direttamente dall’Ariston. Intanto, a pochi minuti dall’inizio della diretta, è stata confermata l’assenza di Peppino di Capri.

Sanremo 2023, Gianluca Grignani si ferma e allude a Blanco

“Sono diventato grande e ho imparato”, un riferimento non troppo velato a Blanco e ai dichiarati problemi con la voce – quello di Gianluca Grignani – che ha dovuto fermare la musica perché non sentiva il ritorno in cuffia. L’orchestra si è fermata per consentirgli di riprendere la sua esibizione e nelle migliori condizioni, attirando persino l’attenzione del direttore artistico Amadeus che ha raggiunto il centro del palco.

Una lezione che ha imparato con l’età e che oggi gli ha consentito di non reagire in maniera non idonea a un evidente problema tecnico. È perfino rientrato in sala per ritirare il bouquet di fiori che il conduttore ha sventolato con il chiaro intento di attirare la sua attenzione. Grignani è comunque Grignani, mai disposto a tradire se stesso. I fiori di Sanremo sono infatti finiti dritti in platea, di fronte al direttore di Rai1 – Stefano Coletta – che ha reagito tra lo sconcertato e il divertito.

Salta l’esibizione di Peppino di Capri

La sua presenza era stata annunciata nel corso di una delle edizioni domenicali del Tg1, con un premio alla carriera da ritirare direttamente sul palco del Teatro Ariston. Sparito dalla scaletta della terza serata, l’artista non ha potuto prendere parte alla manifestazione per un improvviso abbassamento di voce che gli avrebbe impedito di esprimersi al meglio.

La sua partecipazione sembra comunque essere solo rimandata. Maggiori informazioni sono attese nella conferenza stampa di commento alla terza serata, ma è già ufficiale la sua presenza sul palco il 10 febbraio.

Lazza scende in platea per la mamma

Il suo brano, Cenere, potrebbe essere uno dei pretendenti al podio. Lazza sta facendo un ottimo Sanremo e a fare il tifo per lui, direttamente in platea, c’è anche la sua mamma. Al termine della sua esibizione, scende dal palco di corsa per raggiungerla tra le file di poltrone rosse e la trova imbarazzata ma anche molto emozionata per lui.

“Dei fiori speciali per una persona speciale”, ha detto tornando verso il palco, che l’attende di nuovo nella quarta serata per l’appuntamento con le cover.

I Måneskin tornano all’Ariston ed è subito festa

Sono tornati sul palco dal quale è partito il sogno internazionale. I Måneskin hanno fatto ballare l’intero teatro, proprio come ci aspettavamo, forti del successo di Rush! e del singolo Gossip per il quale Damiano David ha persino deciso di rasarsi i capelli a zero. Con loro, sul palco, anche Tom Morello, leggenda del rock e chitarrista straordinario.

Il medley è composto dai grandi successi di questi ultimi anni, compresa la coinvolgente ballad The Loneliest, con la quale hanno aperto il nuovo corso artistico che è culminato nella pubblicazione del nuovo disco di inediti con cui gireranno il mondo (debuttando negli stadi). L’appuntamento è per luglio, nella loro Roma, allo stadio Olimpico.

Maneskin a Sanremo 2023
Fonte: Getty Images
Maneskin a Sanremo 2023

Paola Egonu meravigliosa cantante (con dedica a Morandi)

Si è presentata sul palco con un meraviglioso abito disegnato per lei da Armani: Paola Egonu ha dovuto perfino dare prova di non aver sceso le scale del Teatro Ariston sui trampoli, sollevandosi leggermente l’orlo dell’abito per mostrare l’altezza dei tacchi. Bellissima e decisa a divertirsi, ha anche cantato uno dei suoi brani preferiti, L’uomo che ama le donne di Nina Zilli. E a “sei bello come un dio”, Gianni Morandi si attesta la dedica. Irresistibili.

Tutti in piedi per Marco Mengoni

Stile, voce, professionalità. Marco Mengoni incassa un’altra esibizione di categoria superiore, con un eccellente controllo delle emozioni che cedono alla fine della performance con una mano che trema sul microfono. Coinvolto e coinvolgente, ha lavorato su se stesso e sul suo percorso artistico con un rispetto per il pubblico che è di pochi, tornando sul palco dell’Ariston con un progetto valido.

Due vite è un’esecuzione da super ospite, studiata in ogni minimo dettaglio e senza che mai la voce venga buttata via. Un’emozione che arriva, assorbita dal pubblico fino all’ultima nota dal pubblico, che scatta in piedi lasciandosi andare in un applauso che dura minuti. Strepitoso.

“Ognuno col suo viaggio, ognuno diverso”: Egonu immensa

La ragazza spaurita della conferenza stampa ha lasciato spazio a una splendida donna, che sul palco del Teatro Ariston è sbocciata. Paola Egonu non ha lasciato spazio alle interpretazioni, raccontandosi fino a toccare  – con le parole – la maglia azzurra che porta sulle spalle con grande orgoglio. E che non ha abbandonato.

Cita Vasco e si emoziona, appropriandosi della canzone dei “perdenti” per eccellenza, Vita Spericolata. Un ultimo posto che è valso un’intera carriera, perché chi perde vince rialzandosi. Così ha fatto Vasco, così faranno tutti gli artisti che quest’anno guarderanno la classifica dal basso, così ha fatto lei tutte le volte che ha dovuto giustificarsi perché classificata come “diversa”.

Qui, un breve estratto del suo monologo: “Sono spesso criticata, è inevitabile. Alcune sono costruttive, ma altre dei veri macigni. Sta a noi dare il giusto peso. Non ho mai smesso di godermi i momenti belli. Sono stata accusata di non avere rispetto del mio Paese, per aver mostrato le mie paure. Amo l’Italia e vesto con orgoglio la maglia azzurra. Ho un grande senso di responsabilità verso questo Paese. Se perdo una finale non vuol dire che sono una perdente. Come a Sanremo, quando Vasco Rossi arrivò penultimo. Anche dalla sconfitte può nascere un percorso, ognuno con il suo viaggio, ognuno diverso”.

Una strepitosa Rocio Muñoz Morales bacia Amadeus

Dolcissima e sempre impeccabile nel look, Rocio Muñoz Morales è tornata al Teatro Ariston per un momento con Massimo Ranieri, che ha cantato in modo impeccabile Lasciami dove ti pare. Immancabile la gag col direttore artistico che, in assenza di Fiorello, è diventato il centro di alcuni dei momenti più divertenti portati sul palco.

Ormai italiana d’adozione, l’attrice di origini spagnole mostra ad Amadeus come ci si saluta in Spagna, baciandolo prima sulle guance e, infine, lasciandosi scappare un fugace bacio sulle labbra captato immediatamente da Giovanna Civitillo – moglie di Amadeus – in prima fila con il figlio José.

La classifica generale da televoto e demoscopica

Hanno votato la giuria demoscopica e il televoto. La classifica provvisoria, con le posizioni dei Big dalla 28ª alla 1ª:

  • Sethu Cause perse
  • Shari Egoista
  • Will Stupido
  • Anna Oxa Sali
  • Olly Polvere
  • gIANMARIA Mostro
  • Cugini di Campagna Lettera 22
  • Levante Vivo
  • Colla Zio Non mi va
  • Leo Gassman Terzo cuore
  • Mara Sattei Duemilaminuti
  • Articolo 31 Un bel viaggio
  • Ariete Mare di guai
  • Se poi domani
  • Paola e Chiara Furore
  • Modà Lasciami
  • Gianluca Grignani Quando ti manca il fiato
  • Coma_Cose L’addio
  • Giorgia Parole dette male
  • Elodie Due
  • Colapesce Dimartino Splash
  • Rosa Chemical Made in Italy
  • Madame Il bene nel male
  • Tananai Tango
  • Lazza Cenere
  • Mr Rain Supereroi
  • Ultimo Alba
  • Marco Mengoni Due vite