Arnica: proprietà, benefici e controindicazioni

L’arnica è tradizionalmente utilizzata come rimedio efficace in caso di contusioni, distorsioni e dolori muscolari

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Tatiana Maselli

Erborista ed Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze e Tecnologie Erboristiche, ambientalista e appassionata di alimentazione sana, cosmesi naturale e oli essenziali, scrive per il web dal 2013.

Pubblicato: 27 Novembre 2020 19:49

Cos’è, proprietà e benefici

L’arnica, detta anche come erba delle cadute o erba starnutella o tabacco di montagna, è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae e che cresce spontaneamente su Alpi e Appennini ad altitudini superiori ai 2000 metri. Esistono circa 30 specie di Arnica nel mondo: l’Arnica montana è quella tra le più utilizzate.

La pianta, che può raggiungere i 20-60 centimetri d’altezza, è caratterizzata da un robusto rizoma sotterraneo dal quale si sviluppa una rosetta di foglie basali lanceolate e intere. Al momento della fioritura, al centro della rosetta cresce un fusto con una o due paia di foglie opposte e con all’estremità un capolino solitario di grandi dimensioni. Raramente, lo scapo infiorescenziale porta più di un capolino. I capolini dell’arnica possono raggiungere i 60-80 millimetri di diametro e sono composti da fiori ligulati femminili giallo intenso e da fiori centrali maschili tubulosi.

La droga dell’arnica, cioè la parte della pianta con il maggior tenore di costituenti attivi, è rappresentata proprio dai capolini (fiori) ricchi di carotenoidi e lattoni sesquiterpenici, oltre ad altre sostanze tra cui olio essenziale, polisaccaridi, cumarine e flavonoidi. La presenza di queste molecole conferisce all’arnica proprietà antinfiammatorie, analgesiche e antibatteriche.

I benefici dell’arnica dipendono dalla sua capacità inibire la ciclossigenasi (un enzima la cui attività aumenta durante i processi infiammatori), la migrazione dei globuli bianchi e l’attivazione di NF-kB (un complesso proteico coinvolto nella regolazione della risposta immunitaria). Grazie alle proprietà e ai benefici dell’arnica, i preparati ottenuti da questa pianta sono tradizionalmente utilizzati in caso di contusioni e distorsioni per ridurre lividi, ematomi e alleviare il dolore post traumatico.

L’arnica è utilizzata anche in caso di gengiviti e infezioni del cavo orale, infiammazioni provocate da punture di insetti, dolori muscolari, reumatici e post operatori, bruciature di lieve entità ed eritemi solari.

Come utilizzarla

I capolini dell’arnica vengono impiegati per preparare tinture madri e altri estratti liquidi da utilizzare in unguenti, pomate, creme e gel che, per essere efficaci, devono contenere percentuali di tintura o estratti fluidi compresi tra il 10 e il 25%.

I preparati a base di arnica sono un eccellente rimedio in caso di contusioni, distorsioni, ematomi, dolori muscolari e reumatici. L’arnica è poi un rimedio efficace anche in caso di infiammazioni e irritazioni della pelle, provocate ad esempio dall’eccessiva esposizione al sole, da piccole ustioni e bruciature o da punture di api, zanzare e altri insetti.

Gel, unguenti e pomate all’arnica si utilizzano solo esternamente massaggiando localmente il prodotto sulla zona da trattare, anche più volte al giorno. È bene evitare l’uso dell’arnica su ferite aperte, piaghe e in prossimità degli occhi.

Le tinture di arnica, opportunamente diluite in acqua o alcool, sono utili anche per effettuare cataplasmi in caso di infezioni e infiammazioni del cavo orale.

I prodotti all’arnica sono facilmente reperibili in erboristeria, farmacia e parafarmacia.

Coltivazione e raccolta

Arnica montana predilige i prati in alta quota, oltre gli 800 metri, terreni acidi con ph compreso tra 5 e 5,5 ed una pendenza di almeno 3°, tale da impedire il ristagno dell’umidità.

La fioritura avviene tra maggio e agosto, momento in cui coincide anche la raccolta della pianta: va considerato che, sebbene la pianta cresca spontaneamente, la raccolta degli esemplari in natura è sconsigliata. Innanzitutto è bene ricordare che si tratta di una specie protetta, la cui raccolta è regolamentata dalla legge. In secondo luogo, è pressoché impossibile valutare il contenuto in arnica nei preparati autoprodotti.

Proprio per preservare le proprietà e la numerosità della specie, alcune aziende hanno adottato pratiche di raccolta sostenibile dell’Arnica.

Controindicazioni, interazioni ed effetti collaterali

L’arnica, per uso esterno, è considerata un rimedio sicuro tradizionalmente utilizzata per contusioni, distorsioni ed ematomi.

L’utilizzo prolungato di prodotti a base di arnica può però provocare dermatiti da contatto nei soggetti sensibili e ipersensibilità incrociata con altre specie della famiglia delle Asteraceae o Compositae, in particolare con la calendula e la camomilla.

I lattoni sesquiterpenici presenti nei capolini dell’arnica possono inoltre dare allergie nelle persone predisposte. Chi è allergico alle Asteraceae può dunque sviluppare fenomeni di ipersensibilità anche utilizzando gel, unguenti e pomate all’arnica, pertanto si consiglia di effettuare una prova in un’area delimitata del corpo, massaggiando ad esempio il prodotto sulla parte interna dell’avambraccio. Se entro 24 ore dall’applicazione la pelle non appare arrossata e non presenta prurito o altri sintomi di ipersensibilità, il prodotto può essere utilizzato anche in aree più estese del corpo.

L’uso topico di arnica è sconsigliato in gravidanza, durante la gravidanza e l’allattamento e prima di un intervento. I preparati a base di arnica possono inoltre interagire con oli essenziali ed è bene dunque non applicare contemporaneamente prodotti che contengano queste sostanze o aggiungere essenze creme, pomate e unguenti all’arnica.

L’arnica va poi utilizzata solo sulla cute sana evitando l’impiego sulla pelle che presenta lesioni, ferite, ulcere o dermatiti poiché sulla pelle non integra potrebbero verificarsi irritazioni nella sede di applicazione.

Infine, l’uso interno è fortemente sconsigliato poiché l’assunzione orale di questa pianta officinale può causare dolori addominali, nausea, vomito, mal di testa, vertigini, palpitazioni e ipotensione arteriosa.

 

Fonti:

American Journal of Therapeutics

Wiley

European Journal of Sport Science