Succhi di frutta, 6 consigli per consumarli in modo consapevole

Dalla quantità alle corrette associazioni alimentari, i suggerimenti per trarre il massimo beneficio da queste preziose bevande

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Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

In Italia se ne consumano circa 765 milioni di litri, in media circa 13 litri a testa, sono buoni e fanno bene. I succhi 100% frutta, infatti, contengono quantità notevoli di minerali, vitamine e composti bioattivi (fitocomposti): tra questi in particolare potassio, acido folico, vitamina C ed altre sostanze ad azione antiossidante, in quantità in alcuni casi anche maggiori rispetto ai frutti da cui derivano e comunque in relazione alla qualità dei frutti, al loro grado di maturazione, alle modalità di raccolta e di stoccaggio e ai processi tecnologici utilizzati per la loro produzione.

Ad occuparsi di queste bevande amate da tutta la famiglia, di recente è stata anche la SINU (Società italiana di nutrizione umana) che in un documento dedicato, dal titolo “Il consumo di succhi 100% frutta nel contesto di una sana alimentazione”, ha evidenziato come esista, inoltre, una moderata evidenza di alcuni effetti favorevoli dei succhi di frutta, in particolare sul profilo lipidico e sulla pressione arteriosa. 

Poche fibre

Tuttavia, mentre la frutta è in generale una buona fonte di fibra alimentare, di cui è riconosciuto il valore protettivo verso le malattie cardiovascolari e probabilmente verso alcune forme di cancro, la trasformazione in succhi di frutta riduce notevolmente il quantitativo di fibra rispetto al frutto di partenza, tanto da divenire quasi sempre trascurabile dal punto di vista nutrizionale. 

Una fonte di zuccheri

Ricordiamo, inoltre, che i succhi 100% frutta pur non contenendo zucchero “aggiunto” nel processo di produzione, hanno pur sempre un contenuto di zuccheri correlato a quello dei frutti da cui derivano (in media circa 24 g per la porzione standard di 200 mL). In particolare, contengono fruttosio. Per un consumo moderato, queste quantità sono lontane da quelle cui si attribuiscono effetti avversi per la salute, ma va tenuto presente che esse si aggiungono a quelle eventualmente provenienti da altre fonti. 

E i pesticidi?

Un recente studio sulla qualità dei succhi condotto dalla rivista mensile “Il Salvagente” ha evidenziato la presenza di elementi potenzialmente dannosi per l’organismo, come pesticidi e sostanze chimiche, ma anche la contaminazione di tossine (come la patulina) e la quantità di zucchero. Dai risultati ottenuti non sono però emersi dati particolarmente allarmanti visto che quasi tutti i succhi di pera analizzati hanno evidenziato tracce di zuccheri e dei fitofarmaci captano, boscalid e dodina, ma in quantità – spiega una nota – che non devono destare preoccupazione. Anche la tossina patulina, presente in sei campioni su dieci e nelle quantità rilevate non è da ritenersi un pericolo per la salute.

6 consigli per un consumo consapevole

Secondo la SINU il consumo di succhi 100% frutta nell’ambito di una corretta alimentazione è ammissibile se:

  1. vengono consumati soprattutto in quanto alternativa rispetto ad altre bevande zuccherate; 
  2. comunque in quantità limitata e non inteso sistematicamente o in misura prevalente sostitutivo del consumo di frutta;
  3. vengono associati a un generoso apporto di fibra alimentare da fonti naturali quali verdura, frutta fresca, cereali integrali e legumi; 
  4. non sostituiscono il consumo di acqua e non si aggiungono come bevanda alla merenda prevista; 
  5. non si sommano al consumo di bevande zuccherate di altro genere; 
  6. non si somministrano sistematicamente e attraverso biberon nel corso della prima infanzia. 

Seguendo dei semplici consigli possiamo, dunque, trarre il massimo beneficio da queste preziose bevande.