Da quando ha riconquistato la propria libertà e indipendenza, Britney Spears (che ha da poco annunciato di essere incinta) non perde occasione per ribadire via social la proprio gioia e desiderio di dire e fare ciò che vuole, mettendosi a nudo di fronte ai suoi follower. In senso spirituale ma anche e soprattutto anche fisico.
La stessa cosa ha iniziato a fare spesso Arisa, prima per rivendicare il proprio orgoglio curvy e l’accettazione di sé, al di fuori dei canoni convenzionali (ricordate i selfie delle scorse estati?) e dopo, notevolmente dimagrita grazie a Ballando con le stelle, per esibire con orgoglio la nuova linea.
E poi c’è la modella americana curvy Ashley Graham, che da sempre ha fatto del body positivity la propria missione di vita. Anche adesso, che ha da poco partorito due gemelli, non perde occasione per postare foto del suo corpo ancora appesantito dal parto, mentre allatta o in intimo davanti allo specchio, osserva i segni lasciati da due gravidanze. Tre donne molto diverse tra loro, tre esempi simili di uso dei social, vetrina della propria vita e del proprio corpo.
Tanto Britney, quanto Arisa e Ashley sembrano voler rivendicare lo stesso principio: “Il corpo è mio e lo mostro quando e soprattutto come voglio“, libera di spogliarmi di tabù e convenzioni, con l’intenzione di sdoganare certi veti universalmente e implicitamente accettati. Come per esempio che se si ha qualche smagliatura o rotolino in più sia vergognoso mostrarsi in pubblico. E se si è incinta o si ha da poco partorito, per carità: meglio coprirsi.
Last but not least: se si è personaggi pubblici, famosi, con un vasto seguito di fan, non è “conveniente” esibirsi in lingerie o topless, a meno che non ci si chiami Gisele, Gigi o Kendall. Perché se lo fanno le super top, è artistico e ammirevole, se lo fanno le altre, non propriamente top, diventa riprovevole. Britney se ne frega, portando avanti il #FreeBritney fino all’ultimo. Può piacere o meno, essere tacciata di cattivo gusto, ma senza dubbio milioni di donne faticheranno meno a riconoscersi in lei che negli esempi irraggiungibili di cui sopra.