Depersonalizzazione: quali sono sintomi, cause e possibili rimedi

La depersonalizzazione causa un senso di estraneità rispetto a se stessi o all’ambiente circostante: può durare molto poco o diventare cronica

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Tatiana Maselli

Erborista ed Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze e Tecnologie Erboristiche, ambientalista e appassionata di alimentazione sana, cosmesi naturale e oli essenziali, scrive per il web dal 2013.

Di cosa si tratta

La depersonalizzazione è un disturbo caratterizzato da una sensazione frequente di essere scollegati dai propri pensieri o dal proprio corpo, come se ci si osservasse dall’esterno. Il disturbo di depersonalizzazione fa parte dei disturbi dissociativi, condizioni mentali in cui si presentano disfunzioni legati alla coscienza, alla percezione, alla propria identità e alla memoria. Se la depersonalizzazione si verifica per brevi periodi, non è una condizione preoccupante, ma se gli episodi sono frequenti o duraturi, chiaramente si tratta di una situazione che va a incidere molto sulla qualità della vita di chi ne soffre, influenzando in modo negativo le relazioni sociali e le normali attività che una persona svolge nel quotidiano.

Quali sono i sintomi della depersonalizzazione

I sintomi del disturbo di depersonalizzazione possono includere una sensazione di distacco dalla propria mente, dalle emozioni e dai sentimenti o anche dal corpo. L’intensità e la frequenza dei sintomi possono essere molto variabile e il disagio può insorgere all’improvviso o gradualmente, presentarsi una sola volta nella vita o verificarsi spesso o in modo continuativo. In alcuni casi i sintomi di depersonalizzazione durano poche ore e si risolvono in tempi molto brevi, mentre in altre persone hanno una durata che può interessare anche settimane, mesi o anni. La depersonalizzazione provoca sempre grave disagio ma, ovviamente, più i sintomi perdurano o sono intensi, più il disagio aumenta fino a provocare ansia, depressione, terrore per la propria condizione. Chi ne soffre può sentirsi scollegato da se stesso o dalla realtà, come se vivesse in una sorta di sogno e non avesse controllo sui pensieri e sulle azioni. A volte le persone che vivono questa condizione si possono sentire separate fisicamente dall’ambiente esterno come se fossero in una bolla. Può anche verificarsi una visione distorta del proprio corpo o di ciò che circonda: ad esempio si possono percepire persone e oggetti più grandi o più piccoli, mentre suoni e luci possono sembrare più intensi o impercettibili. Spesso la depersonalizzazione causa anche insensibilità fisica o emotiva e la persona vive procedendo come un automa. Ad aggravare la situazione c’è la difficoltà nello spiegare come si ci si sente, pur rimanendo coscienti di ciò che si sta provando. Chi ne soffre può quindi provare angoscia legata soprattutto alla paura di impazzire.

Cause della depersonalizzazione

La depersonalizzazione può essere temporanea e verificarsi ad esempio subito dopo un incidente potenzialmente letale o come conseguenza dell’assunzione di droghe o, ancora, in caso di una grave privazione del sonno. In questi casi, i sintomi della depersonalizzazione durano per un breve lasso di tempo, si risolvono da soli senza alcun tipo di intervento e raramente si ripresentano, dunque non sono considerati patologici.

Diverso è invece quando i sintomi della depersonalizzazione durano più a lungo, provocando una grande difficoltà o sofferenza. In questo caso è difficile capire quali siano le cause del disturbo di depersonalizzazione: è possibile che i sintomi si manifestino come una conseguenza a diversi fattori biologici, psicologici e ambientali. Sembra che, come avviene per altri disturbi dissociativi, anche il disturbo di depersonalizzazione venga innescato da alcune situazioni come un intenso stress, un forte trauma, un grave incidente. In genere si tratta di una condizione abbastanza rara che difficilmente insorge spontaneamente, senza che vi sia un evento davvero intenso a scatenarla.

Cosa fare e rimedi possibili

Se si sperimentano sintomi della depersonalizzazione con regolarità o per periodi di tempo superiori ad alcuni giorni è bene rivolgersi al medico così da intervenire il prima possibile, per evitare che i sintomi diventino più gravi, frequenti e debilitanti. In genere la diagnosi di depersonalizzazione viene eseguita sulla base dei sintomi dopo aver escluso patologie fisiche, cause come disturbi di salute mentale, problemi neurologici, abuso di sostanze psicoattive e altre condizioni che possono determinare le sensazioni provate.

Se i sintomi non sono causati da malattie ma si sono presentati in seguito a un evento traumatico che ha determinato un forte stress, il recupero è assolutamente possibile e il trattamento ha lo scopo proprio di affrontare e risolvere lo stress che ha scatenato il disturbo. Il recupero prevede quindi un percorso mirato con un/una psicoterapeuta o con un/una psichiatra e sarà il professionista a decidere come impostare il percorso in base ai motivi che hanno scatenato i sintomi, alle condizioni generali della persona che ne soffre, alla gravità dei sintomi. Esistono infatti alcune tecniche che possono aiutare a fermare i pensieri ossessivi, distrarsi dalle manifestazioni del disturbo, elaborare il trauma che ha portato a soffrirne.

Il/la professionista potrebbe anche proporre una terapia farmacologica o fitoterapica per alleviare i sintomi d’ansia e depressione associati alla depersonalizzazione, decidere di coinvolgere i familiari per un ulteriore aiuto o associare alla psicoterapia tecniche di meditazione, per migliorare il rilassamento e la consapevolezza, oppure forme terapeutiche alternative come musicoterapia o l’arteterapia che aiutano a distrarsi dai sintomi ma anche a esprimere sentimenti ed emozioni attraverso la creatività. Sebbene non sia possibile prevenire il disturbo a priori, potrebbe essere utile ricorrere all’aiuto di uno/una psicoterapeuta dopo aver subito un forte trauma come un incidente, un lutto, un’aggressione o una violenza: ricevere aiuto per superare il trauma può evitare di soffrire di manifestazioni più gravi come la depersonalizzazione.