Menopausa precoce e rischio diabete: i sintomi

La menopausa precoce aumenta il rischio di soffrire di diabete: scopriamo quali sono i sintomi e cosa fare

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Andrea Costantino

Medico chirurgo

Medico abilitato alla professione, iscritto all'albo dei Medici e degli Odontoiatri di Siena.

Alcune ricerche condotte negli anni scorsi hanno dimostrato che le donne con inizio precoce della menopausa (<45 anni di età) hanno un aumento rischio di soffrire di malattie cardiovascolari (CV) e presenteranno un aumento della mortalità per tutte le cause, mentre l’inizio della menopausa a 50-54 anni è legata a un ridotto rischio di mortalità e malattie CV.

La menopausa precoce aumenta il rischio di sviluppare il diabete. Lo rivela una ricerca scientifica che punta il dito contro questo passaggio fondamentale che in alcune donne si presenta molto prima del tempo.

Gli studi sulla menopausa precoce e il rischio di diabete

Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Diabetologia, è stato realizzato dai ricercatori dell‘Erasmus University Medical Center di Rotterdam. Secondo gli esperti olandesi (Taulant Muka e coll)  il rischio di sviluppare il diabete si riduce del 4% ogni anno in più prima della menopausa.

Gli autori hanno utilizzato i dati dello Studio di Rotterdam che include soggetti di età superiore ai 45 anni, sottoposti ad esami ogni 3 o 5 anni. Su un totale di 6.816 partecipanti, sono state incluse nello studio 3.969 donne, escludendo al basale le donne che non avevano raggiunto la menopausa, oppure già avevano il diabete di tipo 2 o avevano avuto una menopausa non naturale.

L’età alla menopausa naturale è stata riferita dalle donne, classificate in quattro gruppi (menopausa prematura <40 anni; precoce 40–44 anni; normale, 45–55 anni e tardiva >55 anni).

I casi di diabete al basale e durante il follow up sono stati individuati con i dati relativi al test della glicemia, referti del medico e cartella di dimissione dall’ospedale. Tutti casi di potenziale diabete sono stati confermati con due referti medici e la consulenza di un endocrinologo.

Per valutare l’impatto di potenziali fattori confondenti, sono state raccolte informazioni dettagliate sulla salute delle partecipanti, tra cui lo stato di salute al momento del reclutamento nello studio, la storia medica, l’uso di farmaci, il fumo, lo stato socioeconomico, il livello d’istruzione, l’età del menarca, il numero di gravidanze di almeno 6 mesi, il consumo di alcool, le malattie cardiovascolari, la pressione sanguigna e l’uso di farmaci antipertensivi. Sono stati misurati anche l’attività fisica e parametri biochimici (ormone stimolante della tiroide, colesterolo, trigliceridi e proteina C reattiva).

Tra gli altri parametri che sono stati presi in considerazione è opportuno citare l’altezza, il peso e l’indice di massa corporea, i livelli di insulina, glucosio, estradiolo e ormoni sessuali. Infine, la genotipizzazione ha consentito il calcolo di un punteggio di rischio genetico ponderato.

Nel corso dello studio su 3.639 donne senza diabete 348 hanno sviluppato il diabete di tipo 2, durante un follow-up in media di 9,2 anni.

Nel complesso, il rischio di sviluppare diabete di tipo 2 è diminuito del 4% per ogni anno di età in più della donna al momento della menopausa.

Gli autori concludono che “L’inizio precoce della menopausa naturale è un marker indipendente del rischio di diabete di tipo 2 nelle donne in postmenopausa. Sono necessari studi futuri per esaminare i meccanismi di questa associazione e verificare se la tempistica della menopausa naturale debba essere considerata nei programmi di individuazione e prevenzione del diabete di tipo 2″.

Cos’è la menopausa precoce

Solitamente, in particolar modo in Italia, l’età media in cui il ciclo scompare è pari a 51 anni, sebbene possa capitare che questo accada prima dei 40 anni. Tale problema coinvolge circa l’1% delle donne in età riproduttiva in Italia e più specificatamente lo 0,1 % delle donne al di sotto dei 30 anni.

Con il termine di menopausa prematura facciamo riferimento alla condizione caratterizzata da cessazione del ciclo mestruale che si verifica prima dei 40 anni, sia spontaneamente che indotta per intervento chirurgico di ovariectomia bilaterale o per soppressione ovarica farmacologica o radioterapica. Alcuni autori attribuiscono il termine di menopausa precoce a quella intervenuta tra i 40 e i 45 ed altri estendono il termine di prematura anche alla menopausa che si verifica dopo i 40 anni.

Eziologia della menopausa precoce

Nei due/terzi dei casi tale condizione è considerata idiopatica (non è possibile, ossia, individuare il fattore causale responsabile del quadro clinico). In alcuni casi, invece, è possibile individuare delle condizioni favorenti:

  1. Patologie autoimmuni (da anticorpi anti-ovaio, anti-follicolo, anti-corpo luteo)
  2. Terapie farmacologiche (chemioterapia, radioterapia)
  3. Interventi chirurgici (ovariectomia, isterectomia semplice) o effetti sull’ovario (esempio endometriosi)
  4. Cause infiammatorie batteriche e virali (parotite, tubercolosi genitale)
  5. Cause sistemiche (mucopolisaccaridosi, galattosemia)

Bisogna ricordare che in un notevole numero dei casi è presente familiarità (30%).

Sintomi della menopausa precoce

Normalmente, la sintomatologia è quella che accompagna la forma “naturale” di questa fase. Prima di tutto si verifica una scomparsa del ciclo mestruale per almeno 12 mesi consecutivi; in seguito si iniziano ad avvertire i sintomi della carenza estrogenica: vampate di calore, incontinenza urinaria e possibile atrofia genito-urinaria, calo della libido, insonnia persistente, alterazioni dell’assetto lipidico ed aumento del rischio cardiovascolare. I cambiamenti ormonali causano inoltre disturbi dell’umore, provocando, sbalzi emotivi, irritabilità e in alcuni casi anche depressione lieve.

“La prevenzione dei sintomi della menopausa precoce avviene con terapie farmacologiche, fitoterapiche e omeopatiche. Per esempio ad una donna a cui è stata diagnostica una menopausa precoce,  verrà indirizzata verso una terapia ormonale sostitutiva, per far fronte ai rischi legati al deficit ormonale anticipato, come ad esempio la fragilità delle ossa e i problemi cardiovascolari –  indica la dott.ssa Di Pace, specialista del gruppo san Donato.

Ma ogni terapia deve essere personalizzata, in base alle condizioni e ai bisogni di ogni donna. Oggi abbiamo a disposizione diverse soluzioni, ognuna con diversi vantaggi e svantaggi. Per questo bisogna adattare la terapia alla paziente”.

Come sempre il consiglio è quello di rivolgersi ad uno specialista che sarà in grado di indicare la terapia migliore in base al singolo caso per affrontare al meglio questa importante fase della vita, ma soprattutto per contrastare l’insorgenza del diabete.

Fonti bibliografiche: