Intolleranza alimentare o allergia? Ecco la domanda che spesso ci si pone al manifestarsi di sintomi quali perdita di peso improvvisa, nausea, problemi digestivi, reazioni cutanee. La questione, è che i segnali di una possibile intolleranza alimentare o di un’allergia ad alcuni alimenti, sono davvero molto simili e questo non fa altro che generare ulteriore confusione.
L’alimentazione condiziona il nostro benessere (in modo positivo e negativo) e quindi ha ripercussioni più o meno importanti sulla stessa quotidianità. Di conseguenza, mangiare bene e capire cosa ci fa stare meno bene, è fondamentale per trattare al meglio la condizione.
Le intolleranze alimentari sono molto comuni nella popolazione. Tuttavia non costituiscono un pericolo per la vita, piuttosto possono causare alcuni problemi. Per arrivare poi a una diagnosi, sono necessari diversi esami e qui a venire in aiuto è il proprio medico di base o uno specialista. Questo è difatti uno dei primi passi da compiere quando si verificano di frequente i classici sintomi di una possibile intolleranza alimentare.
Come possiamo quindi riconoscere le intolleranze alimentari e cosa possiamo fare? Abbiamo approfondito l’argomento con la Dottoressa Laura Giori, Biologa Nutrizionista.
Indice
Cosa sono
«Le intolleranze alimentari sono reazioni avverse al cibo caratterizzate da una difficoltà dell’organismo dopo l’ingestione di un determinato alimento o di un suo componente. Esistono ad esempio reazioni pseudo-allergiche da cibi ricchi di istamina o istamino-liberatori, intolleranze verso sostanze farmacologicamente attive naturalmente presenti o intenzionalmente aggiunte agli alimenti (additivi), intolleranze da deficit enzimatici (intolleranza al lattosio)», spiega la dottoressa.
Può anche capitare che una persona abbia diverse intolleranze alimentari. In questo caso, la diagnosi sarà più accurata.
Cause
«Le cause di queste reazioni avverse non sono del tutto note. Le ipotesi variano da una predisposizione genetica e familiare, ad infezioni intestinali, fino a problemi durante lo svezzamento».
Tra i cibi associati alle intolleranze alimentari rientrano:
- il glutine;
- il latte;
- composti come caffeina e fruttosio;
- conservanti e coloranti di origine alimentare.
Sintomi
«I sintomi più comuni sono:
- pesantezza epigastrica;
- problemi digestivi;
- dolore addominale;
- gonfiore addominale;
- alitosi;
- nausea;
- meteorismo;
- flatulenza;
- diarrea;
- stitichezza;
- dimagrimento;
- stanchezza cronica;
- cefalea;
- ansia/depressione;
- reazioni cutanee.
Si tratta di sintomi che il più delle volte si manifestano poche ore dopo un pasto. Alcuni di questi poi, sono simili a quelli riconducibili a condizioni dell’apparato digerente, come ad esempio la sindrome dell’intestino irritabile. Tuttavia, test specifici e una diagnosi attenta ed accurata, sono utili per comprendere la causa del malessere.
Qual è la differenza tra allergia e intolleranza?
«Allergia e intolleranza sono spesso erroneamente confuse fra di loro a causa della somiglianza dei sintomi:
- le intolleranze alimentari sono “croniche” e caratterizzate da una comparsa lenta dei sintomi. Non sono provocate dal sistema immunitario e sono dose-dipendenti, ovvero la reazione dipende strettamente dalla quantità dell’alimento non tollerato o è prodotta dalla carenza di un enzima (come nel caso dell’intolleranza al lattosio).
- nel caso delle allergie invece, la reazione è acuta, insorge in breve tempo ed è sempre il sistema immunitario a riconoscere una specifica sostanza, indipendentemente dalla quantità. Nelle reazioni allergiche entrano in gioco gli anticorpi IgE», continua la dottoressa Giori.
Di grande aiuto può essere tenere una sorta di “diario alimentare” e in cui annotare:
- i cibi consumati ad ogni pasto;
- eventuali sintomi/effetti collaterali successivi;
- quando si verificano i sintomi.
Si tratta di uno strumento che può essere di supporto allo specialista per poter capire meglio gli alimenti causa delle reazioni avverse.
Cosa fare
«Se si sospetta un’intolleranza alimentare, è opportuno consultare il proprio medico di base, che, una volta valutata la situazione, prescriverà gli opportuni esami (ad esempio il breath test per il lattosio) ed in caso, se necessario, indicherà gli specialisti a cui rivolgersi. Sconsigliatissimo invece il fai da te e il fidarsi di persone non qualificate che propongono test non validati a livello scientifico (ad esempio test del capello, dosaggio IgG4, test citotossico, Alcat test, iridologia)», conclude l’esperta.
In generale quindi, è bene tenere sotto controllo sintomi come quelli descritti sopra. Se non si tratta di segnali isolati, ma frequenti, il consiglio è di parlarne con il proprio medico per valutare gli esami da svolgere. In caso di diagnosi di intolleranza alimentare ad uno o più alimenti (o ai suoi componenti), un regime alimentare personalizzato potrà dare buoni risultati.