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Secrezioni vaginali normali
La vagina è un organo molto sensibile alle variazioni del tasso ormonale, soprattutto al livello di estrogeni circolanti.
Le pareti vaginali sono sempre umide, tenute umidificate da un secreto che cambia caratteristiche in base alla fase del ciclo mestruale in cui ci si trova. Se prendiamo in considerazione una donna con cicli regolari, quindi con un intervallo tra il primo giorno di due cicli successivi di circa 28 giorni, le secrezioni vaginali aumentano all’incirca intorno al 9°-10° giorno, in corrispondenza dell’incremento degli estrogeni, fino a raggiungere un picco in corrispondenza del 13°-14° giorno del ciclo, periodo che coincide con l’ovulazione. Queste secrezioni sono trasparenti, filanti, elastiche.
Subito dopo l’ovulazione le perdite diminuiscono drasticamente ed inizia una fase asciutta. Il motivo per cui in coincidenza dell’ovulazione le perdite assumono questa caratteristica è legato al facilitare, in fase periovulatoria, il passaggio degli spermatozoi, creando quindi un ambiente che ne assicuri una migliore vitalità e progressione verso le tube, cioè verso il luogo deputato all’incontro tra lo spermatozoo e la cellula uovo da fecondare. Essendo queste perdite legate all’attività ovarica non sono presenti nelle donne che usano la contraccezione ormonale (pillola, cerotto, anello), proprio perché la contraccezione ormonale inibisce l’ovulazione. Quindi le secrezioni vaginali fisiologiche:
- coincidono con la fase periovulatoria;
- sono inodore, trasparenti, elastiche;
- somigliano all’albume dell’uovo.
Perdite vaginali anomale
Non tutte le secrezioni vaginali sono però fisiologiche, alcune possono indicare un processo infettivo in corso, un’alterazione della flora batterica locale oppure la presenza di un ectropion (la famigerata piaghetta del collo uterino). Vediamo di orientarci sul tipo di perdite.
Per esempio la candida, un’infezione da fungo molto frequente soprattutto nel periodo estivo, può dare perdite abbondanti bianche, nella maggior parte dei casi inodori e che hanno una consistenza densa, come latte cagliato. Possono associarsi a prurito e bruciore, sia interno che esterno e gonfiore della vulva.
Diverse sono invece le perdite vaginali che possono manifestarsi in corso da infezione da Trichomonas Vaginalis; quando questo protozoo infetta la vagina le perdite sono abbondanti, acquose, giallo-verdognole e con un odore sgradevole.
Ancora diverse sono le perdite a cui ci troviamo davanti ad un’alterazione della flora vaginale: parliamo in questo caso di vaginosi batterica, il che vuol dire che la flora lattobacillare benefica che colonizza normalmente la vagina è diminuita e hanno preso il sopravvento altre specie, che in genere sono presente in bassissime concentrazioni (come la Gardnerella per esempio). In questo caso le perdite sono bianco-grigiastre anche molto abbondanti, poco dense e con un odore di pesce.
Anche l’infezione da Gonococco può dare perdite vaginali abbondanti di colore giallastro, associate a bruciore, gonfiore e dolore nei rapporti sessuali: questi sintomi possono associarsi a disturbi urinari più o meno sfumati.
Infine va ricordata la Clamydia, una malattia a trasmissione sessuale che può dare sintomi molto lievi e sfumati (secrezioni mucose filanti, sanguinamento, sensazione di irritazione) ma che a lungo termine, se non trattata, può dare importanti complicanze anche sulla funzione riproduttiva.
Quando preoccuparsi
La casa importante è tenere d’occhio quanto durano queste perdite e che caratteristiche hanno. Per esempio, se notate un aumento delle secrezioni soltanto nel periodo ovulatorio, con le caratteristiche che abbiamo visto prima, allora non c’è da preoccuparsi, è tutto normale.
Se invece le perdite vaginali sono fuori da questa finestra temporale, hanno un odore troppo forte, pungente oppure sono associate ad altri sintomi come prurito, bruciore, arrossamento dei genitali, allora è decisamente più opportuno contattare il proprio ginecologo di riferimento per capire come procedere.
Per la diagnosi, si può effettuare un tampone cervico-vaginale, cioè un prelievo delle secrezioni sia a livello vaginale che del collo dell’utero, dal quale è possibile evidenziare che tipo di microrganismo è presente e quale eventuale antibiotico è efficace.
Altra cosa importante da tenere presente è che alcune di queste infezioni possono dare complicanze a distanza o importanti durante la gravidanza; è bene quindi non trascurare nessun sintomo ed eventualmente fare anche degli esami di screening per le malattie a trasmissione sessuale. Quindi:
- fare attenzione alle caratteristiche delle secrezioni vaginali;
- usare il profilattico come protezione: ricordiamoci che alcuni trattamenti vaginali locali (creme, ovuli) possono diminuirne la resistenza;
- fare test di screening sulle malattie a trasmissione sessuale, soprattutto in presenza di infezioni da gonococco o da clamydia;
- curare l’igiene personale (biancheria, uso di saponi adeguati, frequenza dei lavaggi adeguata);
- non trascurare i segnali del proprio corpo;
- rivolgersi al ginecologo per qualsiasi dubbio o necessità.