Diete iper proteiche: perdi peso velocemente ma il rischio alitosi è alto

Dieta Cheto, Atkins, Dukan, Paleo: perdi peso per la prova costume ma l'alitosi è in agguato. Come ci spiegano le dottoresse Clotilde Austoni e Roberta Sabatini

Foto di Federica Cislaghi

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Con l’estate e la prova costume incombente, tornano in auge alcune delle più note diete iper proteiche, dalla dieta Cheto alla Atkins fino alla tanto dibattuta dieta Dukan e alla Paleo: la bilancia “sorride”, ma l’alitosi, ovvero l’emissione di fiato con cattivo odore, è in agguato.

L’alitosi può essere fisiologica quando non è correlata ad una specifica malattia, ad esempio nel caso di un pasto a base di alimenti contenenti composti volatili come aglio e cipolla, oppure patologica, quando è causata da problemi della bocca o problemi extra-orali legati alle vie aeree, alla laringe, all’apparato digerente superiore, ad esempio in caso di reflusso gastro esofageo.

Anche la presenza di carie può determinare alitosi, soprattutto in presenza di residui di cibo che alimentano i batteri produttori dei composti volatili. Inoltre, ricordiamoci che la lingua è potenzialmente un serbatoio di batteri anaerobi, una sua singola cellula epiteliale può ospitare fino a 100 batteri.

Ne consegue che le diete iper proteiche, ossia i regimi alimentari a ridotto apporto di carboidrati, che promettono un dimagrimento ultra veloce, possono comportare rischi per la salute orale, come ci spiegano Clotilde Austoni – Odontoiatra Specialista in Chirurgia Odontostomatologica e Influencer del Sorriso, e Roberta Sabatini – Medico e Specialista in scienze dell’alimentazione.

Alitosi e diete iper proteiche: risponde Clotilde Austoni

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Quali sono le cause dell’alitosi e perché le diete iper proteiche la favoriscono?
Il 90% delle alitosi nascono da problemi della bocca. Un’igiene orale insufficiente, gengivite, parodontite, scarsa salivazione, sono tutte condizioni curabili, che favoriscono la proliferazione dei batteri produttori di gas maleodoranti, detti composti solforosi volatili. La lingua può a sua volta rappresentare un serbatoio per i batteri anaerobi – una cellula può ospitare fino a 100 batteri – e quindi essere indirettamente responsabile di alitosi. Anche le carie possono favorire l’alito cattivo, soprattutto quando si estendono fino a formare un buco vero e proprio e all’interno di questo ristagnano residui di cibo che vanno in putrefazione. Esistono, inoltre, condizioni definibili fattori di rischio poiché favoriscono l’alitosi, come:
– l’iposalivazione: scarsa salivazione che favorisce la proliferazione di batteri anaerobi;
– il fumo: oltre a favorire l’iposalivazione altera il microbiota della bocca;
– l’alcol: l’ossidazione dell’alcol in bocca e nel fegato produce acetaldeide e altri composti odorosi, inoltre l’assunzione di alcol determina secchezza delle fauci.

Quali accorgimenti possiamo adottare per evitare l’alitosi e quali sono i principali rimedi?
Se ci accorgiamo di un alito cattivo che perdura nei giorni la prima cosa da fare è recarsi dal proprio dentista per escludere o eventualmente intervenire in caso sia presenti problematiche della bocca. Se escludiamo le cause orali, si valuta con altri specialisti se non sia dovuta a disturbi dell’apparato digerente come in caso di reflusso gastro esofageo, problemi della laringe o più in generale delle vie aree.

Quali alimenti è meglio evitare?
Gli alimenti che contengono composti solforosi volatili, come aglio e cipolla ad esempio, possono determinare un’alitosi fisiologica e transitoria.

Quali conseguenze può avere l’alitosi sulla salute di bocca?
L’alitosi è una conseguenza delle patologie presenti in bocca, può invece avere importanti risvolti sociali causando imbarazzo e difficoltà nelle relazioni con il mondo circostante.

Clotilde Austoni odontoiatra
Fonte: Ufficio stampa
La dottoressa Clotilde Austoni

Alitosi e diete iper proteiche: risponde Roberta Sabatini

Che cosa s’intende per diete iper proteiche e quali sono le più note?
Per diete iperproteiche si intendono protocolli dietetici dove sono fortemente ridotti i carboidrati e, più in generale, alimenti ad alto indice glicemico (pane, pasta e cereali in genere) a favore di un elevato contenuto di proteine. Le diete più note sono la “Dukan“, la “Dieta A Zona“, le Diete Chetogeniche. In queste ultime i carboidrati sono ridotti in modo drastico mentre sono aumentate le proteine e i grassi. Si attiva così una via alternativa alla produzione di energia a partire dall’utilizzo dei grassi di deposito.

Le diete iper proteiche sono davvero efficaci per dimagrire?
Sono certamente utili se il paziente non è riuscito a ottenere risultati con altre diete .Il contenuto in proteine non dovrebbe, tuttavia, superare i grammi 1,8/2 per chilo di peso corporeo. In ogni caso è sempre consigliabile seguire diete personalizzate.

Questo tipo di diete possono avere degli effetti collaterali?
Le diete iperproteiche hanno certamente effetti collaterali. Aumentano, ad esempio, la produzione di corpi chetonici: aceto acetato, betaidrossibutirrato e acetone. L’eliminazione di quest’ultimo avviene attraverso la sudorazione, le urine e la respirazione. Ne deriva un particolare odore dell’alito. Altri effetti collaterali sono la bocca asciutta, aumento della sensazione della sete, aumento della diuresi (cioè della quantità di urine eliminate nella giornata), riduzione dell’appetito, una iniziale stanchezza o astenia che generalmente di munisce progressivamente. Non andrebbe seguita per lungo tempo per non rischiare di affaticare i reni e ancora di più per non andare incontro a cheto-acidosi condizione che può portare a condizioni rischiose per la sopravvivenza .

In termini generali a chi sono sconsigliate e a chi consigliate?
Sono utili per chi deve sottoporsi a interventi chirurgici a breve termine, in chi ha difficoltà organizzative. Sono sconsigliate per i soggetti diabetici, nei pazienti con problemi cardiovascolari e in gravidanza