Strappo muscolare: cos’è, cause e rimedi

Come ci si procura uno strappo muscolare, in cosa differisce da uno stiramento, quali sono le cause e i rimedi possibili

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Elisa Cappelli

Esperta di fitness

Laureata in Filosofia e Master in Giornalismo Internazionale LUISS. Trainer certificata CONI e FIF (Mat base e avanzato). Studia Anatomy in Motion (Gary Ward) e Qi gong.

Come capire se è uno strappo o uno stiramento

La differenza tra strappo muscolare e stiramento sta nella gravità dell’infortunio: lo stiramento va a carico delle fibre muscolari ma non determina una vera e propria rottura, mentre lo strappo, quando molto grave, crea proprio un solco a livello del distretto o dei distretti muscolari interessati. In entrambi i casi, quindi, si chiede troppo al muscolo, ma nel caso dello strappo questa sollecitazione diventa talmente importante da creare una vera e propria rottura.

In un’ipotetica piramide di crescente severità della lesione, la contrattura (aumento involontario e permanente del tono muscolare) sta alla base, lo stiramento ha una media entità e in cima potremmo collocare lo strappo (rottura delle fibre muscolari). Lo stiramento, poi, di solito interessa i muscoli della gamba, del braccio, della schiena e quelli limitrofi al collo, mentre nello strappo troviamo interessati soprattutto i distretti degli arti inferiori e superiori.

A seconda del numero di fibre muscolari coinvolte nello strappo, si va in ordine crescente di gravità (grado 1, 2 o 3):

  • nella lesione di I grado vengono danneggiate poche fibre muscolari, il fastidio è lieve e i movimenti sono quasi completamente senza dolore;
  • la lesione di II grado interessa un maggior numero di fibre muscolari e per questo, ogni volta che si va a contrarre il muscolo interessato, si sente un dolore da limitare in maniera importante il movimento;
  • La più seria – la lesione di III grado – corrisponde a una vera e propria lacerazione del muscolo e genera un dolore estremo che impedisce il movimento.

Quanto dura il dolore e quanto ci mette a guarire

Oltre a sospendere subito qualsiasi sforzo fisico si stia compiendo nel momento dell’infortunio, occorre avere un’indagine ortopedica o comunque specialistica per capire la natura del danno alle fibre.

Se si tratta di una lesione lieve ci si deve imporre il riposo completo per un paio di settimane. Insieme al riposo si deve avere la costanza di fare impacchi freddi per sostenere la circolazione sanguigna e tollerare il dolore. Su prescrizione medica si possono assumere antidolorifici e pomate miorilassanti; ne esistono in commercio ottime a base di erbe naturali e ovviamente vanno applicate senza esagerare con le pressioni o gli impastamenti in modo da non peggiorare la situazione.

Le indagini devono essere completate con un’ecografia ed una eventuale risonanza magnetica per i tessuti molli. Maggiore il livello della lesione, maggiore il tempo di recupero. Nei casi più seri si devono prevedere tempi di recupero maggiori e prenotare delle sedute di fisioterapia o di altri specialisti che siano in grado di trattare l’infortunio senza arrecare ulteriore danno alle fibre. Molti fisioterapisti ricorrono a trattamenti come tecarterapia, laserterapia.

3 consigli per prevenirlo

Inevitabile ribadire che prima di tutto lo strappo si potrebbe prevenire attraverso semplici accorgimenti, tra cui ne elenchiamo alcuni davvero importanti.

Fare riscaldamento

Riscaldare bene il corpo e tutti i suoi distretti muscolari serve per non incorrere in nessun tipo di infortunio, che sia una contrattura, uno stiramento o uno strappo. Un riscaldamento di minimo 10 minuti – a prescindere dallo sforzo che si va compiendo – permette di tenere in salute le fibre, ammortizzarle e prepararle. Questa fase dell’allenamento non va sottovalutata e determina anche il livello della performance.

A qualsiasi sforzo ci si dedichi diventa importantissimo anche rispettare il giorno di riposo e di recupero ovvero un giorno in cui non si fa alcun tipo di allenamento o al massimo una camminata di blanda intensità.

Lo strappo muscolare è più frequente nelle discipline di: forza elastica, forza massimale, rapidità e velocità. Chi pratica sollevamento pesi, baseball, calcio o gare di sprint o di salto dovrebbe sempre avere cura massima per quel che riguarda la fase di riscaldamento.

Fare stretching

A fine allenamento diventa importantissimo allungare le fibre sempre in modo graduale, senza esagerare. Questo permette al corpo di adeguarsi all’allungamento e di lavorare in modo graduale e importante sull’elasticità. Una volta costruita una base di allenamento idonea, tutto il corpo si rigenera e migliora nella performance.

Imparare ad ascoltarsi

Capire il proprio limite permette di superarlo senza forzare. Evitare di forzare significa non spingersi con ostinazione oltre il proprio limite. Il lavoro atletico e sportivo deve essere idoneo alla propria condizione fisica, tenere conto degli infortuni pregressi ed essere volto al benessere della condizione muscolo-articolare. Il corpo cambia di giorno in giorno e se ci si accorge che in alcuni giorni la muscolatura resta contratta e rigida, conviene sapere cosa chiedere al proprio corpo in quel determinato giorno. Se ad esempio nel giorno precedente all’allenamento abbiamo dormito poco o abbiamo ceduto a stravizi a tavola diventa importantissimi ribilanciarsi e poi successivamente dedicarsi all’allenamento.