Intestino irritabile: gli effetti benefici delle lunghe passeggiate

Uno studio dimostra che fare 10mila passi al giorno ha effetti benefici sulla sindrome dell'intestino irritabile

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Con il cambio dell’alimentazione, lo stress e il periodo che fa seguito al lockdown che abbiamo vissuto in alcune persone i ritmi intestinali possono essersi alterati. Niente paura: una buona idratazione, il consumo regolare di frutta e verdura e l’attività fisica sono più che sufficienti a rimettere in riga l’attività dei visceri. Per chi però soffre di sindrome dell’intestino irritabile, fare i conti con dolore, meteorismo, gonfiore e difficoltà ad andare di corpo è la regola. Contromisure possibili: movimento, in particolare per le donne. A dire che il quadro appare meno grave in chi aumenta l’attività motoria è una ricerca giapponese, condotta su persone giovani con la sindrome, pubblicata su PlosONE.

10.000 passi al giorno contro il disagio

Lo studio è stato condotto su un centinaio di studenti universitari. In quasi quattro casi su cinque si trattava di giovani donne, che facevano i conti con questa sindrome, caratterizzata in alcuni casi da stitichezza, in altri da diarrea, in altri ancora dall’alternarsi di queste due condizioni. Valutando gli effetti dell’attività fisica regolare con una speciale scala di misurazione impiegata in ambito medico, chiamata GSRS (la sigla sta per Gastrointestinal Symptom Rating Scale) gli esperti della Saitma University che hanno condotto lo studio hanno visto come all’aumentare del movimento (fatto anche semplicemente di lunghe passeggiate) sia risultato ridotto l’insieme dei sintomi.

Cinque i parametri presi in considerazione: il reflusso acido dello stomaco (che spesso si associa a questa condizione), il mal di pancia, la sensazione di digestione lenta, la diarrea e la stitichezza. Controllando con un semplice segnapassi il movimento giornaliero si è visto che chi si muoveva di più ed a passo svelto (o addirittura con qualche corsetta) poteva migliorare il punteggio ottenuto nel test.

Il livello di passi consigliato per ottenere risultati è di almeno 10.000 passi: quando si supera questo livello, stando allo studio, si possono ottenere miglioramenti, ovviamente in rapporto alle persone che soffrono del quadro ed invece sono più “pigre”. Per tentare di spiegare la correlazione lo studio giapponese propone diverse ipotesi: sul fronte del gonfiore addominale e del meteorismo pare proprio che il movimento aiuti ad eliminare i gas presenti nell’intestino. Sul fronte invece della risposta generale del viscere, potrebbe essere chiamato in causa un altro meccanismo che passa attraverso una riduzione del livello d’infiammazione.

Ci sono ricerche che dimostrano come dopo diverse settimane di passeggiate quotidiane si abbassino i valori di composti che in qualche modo si correlano all’infiammazione, come specifiche citochine (in particolare Interleughina-16) che danno un parametro del quadro infiammatorio generale.

Non è solo stitichezza

Stando alle statistiche la sindrome dell’intestino irritabile interessa circa 7 persone su cento in Italia, concentrandosi in particolare tra le donne giovani. Per arrivare alla diagnosi, che va sempre fatta da un medico, bisogna escludere che ci siano vere e proprie lesioni visibili dell’intestino: purtroppo il quadro non viene riconosciuto per tempo e la diagnosi arriva in ritardo. Ci sono persone che vivono per decenni con dolori addominali ed irregolarità dell’alvo, prima di rivolgersi al gastroenterologo.

I quadri, ovviamente, non sono tutti della stessa gravità ed occorre riconoscere le persone che soffrono di forme severe con disturbi che  possono avere un peso estremamente pesante sulla qualità di vita.

La “vera” sindrome dell’intestino irritabile è una malattia micro-organica che coinvolge diverse componenti come i contenuti intestinali caratterizzati oltre che dal cibo che mangiamo anche e soprattutto, dal microbiota (la popolazione batterica) intestinale, la barriera mucosa intestinale che è la più grande superficie del corpo umano che lo separa dall’esterno, il sistema immunitario della sottomucosa che è il principale organo immunitario del corpo umano e che, inappropriatamente stimolato, può avere un’iperattivazione con le conseguenti alterazioni. E con i disturbi che ne seguono.