La dieta per capelli sani, forti e lucenti

Dalla scienza emergono interessanti novità sul grasso dermico, in grado di condizionare la salute dei capelli e la loro caduta. Cosa portare in tavola e cosa evitare.

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Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

Ricci, lisci, corti o lunghi, i capelli sono un importante biglietto da visita, un indicatore significativo del benessere psicofisico di una persona. 

Al pari della pelle, infatti, possono rappresentare la spia di problemi interni come disturbi ormonali, carenze di minerali, anemia, depressione. Basti pensare a come la chioma si modifica dopo periodi di stress intensi o di abitudini alimentari scorrette perpetrate nel tempo a causa di diete drastiche, prevalentemente basate sul conteggio calorico degli alimenti, del tutto squilibrate e spesso prive di sostanze indispensabili per la pelle i suoi annessi. 

Più in generale, poi, i nostri capelli sono messi a dura prova dall’aggressione degli agenti atmosferici in ogni stagione dell’anno, dalle basse temperature all’eccessiva esposizione ai raggi solari. Se a questi aggiungiamo inquinamento e smog, salsedine, vento, umidità e cloro ecco che il fusto si indebolisce e la chioma, giorno dopo giorno, diventa sempre più spenta e priva di vigore.

Come assicurarci, dunque, capelli sani e forti? 

La soluzione arriva dalla natura. Per mantenere una capigliatura sana è importante innanzitutto una buona alimentazione.

Acidi grassi per contrastare la perdita di capelli

Al centro dell’attenzione degli scienziati c’è oggi il grasso. Una risorsa utile per l’organismo e non solo un accumulo da ‘distruggere’ per essere belli e tornare in forma. 

“Questo approccio – spiega il prof. Pier Luigi Rossi, docente universitario e medico specialista in Scienze della Alimentazione e Medicina Preventiva ad Arezzo e autore del libro ‘Un corpo nuovo, conosci il tuo grasso sano e vivi in salute (e a lungo)’ (Aboca edizioni) – è ormai superato. L’attuale ricerca scientifica riconosce al tessuto adiposo un ruolo positivo e protettivo sia nelle donne che negli uomini. 

Ogni sede anatomica ha il suo tessuto adiposo, le sue cellule staminali, i suoi adipociti, le sue cellule immunitarie, un suo microambiente adiposo. Compreso il derma. Esiste un’asse adipocita dermico e follicolo pilifero che genera il capello. I peli, i capelli, la riparazione delle ferite e la termoregolazione sono gestiti, cioè, dagli adipociti dermici. Ogni loro variazione si evidenzia in una perdita di capelli e in una variazione di peli sulla superficie cutanea”. 

Ed è proprio l’alimentazione quotidiana a influenzare gli adipociti dermici. “Occorre che questi abbiamo al loro interno i giusti acidi grassi in cui dominano l’acido oleico, contenuto principalmente nell’olio extravergine di oliva, e gli acidi grassi a catena corta che si trovano anche nei formaggi caprini, oltre a essere prodotti dal microbiota con la fibra alimentare idrosolubile”, spiega il prof. Rossi. 

“Al contrario, gli acidi grassi saturi a catena lunga (acido palmitico, miristico, stearico contenuti negli alimenti di origine animale) danneggiano gli adipociti dermici e quindi i capelli”.

Aminoacidi solforati per la bellezza dei capelli

Riflettori puntati, poi, sugli aminoacidi solforati. “Metionina, cistina e cisteina – continua il prof. Pier Luigi Rossi – fortificano i capelli e li proteggono dalle aggressioni esterne poiché intervengono nella costituzione della cheratina, la proteina che insieme ad acqua, grassi, pigmenti e oligoelementi come zolfo, zinco, rame e magnesio formano e danno consistenza ai capelli. 

Occorre, pertanto, mangiare pesce almeno tre volte la settimana, carne bianca due volte e una volta carne rossa, uova, prosciutto”, prosegue l’esperto. “Particolarmente utili a tal fine sono: legumi (lenticchie e ceci, che sono meglio tollerati dall’intestino rispetto ai fagioli); avena; quinoa; amaranto e, al primo posto, il miglio. Si tratta di un cereale ricco di aminoacidi solforati, zinco e silicio, che contiene soprattutto dosi interessanti di zolfo, il minerale della bellezza”, assicura il prof. Pier Luigi Rossi. 

In base alle indicazioni delle tabelle internazionali, lo zolfo costituisce lo 0,30% del nostro corpo: una percentuale altissima che dimostra l’importanza del prezioso oligoelemento per il corpo umano. La dieta quotidiana deve, quindi, quindi prevedere alimenti ricchi di zolfo come aglio, cipolla, scalogno, patate, carota, bietola rossa, topinambur, sedani rapa, ravanelli, rape, daikon. Ma anche di cavoli, lattuga, radicchio, peperoni, melanzane, zucchine, spinaci, bietola da foglia e da costa, asparagi, cardi, finocchi, uova, pesci, coniglio, carne bianca e rossa. Tuttavia, il semplice consumo di questi cibi non basta. 

“Importante – puntualizza il prof. Pier Luigi Rossi – è che i cibi che contengono zolfo vengano mangiati crudi. Sarà perciò utile consumare i vegetali il più presto possibile dopo la raccolta: se l’alimentazione consiste soprattutto in cibi trattati e cotti, si può essere certi che non si sta assumendo una sufficiente quantità di zolfo nella dieta quotidiana”. 

“Non dimentichiamo che una carenza di zolfo, zinco e soprattutto di rame nel cuoio capelluto può causare la perdita del colore (canizie precoce) e della consistenza dei capelli”. 

I migliori rimedi naturali

Ulteriori aiuti possono derivare dal mondo dei complessi naturali. Equiseto, miglio, lievito di birra e pappa reale possono essere particolarmente efficaci per il benessere dei capelli. La pappa reale possiede, infatti, grandi proprietà ricostituenti per l’organismo sotto stress, mentre equiseto e miglio, con il loro alto contenuto di acido silicico, aiutano a rafforzare il capello. Il lievito di birra invece è ricco di vitamine del gruppo B, utili per l’attività dei bulbi da cui nascono i capelli, oltre che di rame, caratteristica che fa di questo alimento una buona “medicina” naturale per la salute e la bellezza dei capelli.

A questi consigli nutrizionali va aggiunta la scelta della giusta acqua. “Consiglio, pertanto, di controllare in etichetta il valore di solfati e scegliere quelle con un valore superiore a 80-100 mg / litro di solfati. Le acque con zolfo sono, tra l’altro, utili anche per avere una sana igiene intestinale”, conclude il prof. Pier Luigi Rossi.