Disregolazione emotiva: cosa si intende, cause e trattamento

Cosa si intende per disregolazione emotiva, cosa la innesca e come e da chi va trattata in modo funzionale e sicuro

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Elisa Cappelli

Esperta di fitness

Laureata in Filosofia e Master in Giornalismo Internazionale LUISS. Trainer certificata CONI e FIF (Mat base e avanzato). Studia Anatomy in Motion (Gary Ward) e Qi gong.

Cosa si intende per disregolazione emotiva

Per disregolazione emotiva si intende uno squilibrio a livello della gestione delle emozioni. Saperle gestire significa prima di tutto cercare di nutrire una consapevolezza e comprensione di base delle emozioni e un’accettazione delle stesse. La disregolazione incide sulla capacità di controllare le emozioni negative; si perdono di vista i propri obiettivi e non si riescono a perseguire con andamento graduale per via del fatto che le emozioni travolgono, scuotono, non vengono affrontate e controllate in modo stabile. La disregolazione comporta una perdita o una mancanza di capacità di utilizzare strategie di regolazione emotiva rendendole flessibili rispetto al contesto di riferimento.

In sintesi, arriva un’emozione, non sappiamo controllarla, ci travolge, ci impedisce di continuare a perseguire i nostri obiettivi normali e ci porta in uno stato di caos e confusione importante. Una scarsa consapevolezza delle proprie emozioni spesso viene identificata come tratto fondamentale della disregolazione emotiva, che a sua volta scatenerebbe condotte maladattive che andrebbero a lenire la sofferenza soggettiva, come per esempio i gesti autolesivi.

In sintesi, mi sento male, non so gestirlo, mi faccio del male per via del disagio che provo, delle emozioni che mi buttano letteralmente verso il basso per via del fatto che non so gestirle. Questo processo avviene a livello cognitivo e profondo, andando davvero a toccare le vie di reazioni, i processi a livello mentale e il modo in cui alcune aree del cervello si attivano o meno. Il recupero del benessere diventa lento e faticoso e il dialogo interno arranca.Il circuito del disagio investe anche il rapporto con il proprio corpo, in quanto soma e psiche sono intimamente collegati. Non si riesce a galleggiare tra le emozioni, a vivere; iniziamo a resistere e sopravvivere invece di riconoscere anche le emozioni complesse e che vanno metabolizzate con calma.

Cause

Pare che alla base del processo di disregolazione emotiva ci sia il rapporto con le figure di riferimento per quel che riguarda l’accudimento, ovvero le prime figure che ci danno protezione, nutrimento, che ci permettono di imparare ad accogliere le prime emozioni trascinanti e forti.

Come se la “tavolozza” delle emozioni da gestire non sia stata spiegata al principio e quindi si facesse fatica a metabolizzarle. A seguito di questa condizione, i processi di disregolazione vengono facilmente attivati e si va incontro a perdita di applicazione delle strategie funzionali per la gestione delle emozioni, il quale deficit contribuirà a confermare il senso di inefficacia verso il proprio sistema di controllo interno e di sfiducia nelle persone.

Ci si fida poco di se stessi e della regolazione e gestione delle proprie emozioni e come stretta conseguenza ci si fida poco degli altri. Come se andasse in tilt il sistema di regolazione e questo determinasse una visione distorta degli altri e un vissuto fallimentare in senso relazionale.

Alla base quindi ci sarebbe una poco nutriente relazione con una delle due figure principali di accudimento, che siano il padre o la madre. Questa tesi si basa anche sull’osservazione della relazione tra cucciolo e madre in una popolazione di scimmie rhesus. In sintesi, secondo gli esperimenti, i piccoli di scimmia che non avevano avuto dalla madri risposte coerenti e adeguate ai propri bisogni emotivi, finivano per innescare dinamiche autolesioniste combinate ad atteggiamenti impulsivi e forme di comportamenti aggressivi e tracotanti nelle varie forme di interazione con altri membri del gruppo.

La disregolazione si percepisce come uno stato “fuori controllo”, con attivazione di ansia, angoscia, nervosismo oppure l’esatto opposto, ovvero sensazione di apatia, mancanza di energia, malessere totale, bassa energia e pessimo umore e sensazioni dannose per la propria autostima.

Trattamento

La via per curare la disregolazione emotiva di certo passa per una relazione d’aiuto con il/la professionista, che si tratti di una figura di psicologo/a, psicoterapeuta o psichiatra ( in quel caso viene anche preso in considerazione un dosaggio farmaceutico). Per il trattamento della disregolazione emotiva in psicologia si avvia una stretta cooperazione tra paziente e terapeuta; si viene a creare una dimensione e un luogo protetto che non viene mai invalidato e in cui la persona che vive lo stato di disregolazione emotiva riceve accoglienza, ascolto, protezione e considerazione.

Il paziente non si sente giudicato/a e in questo modo riesce a lasciarsi andare, costruire una minima base di fiducia prima di tutto rispetto alla prorpia persona e poi rispetto alla relazione con gli altri. Si va a curare la reazione, si vanno a indagare e osservare le forme di risposta istintive. Le persone che soffrono di disregolazione in genere non hanno ricevuto attenzioni quando ne avevano bisogno e proprio a partire da questa carenza, da questa mancanza, si lavora per trovare uno stato di calma e di quiete di base.

Nella terapia di base vengono osservati i temi ricorrenti di pensiero e di reazione, le forme di autosabotaggio, le vie di sbocco di sofferenza. Quest’ultima viene direzionata, indirizzata, accolta, veicolata, non ignorata fino a raggiungere un primo livello di controllo e gestione delle proprie emozioni, collegato anche a una forma di regolazione di base e di sfogo. Il tutto nella direzione di un maggiore e consapevole controllo interno volto a migliorare la relazione con l’esterno.