Ginkgo biloba: benefici, effetti e controindicazioni

Il Ginkgo biloba è una pianta utilizzata in erboristeria per i suoi benefici sull’apparato circolatorio e per l’effetto neuroprotettivo nelle persone anziane

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Tatiana Maselli

Erborista ed Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze e Tecnologie Erboristiche, ambientalista e appassionata di alimentazione sana, cosmesi naturale e oli essenziali, scrive per il web dal 2013.

Caratteristiche e proprietà

Il Ginkgo biloba è un albero dioico originario della Cina, appartenente alla famiglia delle Ginkoaceae, ritenuto un fossile vivente in quanto unica specie che rappresenta le Ginkgophyta.

In alcuni paesi orientali, il ginkgo è considerato un albero sacro e viene spesso piantato nei giardini dei templi, mentre noi lo troviamo in diversi parchi e giardini poiché oltre che per le sue proprietà terapeutiche, il ginkgo è molto apprezzato per il suo valore ornamentale.

Si tratta di una pianta caratterizzata da un tronco che può arrivare a misurare fino a un metro di diametro raggiungendo un’altezza di anche trenta metri. I rami portano foglie decidue, alterne e raggruppate a ciuffi, di colore verde chiaro simili a piccoli ventagli, di forma leggermente differente a seconda che crescano sui rami più lunghi, detti macroblasti, o sui rami più corti e quasi del tutto privi di internodi, chiamati brachiblasti. Le foglie dei brachiblasti sono quasi sempre intere o con un’incisione poco profonda, mentre quelle che si sviluppano sui macroblasti sono profondamente incise. In autunno, le foglie di ginkgo assumono una colorazione gialla poiché, prima che cadano, la pianta smette di produrre clorofilla e degrada quella già presente. Tale fenomeno, osservabile in diverse specie a foglia caduca, è noto come foliage.

Le foglie del Ginkgo biloba sono utilizzate in erboristeria e fitoterapia soprattutto per la loro azione sull’apparato circolatorio e nel trattamento del deficit cognitivo lieve. Il ginkgo è infatti ritenuto vasoregolatore e inibitore dell’aggregazione piastrinica. Le proprietà e i benefici del ginkgo dipendono dalla presenza di flavonoidi, sesquiterpeni e diterpeni, questi ultimi noti come ginkgolidi.

Le strutture riproduttive degli esemplari femminili di ginkgo sono ovuli che a maturità diventano carnosi, giallastri e presentano un odore molto sgradevole a causa della presenza di acido butirrico. Gli esemplari maschili hanno invece coni penduli che si sviluppano sui rami più corti e che contengono il polline. L’impollinazione avviene grazie all’azione del vento.

I semi del ginkgo sono tossici ma la parte interna è comunemente consumata a scopo alimentare dalle popolazioni asiatiche, previa tostatura. La parte più esterna dei semi è invece scartata poiché, anche in seguito a semplice contatto con la pelle, provoca violenti dermatiti a causa della presenza di sostanze fenoliche tossiche; se ingerita porta a disturbi dell’apparato circolatorio, respiratorio e digerente.

Benefici ed effetti

Il Gingko biloba presenta numerose proprietà e benefici per la salute ed è impiegato da millenni per trattare diversi disturbi. L’utilizzo terapeutico del ginkgo è giustificato dalla presenza di composti attivi presenti soprattutto nelle foglie: le foglie di ginkgo contengono infatti elevate quantità di composti flavonici e numerosi derivati terpenici tra cui il bilobalide e i ginkolidi A, B, C, M e J, molecole responsabili delle sue proprietà.

Una volta essiccate, le foglie sono utilizzate in erboristeria e fitoterapia per preparare estratti utili in caso di:

  • problemi circolatori
  • deficit cognitivo lieve
  • titinnio o acufene
  • vertigini di origine vascolare

Le foglie di ginkgo e gli estratti da esse ricavate sono dunque indicate per migliorare la circolazione a livello del sistema nervoso centrale e periferico, grazie alle proprietà vasodilatatrici, antiossidanti e fluidificanti. Tradizionalmente, il ginkgo è impiegato per alleviare la pesantezza agli arti inferiori e la sensazione di mani e piedi freddi associati a disturbi minori della circolazione sanguigna.

Il ginkgo è utilizzato soprattutto per i suoi effetti neuroprotettivi nel trattamento dei sintomi legati al deficit cognitivo lieve e nelle malattie neurodegenerative, tra cui l’Alzheimer ai primi stadi. I benefici del ginkgo riguardano soprattutto la perdita di memoria, la cefalea e le vertigini.

Come utilizzarlo e controindicazioni

Il Ginkgo biloba è impiegato soprattutto sotto forma di estratto secco o liquido titolato nei suoi composti principali. Tali estratti sono somministrati per via orale, al dosaggio di 120-240 milligrammi, in genere suddivisi in due somministrazioni per almeno otto settimane.


I preparati a base di ginkgo sono indicati per il trattamento dei disturbi lievi della circolazione sanguigna, che può portare a pesantezza delle gambe, gonfiore a livello delle caviglie, fragilità capillare e mani e piedi freddi. Il ginkgo è inoltre consigliato per trattare l’acufene, fenomeno che porta a percepire un fastidioso fischio continuo all’orecchio. Un’altra indicazione importante del ginkgo riguarda il miglioramento delle funzioni cognitive negli anziani. Se dopo aver assunto preparati a base di ginkgo per alcune settimane, non dovesse esserci alcun beneficio è bene consultare il medico.

I principali effetti collaterali del ginkgo includono mal di testa, vertigini, disturbi gastrointestinali come diarrea, vomito e dolori addominali, reazioni di ipersensibilità ed emorragie. In caso di effetti indesiderabili riconducibili all’assunzione di ginkgo si consiglia di sospendere l’uso e informare il medico.

L’assunzione di ginkgo è controindicata in caso di ipersensibilità verso i suoi componenti, in gravidanza e durante l’allattamento.

Poiché il Ginkgo biloba presenta numerose interazioni con farmaci è importante segnalare al medico, all’erborista o al farmacista eventuali terapie in corso; l’uso di ginko è ad esempio sconsigliato se si assumono anticoagulanti, antipiastrinici, warfarin.

 

Fonte:

European Medicines Agency