La sindrome dell’intestino corto è una malattia che colpisce moltissime persone, ma che in pochi conoscono. Questa patologia provoca il mancato assorbimento dei nutrienti che assumiamo attraverso l’alimentazione. Le cause sono legate solitamente all’asportazione chirurgica di una zona dell’intestino tenue in seguito a complicanze dovute al Morbo di Crohn, a neoplasie, a lesioni intestinali o ad obesità grave. A volte la sindrome dell’intestino corto può essere causata anche da un difetto congenito in cui questo organo risulta poco efficiente e breve, in tal caso riguarda solitamente i bambini, che nascono con questo problema.
Solitamente l’intestino tenue di un adulto è lungo circa 6-7 metri e possiede un diametro di 2,5 centimetri. Chi è affetto dalla sindrome dell’intestino corto ne possiede il 50% in meno. Questo eccessivo accorciamento causa un malassorbimento delle sostanze nutritive che andrebbero immesse nell’organismo attraverso il cibo. I pazienti affetti da questa malattia non riescono ad assorbire i grassi e le vitamine A, D, E, K e B12.
Indice
Cause della sindrome dell’intestino corto
La SBS o sindrome dell’intestino corto è spesso il risultato di interventi chirurgici che rimuovono una porzione significativa dell’intestino tenue, ma tra le altre cause più comuni ricordiamo:
- Malattia di Crohn: questa malattia infiammatoria cronica intestinale può danneggiare l’intestino tenue, richiedendo la rimozione chirurgica di sezioni affette. L’infiammazione può rendere inutilizzabili tratti anche molto grandi di villi intestinale dalla capacità assorbitiva e quindi ridurre la forza dell’intestino di riuscire a cogliere i macro e micronutrienti presenti nel cibo. Stesso fenomeno che può verificarsi anche in caso di celiachia non trattata dieteticamente o con alimentazione d’esclusione.
- Trombosi mesenterica: un coagulo di sangue nell’arteria mesenterica può interrompere il flusso sanguigno all’intestino, causando la morte del tessuto e richiedendo la rimozione.
- Volvolo intestinale: una torsione dell’intestino può bloccare il flusso sanguigno e danneggiare il tessuto intestinale.
- Enterocolite necrotizzante: una condizione grave che colpisce principalmente i neonati prematuri, causando la morte del tessuto intestinale.
Quali sono i sintomi?
Solitamente i campanelli d’allarme sono piuttosto evidenti e vanno dalla disidratazione al dolore addominale, sino alla diarrea e alla perdita di peso. Spesso il problema rischia di degenerare in altre patologie legate all’alimentazione, come l’anoressia. Chi soffre di sindrome dell’intestino corto si stanca facilmente, presenta inoltre feci di colore chiaro e con un odore molto forte, legato alla presenza di lipidi. Tra i sintomi più comuni della patologia troviamo:
- Diarrea cronica: l’incapacità dell’intestino di assorbire i nutrienti può portare a diarrea persistente.
- Malassorbimento: l’intestino accorciato non può assorbire correttamente vitamine, minerali e altri nutrienti.
- Perdita di peso: il malassorbimento dei nutrienti può causare una significativa perdita di peso e anoressia.
- Stanchezza: la carenza di nutrienti essenziali può portare a una stanchezza estrema e astenia, sia fisica che mentale.
- Dolore addominale e gonfiore: la digestione compromessa può causare dolore addominale e gonfiore, con al produzione di flatulenze.
Con il passare del tempo, la mancata assunzione di sostanze fondamentali per il benessere come zinco, magnesio, ferro e calcio, provocano disturbi come spasmi muscolari, desquamazione dell’epidermide e osteoporosi.
Gestione alimentare e dietetica della Sindrome dell’Intestino Corto
La gestione della SBS si concentra sull’ottimizzazione dell’assorbimento dei nutrienti e sulla prevenzione delle complicazioni tipiche della patologia. La dieta gioca un ruolo cruciale in questo processo. Vediamo, per questo motivo, cosa è possibile mangiare e cosa invece bisogna evitare per gestire al meglio questa condizione patologica dell’intestino.
Alimenti SI
- Proteine di alta qualità biologica: le proteine sono essenziali per la costruzione e riparazione dei tessuti e il mantenimento della massa muscolare. È consigliabile consumare fonti proteiche facilmente digeribili come pollo, tacchino, pesce e uova (le uova sode sono le meno digeribili). Anche le proteine vegetali come il tofu possono essere ben tollerate.
- Carboidrati complessi: i carboidrati complessi, come il riso integrale e la quinoa, possono fornire energia sostenibile e modulata nel tempo, senza provocare picchi glicemici e insulinemici nel sangue. È importante quindi scegliere carboidrati a basso indice glicemico per evitare picchi di zucchero nel sangue.
- Grassi sani: gli acidi grassi omega-3, presenti nel pesce grasso come il salmone e nelle noci, sono benefici per la salute intestinale e per esplicare un’azione di tipo antinfiammatorio. L’olio d’oliva e l’avocado sono altre buone fonti di grassi monoinsaturi, amici del sistema cardiovascolare.
- Alimenti ricchi di vitamine e minerali: poiché l’assorbimento intestinale dei nutrienti è compromesso, è essenziale includere alimenti ricchi di vitamine e minerali. Frutta e verdura ben cotte possono essere più facilmente digerite e assorbibili. Anche gli integratori possono giocare un ruolo essenziale ed essere necessari per garantire un apporto sufficiente di nutrienti essenziali come il ferro, il calcio, la vitamina D e la vitamina B12.
- Piccoli pasti frequenti: per ridurre il carico sull’intestino, è consigliabile consumare piccoli pasti distribuiti durante la giornata. Questo può aiutare a migliorare l’assorbimento e a prevenire il sovraccarico intestinale. Grandi carichi di nutrienti da assorbire potrebbero essere un problema per un intestino che lavora al 50% e per questo è meglio suddividere i pasti in modo che i villi intestinali rimanenti abbiano tutto il tempo di assorbire i micro e macronutrienti presenti nei pasti.
Alimenti NO
- Alimenti ricchi di fibre: anche se le fibre sono generalmente considerare salutari, con questa patologia possono essere difficili da digerire e inoltre possono ridurre ancora di più l’assorbimento di macro e micronutrienti necessari per il corpo. È meglio evitare alimenti ricchi di fibre insolubili come cereali integrali non raffinati, verdure crude e frutta con la buccia.
- Zuccheri semplici: gli zuccheri semplici, come quelli presenti nei dolci, nelle bevande zuccherate e nei dessert, possono peggiorare la diarrea e il malassorbimento. È meglio limitarne l’assunzione.
- Alimenti grassi o fritti: i grassi sono difficili da digerire per le persone con SBS, specialmente i grassi saturi presenti nei cibi fritti e nei prodotti da forno commerciali. È consigliabile evitare questi alimenti per ridurre anche il grado di infiammazione al quale è sottoposto il corpo e l’intestino.
- Latticini: molte persone con SBS sviluppano intolleranza al lattosio, quindi potrebbe essere necessario evitare latticini come latte, formaggi e gelati. Tuttavia, lo yogurt e il formaggio duro a basso contenuto di lattosio possono essere tollerati da alcuni individui ed essere inseriti senza problemi nella dieta del soggetto con sindrome dell’intestino corto.
- Alcol e caffeina: alcol e caffeina possono irritare il tratto gastrointestinale e peggiorare i sintomi infiammatori. Per questo motivo è consigliabile evitarli o limitarne fortemente l’assunzione.
Esempio di schema dietetico
L’alimentazione riveste un ruolo fondamentale per curare la sindrome dell’intestino corto. Seguendo la dieta giusta infatti è possibile limitare i danni causati da questa malattia. Solitamente bisogna privilegiare i cibi che si digeriscono più facilmente, con un basso contenuto di fibre e poveri di grassi. Vanno eliminati anche i cereali integrali e i vegetali fibrosi, così come gli zuccheri complessi.
Giorno | Colazione | Spuntino Mattina | Pranzo | Spuntino Pomeriggio | Cena | Spuntino Sera |
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Lunedì | Porridge di riso con latte di riso e banana matura | Yogurt greco senza lattosio | Petto di pollo grigliato con patate lesse e carote cotte | Cracker senza glutine con hummus | Pesce bianco al vapore con riso basmati e zucchine cotte | Mela cotta con cannella |
Martedì | Crema di riso con miele | Frullato di banana con proteine di riso | Tacchino arrosto con purè di patate e zucca cotta | Budino di riso senza lattosio | Zuppa di pollo con carote e patate | Pera cotta senza buccia |
Mercoledì | Fette biscottate senza glutine con marmellata | Yogurt senza lattosio | Pollo al forno con riso bianco e fagiolini lessati | Banana matura | Filetto di pesce con purea di patate dolci e zucchine cotte | Compote di mele |
Giovedì | Pancakes senza glutine con sciroppo d’acero | Uovo sodo | Pollo arrosto con patate dolci al forno e spinaci cotti | Frullato di pera con latte di riso | Zuppa di verdure con riso e pollo sminuzzato | Budino di riso senza lattosio |
Venerdì | Porridge di avena senza glutine con banana matura | Cracker di riso con hummus | Tacchino alla griglia con purè di patate e carote cotte | Yogurt greco senza lattosio | Salmone al forno con riso bianco e zucchine al vapore | Mela cotta con cannella |
Sabato | Smoothie di banana e latte di mandorla | Yogurt senza lattosio | Pollo al forno con patate al vapore e carote | Cracker senza glutine con formaggio cremoso senza lattosio | Zuppa di zucca con petto di pollo | Pera cotta senza buccia |
Domenica | Fette biscottate senza glutine con marmellata | Banana matura | Filetto di pesce bianco con purè di patate e spinaci | Budino di riso senza lattosio | Pollo alla griglia con riso basmati e zucchine cotte | Compote di mele |
Terapie mediche e chirurgia
La gestione della SBS richiede un monitoraggio da parte del medico continuo per valutare l’efficacia della dieta e della nutrizione supplementare. Questo può includere esami del sangue regolari per monitorare i livelli di nutrienti, test di assorbimento e valutazioni della funzionalità intestinale.
Alcuni farmaci possono essere prescritti per aiutare a gestire i sintomi della malattia e migliorare l’assorbimento dei nutrienti. Questi possono includere:
- Antidiarroici per controllare la diarrea cronica.
- Farmaci che riducono la secrezione acida per prevenire l’ulcerazione e migliorare l’assorbimento intestinale di alcuni micronutrienti.
- Terapie ormonali, come il teduglutide, che può migliorare l’assorbimento dei nutrienti aumentando la superficie assorbente dell’intestino rimanente.
In alcuni casi può essere necessario ricorrere alla chirurgia per migliorare la funzione intestinale o per allungare l’intestino che rimane. Procedure come la dilatazione intestinale o il trapianto di intestino sono considerate in casi estremamente gravi della malattia.
Conclusione
La sindrome dell’intestino corto è una condizione molto complessa che richiede un approccio multidisciplinare per gestire l’alimentazione, i sintomi e le complicanze che la malattia può generare. Seguire una dieta adeguata, supportata da integratori e un monitoraggio medico costante, è fondamentale per mantenere la qualità della vita e prevenire gravi complicazioni nutrizionali. Se si sospetta di avere questa condizione o se è stata diagnosticata, è essenziale lavorare a stretto contatto con un team di specialisti per sviluppare un piano di trattamento personalizzato. Un team che inclusa medici, nutrizionisti e anche psicoterapeuti.
Fonti bibliografiche
- Jeppesen PB. Spettro della sindrome dell’intestino corto nell’adulto: insufficienza intestinale a insufficienza intestinale. JPEN J Parenter Enteral Nutr. Maggio 2014; 38(1 Suppl):8S-13S. DOI: 10.1177/0148607114520994. Epub 2014 gennaio 31. PMID: 24486858.