Terzo occhio: come aprirlo per aumentare la consapevolezza

Cosa intendiamo per terzo occhio e in che modo sta in relazione con il nostro livello di consapevolezza

Foto di Elisa Cappelli

Elisa Cappelli

Esperta di fitness

Laureata in Filosofia e Master in Giornalismo Internazionale LUISS. Trainer certificata CONI e FIF (Mat base e avanzato). Studia Anatomy in Motion (Gary Ward) e Qi gong.

Cos’è e come funziona

Il terzo occhio ricade in un argomento molto vasto che sicuramente attira chi si interessa di percezioni extrasensoriali, movimenti e funzionamento della ghiandola pineale, alternanza sonno-veglia, produzione di ormoni, termoregolazione e persino preveggenza. Questa area deputata si trova sulla superficie frontale e nel sistema dei chakra si ricollega al sesto chakra, Ajna, e alla ghiandola pineale. Dovrebbe collocarsi esattamente tra le due sopracciglia e ha a che fare con l’intuizione, la visione, l’intuito e persino la chiaroveggenza. Viene anche chiamato Occhio centrale di Shiva o Occhio di Horus.

Molto spesso con questa zona si identifica la ghiandola pineale (o epifisi), ghiandola endocrina situata al centro del cervello, conosciuta da tempi antichissimi, delle dimensioni simili a una nocciola o mandorla. Questa ghiandola secerne spontaneamente grandi quantità di DMT in due momenti specifici della vita: la nascita e la morte. Va detto anche che questa ghiandola risulta molto attiva nelle cosiddette esperienze pre-morte. Si tratta quindi di un “tesoro” che abita nel corpo e che costituisce un ponte vero e proprio tra la parte spirituale, fisica, emotiva e razionale.

Associata a viaggi astrali, sogni lucidi e altre esperienze extra-sensoriali, come anche a situazioni in cui si vivono alterazioni della coscienza per via di esperienze profonde come l’ipnosi regressiva o sessioni di lavoro sul respiro come nel caso della respirazione olotropica (ndr. una pratica alternativa che combina respirazione, musica, lavoro fisico, espressione creativa e condivisione di gruppo), l’epifisi entra in gioco anche quando si fanno cerimonie sciamaniche specifiche come nel caso dell’Ayahuasca. Anche alcuni stati meditativi possono portare questa ghiandola a ribilanciarsi e lavorare bene.

A volte sentiamo che dobbiamo riposarci o schiarirci le idee e quel che decidiamo di toccare e o massaggiare corrisponde proprio alla zona centrale della fronte e non a caso. Questa zona molto sensibile risponde in modo estremamente efficace alla nostra forza di visione, alla chiarezza, a quel che vogliamo e possiamo osservare in prospettiva della nostra esistenza e di quel che ci circonda. Il terzo occhio ha una grande importanza per quel che riguarda anche la nostra percezione degli altri. Se stiamo percependo qualcosa di estremamente negativo o se produciamo di continuo pensieri poco luminosi verso gli altri e quel che fanno o dicono, qualcosa non va. Un terzo occhio libero garantisce una visione pulita, limpida, lontana dall’attaccamento e da eventuali scatti d’ira o di possessione, gelosia, paura estrema, pensieri paranoici. Un terzo occhio ben funzionante porta la persona a passare attraverso le esperienze in modo fluido.

Terzo occhio, intuizioni e chakra

Questo punto, sia fisico che eterico, risulta fondamentale per l’evoluzione della persona e ha un ruolo potente sia nella ricezione che nella trasmissione di segnali e diventa come un “ponte verso l’interno” che proietta anche verso fuori l’immagine autentica di noi e ci aiuta a concretizzare azioni che ci somiglino. Responsabile delle nostre forme-pensiero, ovvero quell’assemblaggio di credenze e pensieri derivativi attraverso i quali costruiamo il nostro essere. Ci sono moltissime scuole o insegnanti e guru che propongono corsi o situazioni di formazione con lo scopo di aprire il terzo occhio; noi consigliamo sempre di confidare nel vostro intuito e non dare adito, soldi e ascolto a persone che millantano evoluzioni spirituali a breve raggio ed elevato costo. Aprire il cuore, come aprire la visione corrisponde a un processo progressivo, non immediato e che richiede sicuramente pazienza, oltre al supporto di una persona di reale fiducia.

Nella mappatura yogica questo punto viene anche identificato con Ajna Chakra, che dal punto di vista esoterico e spirituale ci conduce a vedere la realtà, non quella apparente fatta di azioni, materia e parole che magari hanno come sostrato altre intenzioni, ma piuttosto quel che sta celato oltre il “velo di maya”. Questo chakra nel sistema yogico ci consente di “vedere” l’invisibile, ci fa sviluppare una vista oltre a quella ordinaria. Per tenere questo chakra bilanciato e attivo in modo giusto dobbiamo cercare di stare vicino a persone che producono buoni pensieri, non criticano e non si lamentano eccessivamente e dobbiamo e possiamo sforzarci di fare lo stesso. Mantenere anche una dieta equilibrata, senza eccedere con alcol, fumo, zuccheri.

Anche cercare di entrare in contatto con il mondo onirico, segnandosi i sogni, appuntandosi quel che conta del nostro mondo interiore aiuta molto a rimanere in contatto con questa area del corpo collegata al mondo interiore. Benissimo anche ascoltare frequenze conosciute come binaural beats che riequilibrano il sistema nervoso e aiutano il corpo a sentire e affinare la percezione.

In generale, gli eccessi danneggiano la nostra percezione e non facilitano un’evoluzione dell’intuizione profonda. Questo non significa chiudersi in un mondo ripiegato su se stesso, ma, anzi, restare in apertura e accoglienza, senza farsi fagocitare da una voglia intensa di vivere tutto e subito. Calibrare quindi le esperienze per poterle osservare anche mentre le si vivono.