“Rallentare l’invecchiamento si può”, dieta di precisione e trattamenti. Parla la nutrizionista

La nutrizionista Federica Almondo, fondatrice di Cerva 16, ci spiega come un piano terapeutico e una dieta personalizzata possono farci vivere di più e meglio

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Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Se bloccare l’invecchiamento non si può, certamente è possibile rallentarlo, adottando corretti stili di vita e una dieta sana. Qual è la migliore strategia per prendersi cura di sé con la massima efficacia e con effetti che durano nel tempo? Fare un check di nuova generazione della propria condizione fisica e psicologica, impostare un piano terapeutico personalizzato e olistico, dimenticare la fretta.

Questo è quanto propone Cerva 16, il primo centro di medicina funzionale anti-aging in Italia, che ha sviluppato un metodo nuovo, nato
dagli studi sulle Blue Zone, le 5 zone del mondo col record di longevità attiva, si fonda sui principi della medicina funzionale rigenerativa e anti-aging. Una medicina olistica che guarda alla persona e all’intero organismo; che ricerca l’origine profonda dei problemi e che si prefigge la prevenzione a lungo termine.

A noi la dottoressa Federica Almondo, nutrizionista dei manager e fondatrice di Cerva 16, ci ha spiegato in cosa consistono i trattamenti anti-età, cosa s’intende per corretta alimentazione e come la dieta giusta influisca sul nostro organismo per rallentare l’invecchiamento che comporta non solo rughe e inestetismi ma anche patologie di varia gravità.

Che cosa significa essere la nutrizionista dei manager?
È un’esigenza che avevo intuito già un po’ di tempo fa, ma è soprattutto con la pandemia che ho cominciato a capire che persone che avevano performance particolarmente sfidanti e in particolare a una certa età, avevano bisogno di mantenere un livello molto alto, sia per quanto riguarda prestazioni mentali che fisiche ma anche estetiche. Le persone che si rivolgono a me hanno la necessità di essere sempre al top, anche quando la fisiologia non aiuta, ossia quando hanno raggiunto una certa età. A 50 anni, specialmente per le donne, il fisico tende a lasciarsi un po’ andare, è l’età della menopausa dove la lucidità mentale non è più quella di prima – io l’ho sperimentato in prima persona – senza contare che ci sono anche dei sintomi fisici evidenti, le famose vampate di calore. Se una persona deve presentarsi in pubblico e si trova improvvisamente tutta sudata e arrossata, non è piacevole. Naturalmente, questi disagi possono accadere anche agli uomini.
È evidente che per essere sempre al top mentalmente e fisicamente non basta affidarsi “ai rimedi della nonna”. Noi ci avvalliamo di una serie di protocolli. Io in particolare, in quanto nutrizionista, mi occupo di alimentazione di precisione che significa eseguire una anamnesi precisa e sottoporre il paziente a una serie di test metabolici, come la metabolonica, per avere una fotografia dello stato di salute metabolico. Questo test di ultima generazione che ha la capacità di scoprire eventuali carenze nutrizionali, un’alterata sintesi di neurotrasmettitori, patologie mitocondriali, tutte cose che mi permetteranno insieme al medico deputato di definire terapie di rigenerazione e di potenziamento, come le terapie infusionali che ovviamente vanno messe a punto in modo personalizzato e questo è possibile solo partendo da un test. C’è l’ossigeno-ozono terapia che è un trattamento anti-aging, oltre a essere un buster di energia, avendo la caratteristica di tenere bassa l’infiammazione.

Quanto è importante l’alimentazione?
La corretta alimentazione, come noto, è ciò che più di tutto influisce sulla nostra salute. Anche in questo caso, bisogna sempre tenere presente l’esigenza della persona che si rivolge a noi. Il manager che esce a pranzo coi clienti, difficilmente può seguire una dieta rigida. Quello che faccio è imporre dei paletti, ma che siano sostenibili. Ad esempio, bisognerebbe mangiare alle 19. Ma se il paziente lavora sempre a quell’ora, è impossibile seguire questa regola, perciò bisogna trovare un’alternativa sostenibile.

Sebbene la dieta corretta debba essere personalizzata, ci sono dei principi generali che valgono per tutti? Se sì, ce li può illustrare?
L’alimentazione personalizzata non implica il venir meno delle regole fondamentali di una alimentazione sana. Parlando di persone che non hanno particolari patologie, ci sono dei principi che valgono per tutti. Tra le regole più importanti, ma seguita da pochi, c’è quella di fare una colazione abbondante. Seguire i nostri ritmi circadiani ci permette di sincronizzare le nostre attività, come mangiare, con le attività metaboliche, tra cui la produzione di ormoni che avviene in determinare in certi orari. Per esempio se non faccio colazione, vado ad alterare la produzione di cortisolo che ha il suo picco tra le 10 e le 12. Quindi mangiare in un determinato modo è importantissimo perché aiuta tutta la produzione ormonale che è alla base dell’anti-aging.
Quindi, prima regola: colazione abbondante alla mattina; secondo, cercare di alzarsi da tavola non completamente sazi, il famoso Hara Hachi Bu orientale, che significa alzarsi da tavola sentendosi pieno 8 parti su 10. Quindi applicare una leggere restrizione calorica, ossia circa il 20-30%. Anche in questo caso però va personalizzato: se si mangia tanto, la restrizione del 30% è corretta, ma se già si mangia in modo corretto, senza esagerazioni, il 30% è troppo e va ricalibrata. Comunque, la piccola restrizione calorica è importante perché permette di ricaricare i geni che attivano tutte le vie anti-infiammatorie, di rigenerazione cellulare, di ripristino delle funzioni che quindi ci avvicinano alla salute. Quando invece mangiamo troppo spegniamo questi geni e accendiamo quelli che chiamiamo gerontogeni, cioè tutti quelli che attivano lo stress di ossidazione, aumentando i radicali liberi e l’infiammazione. Ciò significa che la nostra alimentazione influenza direttamente l’espressione dei nostri geni, in altri termine tramite l’alimentazione possiamo dire ai nostri geni di comportarsi bene o male, avvicinandoci così alla salute e a un concetto di invecchiamento appagante e attivo oppure all’invecchiamento precoce con tutte le patologie ad esso correlare che compaiono molto prima.

Si può bloccare l’invecchiamento?
Bloccarlo no. Però condizionarlo sì. Si può cominciare fin da giovani facendo dei test genetici che rivelano quelle che sono le fragilità genetiche, per esempio scoprendo se si è predisposti a una neuroinfiammazione in vecchiaia o al diabete, piuttosto che una malattia cardiovascolare. Conoscendo tale predisposizione posso a questo punto intervenire per evitare o allontanare nel tempo l’insorgenza di queste patologie. La genetica non è una condanna ma vale per il 20-40%, il resto è epigenetica, cioè è il mio stile di vita che influenza per il 60% l’insorgenza di patologie correlate. Se ho una forte predisposizione per il diabete, ma mangio bene e mi muovo regolarmente, è altamente probabile che non arrivi mai o arrivi molto tardi negli anni. Al contrario, se non sono predisposto per il diabete, ma trascorre le giornate sul divano mangiando junk food, è molto probabile che lo sviluppi. La nostra genetica ci aiuta a renderci attori consapevoli della nostra salute, ma al contempo ci motiva, ci dice perché dovremmo fare questa cosa.
Il test genetico è consigliabile in giovane età; a 70 anni eseguiamo piuttosto il test metabolomica e della salute intestinale. Sappiamo che la qualità del cibo influenza sulla salute intestinale. L’intestino in salute è fondamentale perché permette di avere un sistema immunitario in salute, di assimilare meglio i nutrienti, di fare effetto barriera evitando di portare nel sangue batteri e metaboliti tossici. Se c’è invece un’infiammazione intestinale o un’alterazione del microbiota, queste funzioni vengono meno o si riducono e posso sviluppare sintomi che nella migliore delle ipotesi possono essere solo sgradevoli, come l’acne, la diarrea, la stipsi, il meteorismo, ma possono dare anche conseguenze gravi perché quando passano nel sangue sostanze che sono estranee stimolano il sistema immunitario in modo continuo. Questo può portare a nulla di particolare, ma a volte portano ad allergie e se c’è una predisposizione particolare, a malattie autoimmuni.

A che età bisogna prendersi seriamente cura di sé?
Per i percorsi di prevenzione e potenziamento che proponiamo al Cerva, si può cominciare sui 30 anni, un’età perfetta per fare i test genetici, per capire come mangiare e come muoversi correttamente, perché se la sedentarietà non fa bene, anche un’attività fisica esagerata è controproducente. Seriamente dai 45 anni, è consigliabile prima della menopausa per la donna, anche per l’efficacia delle terapie.

L’esigenza di rallentare l’invecchiamento è più maschile o femminile?
Vale per entrambi i generi, anche se le donne hanno delle pressioni sociali ed esigenze più performanti, ma per un motivo specifico: la menopausa avviene in modo più traumatico che l’invecchiamento maschile. Quindi l’uomo ha più tempo mentre la donna ha improvvisamente questa richiesta, che è anche estetica, perché la menopausa coincide anche con un crollo estetico. Naturlamente non è solo quello perché come detto è importante l’alimentazione, il balance ormonale.
Un altro aiuto può arrivare dalla medicina estetica, perché vedersi meglio aiuta ad adottare uno stile di vita sano. Ovviamente il ricorso alla medicina estetica deve essere fatta in un contesto olistico.