Quando si parla di microbiota, ovvero della popolazione dei microrganismi – batteri, virus, miceti, protozoi – che vivono sul e nel corpo umano, si pensa subito all’intestino. Ma questi “conviventi” del nostro corpo, ed in particolare i batteri, si possono ritrovare ovunque: sulla pelle, nelle mucose, nella cavità orale, nella vescica, in diversi tratti delle vie aeree oltre che all’interno degli organi genitali.
In questo senso, il microbiota vaginale rappresenta un fattore di benessere fondamentale per la donna. E va conosciuto e preservato. Non solo al momento del parto, quando proprio durante il passaggio del neonato attraverso il canale il microbiota materno va a popolare l’intestino del piccolo. Ma lungo tutto il corso della vita.
Oggi sappiamo molto sul microbiota. Ben di più dalle prime ricerche sul tema di fine 1600, quando Antonie van Leeuwenhoek con i suoi primordiali microscopi per primo osservò e illustrò cinque diversi tipi di “animalcula” (batteri) presenti nella bocca, e successivamente confrontò il suo microbiota orale con quello fecale. Ed è importante conoscere queste tematiche, basilari per la salute della donna e per la sua intimità.
Indice
Come si compone il microbiota vaginale
Parlare di un microbiota vaginale come “staccato” dal resto della popolazione batterica (e non solo) che vive nel nostro organismo, e in particolare nell’intestino, non è corretto. Come vedremo, tante sono le interazioni tra i diversi ceppi batterici che in caso di benessere e di patologia possono abitare al nostro interno.
In termini generali, tuttavia, la maggior parte dei batteri che vivono all’interno di una vagina in buona salute sono del genere Lactobacillus. Questi batteri producono acido lattico, mantenendo un ambiente acido (pH 3,5–4,5) che protegge dalle infezioni, La varietà della popolazione presente è però fondamentale, come del resto accade in tutto l’organismo.
Per questo, a parte le diverse specie di lattobacilli, è importante che siano presenti anche altri batteri, in quantità minore, per disegnare una microflora sana: alcuni di questi sono teoricamente patogeni, cioè in grado di favorire la comparsa di patologie, ma vengono “tenuti a freno” proprio dalla preponderanza di altri ceppi che regolano il benessere della mucosa. Questo equilibrio non si dovrebbe rompere, altrimenti si può creare quella che gli esperti definiscono disbiosi. Ovvero cambia la situazione, con la comparsa di condizioni come la vaginosi batterica o la vaginite, sia essa di natura batterica o fungina, causata soprattutto da ceppi del genere Candida.
Vaginite e non solo, cosa succede se il microbiota vaginale si altera
La vaginite rappresenta uno dei problemi più comunemente legati alle alterazioni del microbiota vaginale e del Ph all’interno dell’organo. L’infiammazione può avere diverse cause. A volte si tratta di una forma infettiva, legata al riprodursi di batteri, funghi o virus, in altri fa seguito ad un trauma, legato magari anche a pantaloni eccessivamente stretti, o ancora a sostanze chimiche presenti in lavande vaginali impiegate in eccesso o da allergia.
Spesso, in ogni modo, dipende da un’infezione da miceti del genere Candida, con perdite bianche, prive di odore e molto vischiose, che si accompagnano a prurito ed arrossamenti. Se invece il quadro dipende da infezioni batteriche si possono avere perdite molto abbondanti dall’odore sgradevole e di colore grigiastro.
Infine anche l’infezione da Trichomonas vaginalis, può essere responsabile del quadro. La condizione provoca perdite giallastre, cremose e maleodoranti, oltre che un forte dolore. L’impatto di queste condizioni, che tendono a ripetersi proprio per le variazioni croniche della popolazione del microbiota vaginale, non si limitano a quadri acuti.
Secondo alcuni studi potrebbero influenzare sia la possibilità di ottenere una gravidanza per un’azione non propriamente positiva del microambiente per gli spermatozoi sia il benessere durante il parto, oltre a porre la basi per un maggior impatto di infezioni a trasmissione sessuale, come quella da virus HPV (ovviamente per ceppi particolarmente nocivi per le cellule) o da HIV.
Quali rapporti tra intestino e vagina?
Come abbiamo visto il microbiota intestinale dialoga in modo stretto e continuo con tutti gli altri, vaginale in primis, ma anche mucosale, orale respiratorio, cutaneo, con influenze reciproche, mantenendo tuttavia una sostanziale leadership rispetto a tutti gli altri.
In particolare, in ambito ginecologico ed ostetrico appare importante nella fisiopatologia delle infezioni uroginecologiche ricorrenti, nella regia della fertilità, nella modulazione della salute di mamma e bambino in gravidanza, nel dolore pelvico cronico. Oltre che ovviamente per il benessere vaginale.
Il microbiota intestinale può quindi essere considerato un potente regista di salute e di malattia e un sottovalutato modulatore del dolore addominale, viscerale, pelvico e generale. D’altro canto, sia per oggettiva contiguità anatomica sia per altri meccanismi i batteri presenti nell’intestino possono ritrovarsi nell’area vaginale, modificando la normale popolazione presente.
Non solo. In caso di alterato benessere intestinale anche il sistema immunitario può risentire della situazione, con maggior esposizione a infezioni. Ed anche gli ormoni possono giocare un ruolo sul microbiota, che può risentire di alterazioni dei flussi di estrogeni sia per quanto riguarda la vagina che per l’intestino.
Come mantenere in salute il microbiota vaginale
In termini generali, ci sono alcune semplici regole che possono aiutare a limitare i rischi di vaginiti o altri infiammazioni/infezioni vaginali. In primo luogo è importante un’efficace e regolare igiene intima, con una particolare attenzione alla scelta degli indumenti: se i pantaloni sono eccessivamente attillati e con stoffe ruvide possono aumentare i rischi. Sono quindi preferibili, indumenti non troppo stretti, magari di cotone, proprio per evitare “contatti” ravvicinati con tessuti che possono avere un’azione irritante sulle parti intime.
Capitolo alimentazione. È fondamentale cercare di mantenersi in condizione di “eubiosi”, vale a dire di equilibrio e simbiosi tra i microrganismi e l’ospite, per evitare la “disbiosi”, cioè uno squilibrio pro-infiammatorio. In questo senso, l’attenzione al benessere intestinale è fondamentale. Occorre quindi consumare regolarmente alimenti ricchi di fibre e prebiotici, per “nutrire” i batteri con azione positiva sul benessere dell’asse, prediligendo alimenti come mele, carciofi, cipolle, banane, asparagi.
Soprattutto è importante introdurre fibre, per la regolarità dei ritmi intestinali e non solo, quindi prediligere frutta e verdura e cereali integrali oltre a condire con olio extravergine d’oliva, secondo le indicazioni della dieta mediterranea.
Fondamentale è anche fare attenzione all’idratazione: offrire al corpo un regolare apporto di liquidi (ricordando che l’acqua entra anche con i cibi) può essere di grande aiuto per il benessere generale. Il tutto, nell’ambito di una vita sana, con una regolare attività fisica tecniche che aiutino a controllare lo stress e l’attenzione al benessere sessuale.
Ultima raccomandazione. Attenzione agli antibiotici. Assumeteli solo se li prescrive il medico e per il tempo indicato. I trattamenti possono influire sulla composizione del microbiota, sia esso intestinale o vaginale ed avere ripercussioni che è meglio evitare se non è necessaria una terapia con questi farmaci.