Crespino, tutte le proprietà e i benefici di questa pianta per il colesterolo

Conosciuta anche con il nome Berberis vulgaris, questa pianta è un vero toccasana contro la sindrome metabolica ma offre anche molti altri benefici per l'organismo

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Silvia Menini

Naturopata e Giornalista

Naturopata in costante formazione, è anche giornalista pubblicista, scrittrice, sommelier ed esperta di marketing.

Conosciuto anche con il nome latino Berberis vulgaris, il crespino è considerata una pianta adattogena che appartiene alla famiglia delle Berberidaceae ed è caratterizzata da proprietà che vale la pena approfondire in quanto note fin dall’antichità e che vengono sfruttate ancora oggi in erboristeria e fitoterapia che ne utilizzano la corteccia della radice e del fusto oltre che le foglie e i frutti. Epatoregolatrice e lassativa, è nota per la presenza di un componente attivo particolare, la berberina, che si contraddistingue per benefici scientificamente provati relativi alla prevenzione del diabete, all’aiuto nel controllo del peso e alla lotta contro il colesterolo.

La pianta del crespino

Il crespino è un arbusto spinoso e perenne che può raggiungere anche i tre metri di altezza, principalmente utilizzato per scopo decorativo e che viene quindi coltivato anche nei giardini ma che cresce spontaneamente nei boschi e nei campi incolti soprattutto sulle montagne europee e del Caucaso. È originario dell’Europa centro-meridionale, dell’Africa occidentale, dell’Asia orientale e dell’America settentrionale, ma è stato naturalizzato nel nord Europa, soprattutto nelle Isole britanniche e in Scandinavia. In Italia, oggigiorno, si può facilmente trovare su Alpi e Appennini, nelle siepi della Pianura Padana e nei boschi circostanti, in particolar modo in Emilia-Romagna. Per la sua crescita, richiede suoli limosi, argillosi o anche calcarei e la si può trovare fino a 2500 metri di altitudine, nei pascoli e in terreni aridi, anche se è presente nelle pianure e nei boschi dell’Europa, in particolare centro-meridionale.

Ha un fusto grigio eretto con rami giallastri scanalati, portanti foglie ovali che si restringono alla base in un corto picciolo e arrotondate all’apice di colore verde chiaro a margine spinoso, riunite in gruppi di 3 o 4 a livello di una spina formata da tre aculei. Hanno una superficie larga e lucida e si dispongono in modo alterno sui rami lunghi o riunite in fascetti sui rametti molto corti. Nei mesi di maggio e giugno la pianta del crespino produce fiori gialli riuniti in grappoli penduli, da cui si originano poi bacche rosso corallo ovoidali lunghe circa un centimetro e che contengono da due a tre semi dal guscio corneo. Tali bacche sono usate anche per la produzione di confetture. Il nome del genere a cui appartiene la pianta deriva dal greco “berberi” che significa “conchiglia” e fa riferimento alla forma a conca dei petali dei fiori.

La classica colorazione gialla è determinata dalla presenza della barberina nella corteccia dei rami e nelle radici, e questo pigmento veniva anche usato in passato per tingere lana e cuoio. È proprio la barberina ad essere la componente principale del Crespino ed è un alcaloide del gruppo della protoberberina.

I fitocomplessi del Crespino

Il crespino contiene un fitocomplesso costituito da alcaloidi isochinolici, tra cui appunto la berberina, oltre a berbamina, palmatina, iatrozzizina, alcaloidi, olio essenziale, zucchero, amido, mucillagine, pectina, tannini e resina. Sono proprio questi i composti che conferiscono a questa droga vegetale una azione coleretica (cioè, in grado di stimolare la produzione della bile), colagoga (favorendo lo svuotamento della bile), anticolesterolemizzante, ipotensiva, spasmolitica, vasocostrittrice, emostatica.

I principi naturali contenuti nel crespino e loro proprietà

Il crespino offre un alto contenuto di nutrienti. Le sue bacche sono ricche di carboidrati, fibre, vitamine, minerali, antiossidanti e altri composti altrettanto importanti.

I carboidrati rappresentano una fonte (principale) di energia per l’organismo.

Le fibre favoriscono la digestione e il transito intestinale. Aiutano anche a regolare i livelli di zucchero e colesterolo nel sangue.

Le proteine sono fondamentali per il corretto funzionamento di organi e tessuti oltre che dei processi cellulari.

La vitamina C, come vedremo in seguito, è un potente antiossidante e contrasta quindi i radicali liberi, protegge le cellule dallo stress ossidativo e rafforza il sistema immunitario.

Il ferro presente coadiuva la produzione dell’emoglobina ed è anche importante per il corretto funzionamento di enzimi e proteine.

Lo zinco è un minerale utile per la crescita, per rafforzare il sistema immunitario e per la riparazione e guarigione dei tessuti.

Il manganese è coinvolto in processi come la coagulazione del sangue, la formazione delle ossa e il rafforzamento delle difese immunitarie.

Il rame è coinvolto nel metabolismo energetico, nella produzione dei globuli rossi e nella formazione di ossa e tessuti connettivi.

Gli antociani, invece, appartengono alla classe dei flavonoidi e che donano il tipico colore a queste bacche. Sono anche antiossidanti molto forti e rallentano quindi l’invecchiamento e prevengono anche numerose malattie.

La berberina, già vista, è un alcaloide antiossidante e che protegge la salute del cuore e del sistema cardiovascolare con effetti antinfiammatori.

I benefici del Crespino

Vediamo ora nel dettaglio tutti i benefici di questa pianta.

Aiuta a tenere sotto controllo il colesterolo

A fornire una revisione efficace in merito alle proprietà del crespino e all’efficacia della berberina ci ha pensato il lavoro, risalente al 2017, di un’equipe di esperti attiva presso l’Università di Scienze Mediche di Mashad (Iran).

Gli studiosi hanno indagato gli effetti del Berberis vulgaris su diversi fattori in grado di rappresentare un rischio per la salute del cuore. Tra questi è possibile includere i livelli di colesterolo. Cosa hanno scoperto? Che la somministrazione orale di berberina è in grado, a un follow up di 3 mesi è in grado di contribuire alla riduzione del colesterolo sierico.

Una sperimentazione in vitro ha dimostrato come la berberina possieda un meccanismo d’azione diverso da quello delle statine. Non agisce bloccando la sintesi endogena del colesterolo (meccanismo tipico delle statine) ma aumentando l’attività del gene per il recettore del colesterolo presente nel fegato. La berberina, quindi, è in grado di aumentare la capacità del fegato di catturare e metabolizzare il colesterolo in eccesso, e facilitandone quindi il riassorbimento dal sangue. Questo permette di ottenere una diminuzione media della concentrazione ematica di colesterolo “cattivo” del 29% e del 35% circa di trigliceridi, il tutto aumentando il numero e l’attività dei recettori epatici per il colesterolo LDL.

Un alleato per la sindrome metabolica

Gli esperti che hanno condotto lo studio si sono soffermati anche sulle proprietà antidiabetiche della berberina e sulla sua capacità di favorire il controllo dei valori della pressione arteriosa ed è in grado anche di rallentare il battito in caso di tachicardia.  Sono arrivati alla conclusione che, oggi come oggi, il crespino può rappresentare un interessante punto di riferimento quando si parla di innovazione dei trattamenti contro la sindrome metabolica, situazione clinica contraddistinta da diversi fattori tra loro correlati e rischiosi per il benessere cardiovascolare (si tratta di una problematica che coinvolge il 20/25% della popolazione mondiale). Non solo, un altro studio cino-statunitense ha di recente valutato l’efficacia della berberina nelle iperlipidemie.

Un alleato per le difese immunitarie

Quando si parla delle proprietà del crespino è importante fare un cenno anche alla sua ricchezza in vitamina C. Proprio questa vitamina è importante per l’organismo in quanto è in grado di stimolare l’attività del sistema immunitario e favorire l’assorbimento del ferro. Grazie alla presenza di questo straordinario antiossidante, la pianta in questione è quindi considerata una preziosa alleata nella prevenzione dei malanni di stagione. Sono i frutti, cioè le bacche, che contengono vitamina C e vengono utilizzati nella preparazione di bevande rinfrescanti utili anche in caso di febbre e affezioni respiratorie oltre che per realizzare anche uno sciroppo leggermente lassativo e in grado di favorire l’appetito. È proprio grazie alla presenza di vitamina C che viene considerata una pianta adattogena anche se, in realtà, non viene inclusa in questa categoria.

Gli altri usi del Crespino

Il Crespino è ormai da tempo riconosciuto essere un vero e proprio depurativo, soprattutto nei casi di disturbi epato-biliari oltre che del tratto gastro-intestinale e come disinfettante e lenitivo delle vie urinarie.

Il crespino viene infatti utilizzato come amaro-tonico, per favorire l’appetito e la digestione attraverso la produzione e la secrezione di bile da parte della cistifellea e grazie a una stimolazione della funzionalità epatica.

Inoltre, il crespino era tradizionalmente usato come depurativo del sangue, fermare le perdite di sangue causate da fibromi uterini o che compaiono durante la menopausa, in caso di calcoli renali e ritenzione idrica. Sembra anche essere in grado di ridurre il dolore su pelle e mucose e curare le congiuntiviti batteriche. È considerata anche una pianta antiemorragica e lo rende quindi un buon emostatico in caso di emorragie uterine.

Inoltre, i frutti del crespino, grazie all’acido clorogenico in essi contenuto, sono anche in grado di esercitare una blanda azione diuretica. Grazie proprio ai principi contenuti nelle foglie, il crespino facilita l’eliminazione dei liquidi e della renella tramite l’urina, evitando che si accumulino gli ossalati, i responsabili della formazione di renella e della sua trasformazione in calcoli.

Utilizzi del crespino

Il crespino si può utilizzare sia in infusione che sotto forma di estratto, tintura madre o anche sciroppo.

La tisana si prepara utilizzando la corteccia della radice o anche i frutti e le foglie. Nel caso in cui venga utilizzata la corteccia, se ne utilizzano circa 5 grammi per tazza di acqua e se ne possono bere fino anche a tre tazze al giorno. Nel secondo caso, invece, si utilizzano due cucchiaini di foglie e frutti essiccati per tazza di acqua e si beve da una a tre volte al giorno.

Il decotto della corteccia della radice può essere usato anche esternamente per risciacqui della bocca qualora si soffra di gengiviti o gengive sanguinanti.

L’estratto di crespino sotto forma di integratore liquido, in capsule o compresse si assume in base al dosaggio indicato dal produttore.

La posologia dell’estratto secco, di norma, è di 250 mg circa al giorno.

La tintura madre di crespino è preparata con la corteccia e le radici essiccate e per uso interno si assume 3 volte al giorno diluendo 30 gocce in acqua. Anche in questo caso è comunque consigliabile controllare in base alle indicazioni riportate sulla confezione.  Per uso esterno, invece, va diluita al 15-25% in acqua sterile o soluzione fisiologica per impacchi.

Lo sciroppo di bacche si assume invece al dosaggio da uno a tre cucchiai al giorno. Questa formulazione può essere preparata anche tranquillamente in casa raccogliendo le bacche mature (500 grammi circa) e lasciarle riposare poi in acqua fino a che non si saranno ammorbidite. Vanno quindi passate nel passaverdure e cotte a fuoco lento con un po’ di miele fino a ottenere lo sciroppo. Una volta raffreddato va versato in una bottiglia di vetro per conservarlo.

Il crespino rientra anche tra i rimedi omeopatici per trattare una grande varietà di disturbi.

granuli omeopatici di Berberis vulgaris sono infatti consigliati per problemi digestivi, dolori articolari, disturbi del fegato, astenia.

Per uso esterno, il crespino è indicato in caso di congiuntivite e per cicatrizzare piccole ferite. Il decotto della corteccia e radice può anche essere utilizzato per effettuare gargarismi e frizioni alle gengive e per contrastare la piorrea.

Il crespino in cucina

Esiste anche la possibilità di utilizzare il crespino in cucina. In particolare, si utilizzano i giovani germogli bolliti in ricette così come i germogli di luppolo. Ottimi anche crudi in insalata aggiunti alle insalate. Anche i frutti sono commestibili oltre che ricchi di vitamina C, glucosio, levulosio, acido malico e il sapore delle bacche è acidulo e può essere utilizzato per preparare confetture, sciroppi, gelati, bibite, gelatine, barrette, frutta candita o anche aperitivi salati oltre che coloranti per pasticceria o anche possono essere messi in salamoia.

Dalle bacche si può ricavare aceto, come avviene tradizionalmente in Trentino.

Controindicazioni

In letteratura medica non sono stati rilevati casi che associano la sua assunzione all’interferenza con farmaci. Si può comunque parlare del pericolo dell’intossicazione da alcaloidi in caso di sovradosaggio con conseguenti problemi gastrointestinali e vasodilatazione oltre che a livello cardiorespiratorio. Alla luce di ciò, per togliersi qualsiasi dubbio è il caso di consultare il proprio medico curante prima di iniziare ad assumere crespino.

L’uso è comunque sconsigliato se si assumono farmaci che stimolano la funzione cardiaca e respiratoria ed è anche sconsigliata in pediatria, gravidanza e allattamento. È meglio evitarne l’assunzione anche in caso di cardiopatie, problemi respiratori cronici come asma ed enfisema.

Importante notare che i sintomi da intossicazione da crespino consistono in epitassi, stordimento, nausea, diarrea e nefrite.

Fonti bibliografiche

A review of the effects of Berberis vulgaris and its major component, berberine, in metabolic syndrome, PubMed