Cos’è la borsa ostomica e a cosa serve

Applicata in seguito al confezionamento di una stomia, la borsa ostomica è uno speciale sacchetto posto all'esterno dell'addome: ecco come funziona

Foto di Federico Beretta

Federico Beretta

Medico chirurgo

Medico Chirurgo abilitato, da anni collabora con diversi magazine online e si occupa di divulgazione medico/scientifica.

La borsa ostomica (in inglese stoma bag) è un presidio medico dedicato alla raccolta di feci o urine il cui utilizzo si rende necessario a seguito dell’esecuzione di un intervento chirurgico che crea una stomia.

Cos’è la stomia e quando è necessaria

La stomia crea un’apertura nell’addome per consentire la fuoriuscita delle feci o delle urine ed è necessario quando un’alterazione degli organi impedisce l’eliminazione adeguata delle sostanze di scarto. Le diverse tipologie di stomie includono la colostomia, l’ileostomia e l’urostomia, ognuna con le proprie caratteristiche e sfide gestionali.

La colostomia coinvolge l’abboccamento del colon all’esterno dell’addome, spesso dopo interventi chirurgici oncologici. È relativamente facile da gestire poiché le feci sono più formate, consentendo al paziente di svuotare il colon regolarmente con l’ausilio di una sacca.

Altre patologie per cui può essere necessario eseguire una colostomia sono:

  • Lesioni intestinali da trauma addominale: ad esempio, ferite da arma bianca o da fuoco, possono richiedere una colectomia seguita da una colostomia temporanea o permanente.
  • Diverticolite: infiammazione dei diverticoli, piccole estroflessioni che possono formarsi nel colon. Di solito, viene trattata con farmaci e una dieta adeguata, ma in casi gravi può richiedere una colectomia seguita da una colostomia temporanea.
  • Malattia di Hirschsprung: rara condizione congenita, può portare a episodi di occlusione intestinale a causa della mancanza di terminazioni nervose nel colon. La colostomia, temporanea o permanente, viene spesso utilizzata per isolare il tratto intestinale non innervato e consentire l’eliminazione regolare delle feci.
  • Morbo di Crohn: malattia autoimmune, può richiedere una colostomia dopo un intervento chirurgico o per isolare la zona infiammata dall’intestino. La temporaneità o permanenza della colostomia dipende dalla gravità e dalle condizioni del paziente.
  • Occlusione intestinale: emergenza medica che richiede spesso una colectomia seguita da una colostomia temporanea o permanente, a seconda della gravità e delle dimensioni dell’intestino coinvolto.
  • Incontinenza fecale: la colostomia viene considerata solo dopo che tutti i trattamenti non chirurgici sono stati inefficaci.

Come avviene la procedura di stomia

Durante una procedura di colostomia, l’intestino crasso, o colon, viene sezionato chirurgicamente. La parte sana dell’intestino prima dell’occlusione viene condotta attraverso un’apertura pratica nell’addome, realizzata durante l’intervento. Questa estremità intestinale viene quindi congiunta e suturata alla pelle circostante, creando così un nuovo passaggio per le feci. Questo permette alle feci di passare attraverso l’apertura e di essere raccolte in un’apposita sacca monouso.

La colostomia consente alla parte restante dell’intestino di guarire senza l’onere del normale processo di eliminazione delle feci. Questo periodo di riposo facilita il recupero del paziente. Una volta che il colon è guarito completamente e il paziente si è ripreso dall’intervento, è possibile riconnettere le due estremità dell’intestino crasso. Questa procedura ripristina il normale flusso delle feci, consentendo al paziente di eliminare le feci attraverso il passaggio naturale, come prima dell’intervento chirurgico. Si parla, in questo caso, di colostomia temporanea.

La colostomia può essere anche permanente, a seconda delle condizioni mediche del paziente. In entrambi i casi, è fondamentale seguire attentamente le indicazioni del medico e ricevere un’adeguata assistenza per garantire una corretta gestione della colostomia.

Al contrario, l’ileostomia coinvolge l’abboccamento dell’ileo (ultimo tratto del piccolo intestino, in comunicazione con il colon) all’esterno dell’addome, richiedendo una gestione più complessa poiché le feci sono meno formate. La pulizia accurata e l’applicazione corretta della sacca sono cruciali per prevenire irritazioni e complicazioni.

Quando è necessaria la rimozione completa della vescica, occorre garantire un’altra via per il deflusso dell’urina dal corpo.

Tipicamente, ciò comporta la creazione di una urostomia, un’apertura nella parete addominale attraverso la quale l’urina può essere drenata, definita urostomia. In questa procedura, il condotto ileale viene collegato alla parete addominale, utilizzando un condotto creato con tessuto intestinale, come un’ansa intestinale consentendo all’urina di fluire attraverso di esso e di essere raccolta nella borsa ostomica, offrendo un metodo pratico per la gestione dell’eliminazione delle urine.

Tuttavia, le tecniche alternative per la deviazione delle urine stanno diventando sempre più popolari e offrono vantaggi significativi per molti pazienti. Queste tecniche possono essere suddivise in due categorie principali: neovesciche ortotopiche e derivazioni urinarie continenti.

Le neovesciche ortotopiche coinvolgono la creazione di un nuovo serbatoio per l’urina utilizzando tessuto intestinale. Questo serbatoio viene quindi collegato all’uretra, consentendo al paziente di svuotarlo tramite i normali processi di minzione. Molti pazienti con neovesciche ortotopiche sono continenti durante il giorno, ma potrebbero manifestare incontinenza durante la notte.

D’altra parte, le derivazioni urinarie continenti coinvolgono la creazione di un serbatoio interno per l’urina, collegato a uno stoma sulla parete addominale. In questa procedura, non è necessario l’utilizzo di un sacchetto collettore esterno. L’urina rimane nel serbatoio finché il paziente non lo svuota tramite l’inserimento di un catetere attraverso lo stoma, generalmente a intervalli regolari durante il giorno. Uno dei tipi più diffusi di derivazione urinaria continua è la tasca di tipo Indiana, realizzata utilizzando una porzione del colon.

Queste tecniche alternative offrono ai pazienti opzioni personalizzate per la gestione dell’eliminazione delle urine, migliorando la loro qualità di vita e offrendo una maggiore autonomia nella gestione della loro condizione medica. Tuttavia, la scelta del metodo appropriato dipende dalle esigenze individuali del paziente e deve essere discussa attentamente con il team medico.

Come prepararsi all’estate con la borsa ostomica

Nonostante le preoccupazioni iniziali, i pazienti con stomie possono affrontare l’estate e le vacanze con precauzioni adeguate. È importante organizzare con cura il materiale necessario per la gestione della stomia e pianificare soste frequenti durante i viaggi lunghi. I viaggi in aereo sono generalmente sicuri dopo alcune settimane dall’intervento chirurgico, ma è consigliabile sedersi vicino ai bagni e evitare cibi e bevande che possono causare la produzione eccessiva di gas. Per ogni dubbio, chiedi informazioni all’equipe che sta gestendo il tuo percorso terapeutico.

In caso di l’esposizione al sole, è importante proteggere le cicatrici dell’operazione con crema solare ad alta protezione e mantenere una buona idratazione. Il bagno in mare è possibile, ma è importante coprire il filtro della sacca e asciugare accuratamente dopo il bagno. L’attività fisica è consigliata per favorire la ripresa muscolare e intestinale, ma è importante cambiare la sacca prima e dopo l’attività intensa.

Sia che il confezionamento della tua stomia sia permanente sia che sia temporanea, un team specializzato di infermieri stomaterapisti può assisterti nella gestione quotidiana e nell’adattamento alla tua nuova condizione. Per ogni dubbio chiedi al tuo medico di fiducia quali sono le attività consentite e quali quelle sconsigliate.

Fonti bibliografiche: