Posso allenarmi se ho il covid?

Vediamo il delicato rapporto tra Covid e allenamento, quali sono le indicazioni basate sui dati scientifici

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Elisa Cappelli

Esperta di fitness

Laureata in Filosofia e Master in Giornalismo Internazionale LUISS. Trainer certificata CONI e FIF (Mat base e avanzato). Studia Anatomy in Motion (Gary Ward) e Qi gong.

Allenamento e Covid

Per quel che riguarda la correlazione e quel che dicono i dati statistici sui postumi dell’infezione, citiamo uno studio effettuato su alcuni ex pazienti in Cina, pubblicato su EClinicalMedicine, che ha dimostrato come il 25% dei guariti avesse una funzione polmonare anormale a distanza di tre mesi e che il 16% fosse ancora affaticato. Di certo i postumi sussistono e per questo anche allenarsi durante il Covid potrebbe avere controindicazioni. Un’indagine condotta dal policlinico Gemelli di Roma su 143 soggetti con diagnosi Covid, e pubblicata su Lancet, ha rilevato che il 53% ha segnalato stanchezza e il 43% mancanza di respiro nei due mesi successivi all’incontro con la malattia.

Sicuramente lo sport gioca un ruolo fondamentale per quel che riguarda la prevenzione e la manutenzione del corpo in uno stato di salute globale. Non muoversi equivale a far peggiorare automaticamente le difese immunitarie, oltre al tono muscolare, ed esporsi consapevolmente al rischio di contrarre varie infezioni tra cui anche il Covid.

La pubblicazione “Muscoli in salute. La chiave del benessere a tutte le età“ (a cura di Silvia Di Maio e Federico Mereta – edizioni Gribaudo), cui ha contribuito Francesco Landi, presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg), direttore UOC Riabilitazione e Medicina Fisica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e docente di medicina interna e geriatria all’Università Cattolica, campus di Roma, ha evidenziato come lo sport sia un vero e proprio farmaco salvavita che impedisce il peggiorarsi delle condizioni e aiuta a superare al meglio la malattia in caso di contagio. L’emergenza scatenata dalla pandemia ha costretto a stare a casa forzatamente e molte persone che stanno affrontando un tumore o che si trovano ad affrontare altri disturbi gravi legati ad altre patologie pregresse sono stati fortemente incoraggiate a continuare a muoversi in casa anche attraverso l’uso di strumenti informatici.

I dati riportano che nessun drastico peggioramento delle condizioni cliniche si è mai osservato in chi fa sport ed è positivo al Covid-19. Il medico fisiatra Dr. Ciarimboli ha affermato che chi ha contratto il Covid non deve interrompere il movimento ma dovrebbe farlo in condizioni sempre di cautela e controllo consapevole. Ciarimboli afferma: “Chi è risultato positivo ma è in buone condizioni di salute può, se se la sente, svolgere attività fisica in casa: ok a tapis roulant, cyclette o ginnastica aerobica a patto che si tenga sotto controllo la saturazione e la sensazione di fatica.

Altro accorgimento: evitare i colpi di freddo e gli sbalzi di temperatura che possono esporre ad altri tipi di problemi.” La parte da riprendersi con forza per prima rimane la zona addominale e tutti i muscoli dell’addome, come anche il pavimento pelvico e il diaframma, oltre a tutta la struttura toracica.

Fare movimento durante e dopo il Covid ci porta anche a riprendere un contatto in modo nuovo e importante con se stessi/e.

Consigli per chi riprende l’allenamento dopo il Covid

Prima di fare sport, dopo aver contratto e superato il Covid-19, sarebbe necessario sottoporsi a visite mediche e controlli che sono strettamente correlati alla gravità del decorso della malattia e, soprattutto, a quanto rimane in termini di esiti, ovvero se sussiste spossatezza, sudorazione a freddo, dolore, fastidi vari alle articolazioni, nausea, problemi di respirazione. Si chiama “coda della virosi” e ricadono in questa espressione tutte le forme di “strascichi” e disturbi successivi al manifestarsi della patologia. Questa condizione non ha stretta correlazione con la criticità con il quale si è affrontato il coronavirus. Di solito comunque la debolezza e la stanchezza muscolare scompaiono nei mesi successivi allo sfogo importante dell’infezione. Non si deve riprendere in modo drastico e repentino, ma iniziando piano piano, senza sforzarsi troppo. Di solito si consiglia di riprendere l’esercizio fisico in modo moderato ma rilevante mai prima dei 7 giorni consecutivi alla scomparsa dei sintomi. Prima di questo tempo vale la pena dedicarsi a esercizi posturali, di allineamento, potenziamento e isometria, per mantenere e rinvigorire il tono muscolare. Benissimo anche tecniche di respirazione ispirate allo yoga.

In letteratura scientifica, i dati oltreoceano non collimano molto con quelli italiani, per quel che riguarda il protocollo. I medici inglesi ad esempio usano un elettrocardiogramma a riposo come prova che l’atleta, dopo l’infezione da Sars-Cov-2, possa ritornare a praticare sport tranquillamente; in Italia invece, le indicazioni di medicina dello sport sono molto più rigide (test ergometrico massimale in monitorizzazione continua, ecocardiogramma e vari monitoraggi). Sicuramente la consapevolezza del singolo permette di capire l’impegno cardiovascolare che va richiesto al corpo di volta in volta. La ripresa deve essere graduale, serena, morbida; vanno eseguiti esercizi di respirazione, tecniche di rilassamento, sequenze per la respirazione e anche la meditazione aiuta molto a riprendere la concentrazione e il focus mentale durante l’allenamento.