Rettocolonscopia: quando farla e come si svolge

La rettocolonscopia è un esame endoscopico che permette di esaminare l'interno del retto e del colon per rilevare anomalie

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Ivan Shashkin

Laureando in Medicina e Chirurgia

Studente di Medicina appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

Tramite la rettocolonscopia è possibile osservare l’interno del retto e del colon, gli ultimi tratti dell’intestino, e – di conseguenza – effettuare diagnosi di malattie infiammatorie croniche, diverticoli, polipi e tumori maligni.

Questo esame è una indispensabile e preziosissima risorsa per la prevenzione del tumore del colon-retto, il secondo tumore più frequentemente diagnosticato nella popolazione italiana.

Cos’è la rettocolonscopia

La rettocolonscopia (anche chiamata “colonscopia” o “pancolonscopia”) è un esame endoscopico – dal greco “osservazione interna” – che permette la visualizzazione della superficie interna dell’ultimo tratto di intestino al fine di individuare o escludere l’eventuale presenza di lesioni o patologie a livello del retto e del colon.

Inoltre, la colonscopia non è solo un metodo di screening e diagnosi, ma a volte può rappresentare un’opzione terapeutica risolutiva che può arrivare fino a tutti i distretti del colon ascendente, discendente e trasverso.

Come si svolge la rettocolonscopia

Questo esame si svolge per mezzo di un endoscopio, uno strumento che consiste in un tubicino flessibile ed estremamente sottile (del diametro di circa 1 cm) dotato – all’estremità – di una piccolissima telecamera a fibre ottiche e di una luce che – collegate ad un monitor – trasmettono immagini in tempo reale consentendo dunque allo specialista di visualizzare l’interno del retto e del colon. Questa sonda viene lentamente e delicatamente inserita all’interno dell’intestino tramite lo sfintere anale che di solito viene lubrificato prima della procedura.

Congiuntamente alla fase di pura osservazione può essere necessario associarne una più interventistica effettuata mediante l’utilizzo di piccolissimi strumenti chirurgici, introdotti nell’intestino attraverso l’endoscopio stesso, utili ad esempio per asportare polipi o prelevare piccoli campioni di tessuto da sottoporre successivamente ad esame istologico (biopsia).

L’esame, pur non essendo particolarmente doloroso o fastidioso, può essere svolto in sedazione cosciente o profonda.

Prepararsi alla rettocolonscopia

Per sottoporsi a rettocolonscopia sarà necessario effettuare una rigida e precisa preparazione, la quale verrà per tempo comunicata al paziente dallo specialista che eseguirà l’esame endoscopico. La preparazione – che coinvolgerà il regime alimentare – è necessaria al fine di presentarsi all’esame con l’intestino completamente e perfettamente pulito, al fine di consentire alla sonda una chiara visualizzazione delle pareti intestinali.

In generale, si chiederà al paziente – nei tre giorni precedenti all’esame – di non mangiare fibre (legumi, frutta, verdura e alimenti contenenti semi).

Il giorno prima dell’esame, il paziente dovrà invece effettuare una colazione e un pranzo leggeri, la cena non è consentita ma sarà permesso bere acqua.

Il paziente dovrà poi autosomministrarsi lassativi – prescritti dallo specialista – per agevolare il transito intestinale.

Il giorno dell’esame ci si dovrà presentare completamente a digiuno. La qualità della diagnosi e del trattamento è direttamente proporzionale a quanto bene è stata seguita la preparazione dell’intestino.

A chi si rivolge la rettocolonscopia

La rettocolonscopia è un esame diagnostico specificatamente richiesto da uno specialista in gastroenterologia. I pazienti a cui viene richiesto sono coloro che – specie al di sopra dei 50 anni di età – sono stati trovati positivi all’esame del sangue occulto nelle feci o che presentano particolari fattori di rischi per lo sviluppo del cancro del colon-retto.

Controindicazioni

Di per sé, la rettocolonscopia è un esame considerato sicuro, ma – come ogni esame – non è possibile escludere al 100% l’insorgenza di complicanze.

Le più riscontrate sono, per esempio, la perforazione dell’intestino o la comparsa di emorragie, specie dopo l’asportazione di grossi polipi. Le persone che soffrono di diverticolite acuta e di importanti coagulopatie di solito non possono essere sottoposte a colonscopia, quindi, devono prestare particolare attenzione alle istruzioni del proprio medico.

Entrambe queste complicanze sono comunque tranquillamente e velocemente risolvibili con la cauterizzazione o con l’applicazione di clip metalliche e la somministrazione di una terapia antibiotica.

Soltanto più raramente la situazione clinica richiede un tempestivo intervento chirurgico di riparazione.

Effetti collaterali di lieve entità (sonnolenza, secchezza della bocca, annebbiamento della vista) possono essere generate dalla sedazione.

Fonti bibliografiche: