Intolleranza al lattosio: cos’è, sintomi, come si diagnostica

Gonfiore addominale, pancia che brontola, diarrea: sono alcuni sintomi dell’intolleranza al lattosio. Ma gli esperti mettono in guardia: prima di cambiare dieta, parlane con il tuo medico

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Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

Cos’è il lattosio

Il lattosio è lo zucchero naturalmente presente nel latte. A differenza di altri zuccheri, ha un potere dolcificante inferiore di quello del saccarosio, circa il 40%. Anche il suo indice glicemico è basso: corrisponde più o meno alla metà di quello del pane bianco. Il lattosio viene digerito ad opera di un enzima specifico, la lattasi, naturalmente presente nel nostro intestino.

L’intolleranza al lattosio 

L’intolleranza al lattosio – si legge sul sito del Ministero della salute – è un disturbo che può comparire in un soggetto a qualunque età e può manifestarsi in maniera più o meno importante a seconda del soggetto e a seconda del tipo e della quantità di alimento ingerito.

L’intolleranza è causata dall’assenza o dalla scarsa presenza della lattasi, che è l’enzima che scinde il lattosio in glucosio e galattosio. 

Ricordiamo che intolleranza è diversa da allergia, perché mentre l’intolleranza è una reazione che non coinvolge il sistema immunitario, l’allergia è una condizione ben più grave, che comporta un interessamento del sistema immunitario e può arrivare anche a mettere in pericolo la vita.

I sintomi

I disturbi  provocati dall’intolleranza al lattosio possono includere presenza di gas nello stomaco o nell’intestino (flatulenza), gonfiore addominale, pancia che brontola, dolori addominali, diarrea. 

La loro gravità – sottolineano gli esperti dell’Iss – dipende sia dalla quantità di lattosio ingerito che dall’entità del difetto enzimatico: alcune persone non riescono a tollerare nemmeno la quantità utilizzata per macchiare il caffè, altre potrebbero bere tranquillamente un bicchiere intero di latte senza avere problemi. 

Tuttavia, prima di rimuovere il latte e i prodotti lattiero-caseari dalla dieta, è importante farsi visitare dal medico di famiglia. I sintomi provocati dall’intolleranza al lattosio possono infatti essere comuni a molte altre malattie. Per comprendere se i sintomi comparsi siano, o meno, legati all’assunzione di lattosio il medico potrebbe suggerire di eliminare dalla dieta per un paio di settimane tutti i prodotti che lo contengono e, successivamente, dopo aver valutato se i disturbi siano migliorati, potrebbe prescrivere il test specifico per accertare l’intolleranza al lattosio. 

Importante, dunque, è prestare attenzione a non confondere sintomi generici (ad esempio un po’ di gonfiore dopo avere bevuto latte) con una intolleranza, che andrebbe sempre diagnosticata con esami clinici specifici e valutata da specialisti.

Diagnosi 

L’esame diagnostico più diffuso è il test del respiro, anche detto Breath Test. È un esame non invasivo che consiste nell’analisi dell’aria espirata dal soggetto esaminato, prima e dopo aver ingerito una dose di lattosio. 

L’esame genetico, invece, può accertare l’eventuale predisposizione al disturbo.

Dov’è contenuto il lattosio

L’istituto superiore di sanità nel suo sito fornisce delle indicazioni molto utili per riconoscere gli alimenti che contengono lattosio, una sostanza, come vedremo di seguito, presente in moltissimi alimenti. 

Il lattosio, infatti, non è contenuto solo nel latte e nei suoi derivati, ma anche in molti altri prodotti in cui il latte è presente come ingrediente e il lattosio come additivo per ammorbidire o aggiungere gusto, oppure come conservante. 

Nella nostra alimentazione quotidiana troviamo il lattosio in:

  • pane e altri prodotti da forno, merendine, biscotti
  • creme, margarina, condimenti per insalate
  • minestre precotte
  • preparati a base di carne e insaccati
  • bevande per la prima colazione
  • corn-flakes, caramelle e altri snack
  • polvere di lattosio presente in alcuni farmaci
  • siero di latte in polvere come fonte proteica negli integratori per gli sportivi

Anche se spesso il lattosio è presente in questi prodotti solo in quantità minime, l’attenzione va posta sulla somma delle quantità nascoste (occulte). È importante, quindi, controllare sempre le etichette dei prodotti prima di acquistarli. 

Con l’entrata in vigore del regolamento (UE) 1169/2011 sull’etichettatura alimentare, infatti, è obbligatorio informare il consumatore sulla presenza dei cosiddetti allergeni nei prodotti confezionati evidenziandola con un carattere diverso, come dimensione, stile o colore, rispetto agli altri ingredienti per permetterne una visualizzazione rapida.

Cosa mangiare

Alcuni formaggi, ad esempio, taleggio, gorgonzola, fontina, provolone, pecorino, parmigiano reggiano, grana padano, formaggio svizzero – si legge nel sito dell’Iss – possono in genere essere consumati con moderazione perché ricchi di batteri lattici o perché sottoposti a prolungata stagionatura. I fermenti e i batteri presenti, infatti, scindono il lattosio in glucosio e galattosio rendendolo digeribile, oltre che un’ottima fonte di calcio.

Anche lo yogurt, contenendo batteri che digeriscono parzialmente il lattosio, è un alimento che può essere consumato in quantità moderata anche dalle persone con intolleranza.

In commercio comunque si trova il latte, e i prodotti che lo contengono, con il lattosio già scisso in glucosio e galattosio (delattosato). Il latte così trattato acquista un sapore più dolce, poiché il galattosio e il glucosio hanno un potere dolcificante molto più alto rispetto al lattosio. In alcuni di questi tipi di latte è aggiunto (addizionato) il calcio per evitare pericolose carenze di questo elemento nelle persone che non possono mangiare i vari alimenti a base di latte di mucca (vaccino), che è il più comunemente consumato.

Buone alternative al latte vaccino sono costituite da diversi tipi di “latte” vegetale che hanno anche il vantaggio di non contenere colesterolo. Non possono, tuttavia, essere ritenuti sostituti al 100% perché carenti di calcio.

Essi includono:

  • latte di soia
  • latte di riso
  • latte di farro
  • latte di mandorle

Qualora non si possano assumere, per varie ragioni, nemmeno gli alimenti privi di lattosio, potranno essere prese in considerazione integrazioni di calcio, se prescritte dal medico.

In alcuni casi, sotto controllo e prescrizione medica, è possibile assumere compresse a base di lattasi, l’enzima che aiuta l’organismo a digerire il lattosio. Le compresse vanno prese subito prima di mangiare il cibo che lo contiene.