Cuore: attenzione a zuccheri semplici, sale e grassi “cattivi”

I consigli degli esperti della Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare

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Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

Mangiare troppo e aumentare di peso, soprattutto a livello addominale, comporta la produzione di sostanze ad azione infiammatoria che, liberate in circolo, possono favorire l’insorgenza delle malattie cardiovascolari. Aggiungere poi troppo sale, consumare molti cibi ricchi di zuccheri raffinati e grassi “cattivi” come quelli saturi e trans può mettere ulteriormente a dura prova la salute cardiovascolare. Sono gli avvertimenti degli esperti lanciati nel corso del 19° Congresso Nazionale della Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare (SIPREC). 

Ma nel largo ventaglio di alimenti disponibili nella nostra buona Dieta Mediterranea, tanti sono anche i cibi capaci di proteggere il nostro cuore, dicono gli studiosi. Per anni snobbata dalla medicina, una dieta corretta è stata ormai pienamente riscoperta dalla scienza come il miglior mezzo per la prevenzione delle patologie cardiovascolari e oncologiche e – insieme all’attività fisica – può essere in grado di limitare l’insorgenza di un gran numero di patologie.

“Durante il primo lockdown del 2020 – ha dichiarato il professor Massimo Volpe, presidente del congresso – i ricoveri per infarto si sono ridotti del 50% rispetto all’anno prima, perché i pazienti hanno avuto paura di recarsi in pronto soccorso. E nei mesi a seguire, dopo la breve tregua estiva, il lavoro a distanza, la DAD, la chiusura delle palestre, il maggior ricorso al comfort food e il maggior tempo passato in casa hanno fatto lievitare le ore di sedentarietà e peggiorare il controllo di una serie di fattori di rischio, dall’eccesso di peso, all’ipertensione, allo scarso controllo del diabete, all’aumento del colesterolo. Per non parlare del maggior consumo di alcol o della ripresa del fumo. È oggi insomma più che mai necessario ripartire dalla prevenzione e la SIPREC è pronta a fare la sua parte, con tante idee e strategie innovative”.

I numeri delle malattie cardiovascolari

Le malattie cardiovascolari (infarto, ictus, vasculopatie) rappresentano la principale causa di morte nei Paesi occidentali, compresa l’Italia, dove ogni anno provocano 240 mila decessi. Sono almeno 7,5 milioni gli italiani interessati da queste malattie; ogni anno nel nostro Paese si registrano 150 mila infarti e 600 mila nuove diagnosi di scompenso cardiaco, che genera 1,5 milioni di ricoveri, numero che lo pone al primo posto tra tutte le cause di ospedalizzazione. 

Ma gli esperti stimano che gli italiani dal cuore affaticato siano molti di più (fino a 3 milioni) di quanto indicato dalle cifre ufficiali, perché la maggior parte dei casi non viene diagnosticata. 

Il cibo che danneggia il cuore

Il cibo può rappresentare una difesa in più per proteggerci, ma può fare anche dei danni. “Tutti sanno che il sale è uno di quei condimenti che possono aumentare il rischio di ipertensione arteriosa – soprattutto negli anziani – e l’ipertensione è il principale fattore di rischio per le patologie cardiovascolari”, spiega la dottoressa Anna Villarini, biologa nutrizionista, professoressa a contratto all’Università di Milano e ricercatrice presso l’Istituto Nazionale Tumori di Milano. “Nonostante ciò – continua l’esperta – consumiamo ogni giorno tantissimi alimenti salati (formaggi, salumi, cibi in scatola) e usiamo troppo sale come condimento; l’eccesso lo fa diventare un cibo che danneggia”. Consumiamo anche troppi zuccheri semplici non solo come tali o all’interno dei dolci. “Soft drink, bibite e succhi confezionati possono infatti contenere molto zucchero; per questo le grandi società scientifiche di cardiologia, sia europee che americane, sconsigliano il consumo di bevande zuccherate. Ma lo zucchero è ‘nascosto’ anche in tantissimi alimenti. Lo troviamo nel ketchup ad esempio, nelle insalate di mare industriali e in molti cibi industriali salati, senza rendercene conto”. A meno di non abituarci a leggere con attenzione le etichette alimentari, in particolare la lista degli ingredienti.

Attenzione anche ai grassi vegetali lavorati. “I grassi vegetali – spiega la dott.ssa Villarini – sono generalmente buoni, a meno che non vengano ‘lavorati’ cioè estratti con dei solventi e poi raffinati per eliminare le tracce dei solventi, come accade per esempio con l’olio di palma e con altri oli vegetali. Quando vengono lavorati, questi grassi, pur essendo vegetali, diventano ‘cattivi’, al punto da essere indicati come il principale fattore di rischio cardiovascolare legato al consumo di grassi. Nel corso della raffinazione infatti la molecola di questi grassi cambia, il riscaldamento ne modifica la conformazione, facendola ‘girare’; questa ‘rotazione’ si verifica più o meno nel 50% delle molecole di un grasso vegetale raffinato (succede anche nel grasso del dado vegetale). I grassi che ne derivano si chiamano in configurazione ‘trans’ (sono i famosi grassi ‘trans’) e sono particolarmente pericolosi per le arterie e per il cuore”.

Il cibo che protegge

Tra i cibi ‘Robin Hood’ della salute del cuore, invece, troviamo i vegetali. “Mangiare frutta e soprattutto verdura di stagione – afferma la dottoressa Villarini – aiuta molto la salute cardiovascolare perché apporta sostanze antiossidanti e fibre. Le fibre, oltre a indurre senso di sazietà, riducono l’assorbimento di grassi saturi e del colesterolo e questo rappresenta già un elemento positivo. Gli antiossidanti contrastano gli effetti di quelle sostanze ossidanti che potrebbero andare a danneggiare arterie, tessuti e cuore. Sempre tra i vegetali, devono entrare a far parte di una dieta sana legumi e cereali, non raffinati, ma integrali, anch’essi ricchi di fibre che aiutano a controllare l’apporto di zuccheri e grassi. Anche la frutta a guscio, come le noci, ricche di omega 3, in piccole quantità (sono molto caloriche, dunque non bisogna superare i 30 g al giorno) può entrare a far parte di una dieta amica del cuore”. 

Gli omega 3 hanno un’azione antinfiammatoria e protettiva per cuore e arterie. Possiamo trovarli anche nel pesce azzurro (come sardine, acciughe, sgombro, pesce spada…), che è anche quello più economico.

Bene anche l’olio extravergine di oliva. “L’olio extravergine d’oliva – spiega la dottoressa Villarini – è fatto principalmente da oleico, un grasso insaturo amico del cuore (attenzione però, deve essere ‘extravergine’ e non ‘olio d’oliva’), naturalmente nelle giuste quantità; se non si superano i 30 g al giorno, non si ingrassa e proteggiamo cuore e arterie”. 

Conoscere gli alimenti amici e i nemici della salute è solo il primo passo perché spesso, nella trafelata vita quotidiana, si ricorre a prodotti confezionati che possono nascondere delle insidie ‘occulte’ (troppo sale e zuccheri semplici, grassi saturi e trans). Per questo – ricordano gli esperti – è sempre buona abitudine imparare a leggere con attenzione le etichette alimentari.