La dieta funzionale per riequilibrare il metabolismo e prevenire le patologie

Il metodo della dott.ssa Sara Farnetti lavora con i ritmi naturali con cui il corpo immagazzina o brucia gli alimenti e utilizza il cibo tenendo conto del suo effetto sugli organi 

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Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

Proteine a pranzo e carboidrati a cena, ma a patto che siano accompagnati da una buona verdura fresca di stagione e che gli alimenti siano combinati in maniera corretta per stimolare i diversi organi. Sono i principi della dieta funzionale. “Una nutrizione personalizzata, uno strumento di precisione che consente di ‘dialogare’ con i nostri geni per la cura e il riequilibrio del metabolismo, e per ‘giocare d’anticipo’, contrastando i propri fattori di rischio genetici”, spiega la dott.ssa Sara Farnetti, specialista in medicina interna e autrice del libro “Mai più a dieta” (Bur). Un approccio, predittivo e preventivo, quindi, per preservare la giovinezza cellulare, prevenendo l’infiammazione che provoca le malattie, anche le più gravi, o i disturbi più comuni. Un metodo che ha convinto, tra gli altri, anche personaggi come Maria de Filippi, Eva Herzigova, Luca Zingaretti e Massimiliano Rosolino.

Ormoni sotto controllo

Combinare in maniera personalizzata gli alimenti pone le basi per creare una sinergia giusta di nutrienti capace di condizionare il lavoro degli organi e la liberazione degli ormoni che sono alla base dell’accumulo di grasso nelle diverse zone del corpo e dell’insorgenza di numerose patologie e disfunzioni: quelle cardiovascolari, il diabete, il cancro, le malattie degenerative, i disturbi ormonali e quelli gastrointestinali. “Dobbiamo cercare sempre l‘equilibrio tra insulina, cortisolo, ormoni tiroidei, serotonina, ecc.: tutti ormoni che corrispondono al buon funzionamento degli organi che vanno rispettati a ogni pasto”, puntualizza l’esperta. 

Insulina: sorvegliata speciale

In particolare, bisogna stare attenti a tenere sotto controllo i valori di insulina, la grande responsabile dell’accumulo di peso corporeo. “Se è bassa – consiglia la dott.ssa Farnetti – il pasto sarà meno infiammatorio e si riduce il grasso viscerale, si dimagrisce”. Come fare? Contando gli zuccheri. “Pane, pasta, riso, patate, pizza, legumi contengono zuccheri, evitiamo di associarli nello stesso pasto, così la glicemia si manterrà nella norma e rispetteremo il pancreas, l’organo che produce insulina”. 

La preparazione degli alimenti

Ma le corrette combinazioni da sole non bastano. Per aiutare i nostri organi a funzionare bene, la preparazione e la cottura degli alimenti sono fondamentali. “La funzione del fegato può essere sostenuta o aggravata proprio in base alle scelte dei cibi che mettiamo nel piatto e di come li cuciniamo. Il trattamento che riserviamo agli alimenti che consumeremo è il trattamento che riserviamo ai nostri organi. Se maltrattiamo i cibi, lo stesso faremo con le nostre funzioni organiche”, puntualizza la dott.ssa. “Una verdura bollita, per esempio, è impoverita, non attiva le funzioni organiche come farebbe una stufata o cruda, non contiene che poche sostanze salutari disponibili. Perde minerali”. Ecco perché il metodo di cottura è importante. Altre accortezze? “Se invece usiamo la cottura alla griglia cerchiamo di evitare di bruciare la bistecca o tostare troppo il pane”. 

3 semplici consigli da mettere subito in pratica

  1. Usiamo pure l’olio per cucinare e condire, a patto che si utilizzi solo olio extravergine di oliva, che non fumi e che l’alimento non cuocia troppo fino a diventare dorato. 
  2. Attenzione poi all’uso spropositato di sale e all’utilizzo di cibi precotti. Così il rene e il fegato saranno sostenuti e agevolati nel lavoro di depurazione dell’organismo, il colesterolo si manterrà nella norma e la digestione sarà più veloce.
  3. Utilizzare troppi grassi animali rallenta il fegato: evitiamo di cuocere il burro, di aggiungere ovunque formaggi, di consumare pasti complessi mescolando grassi, carne e pesce, fritti industriali; il primo a reclamare sarà il nostro fegato: compare il mal di testa, il gonfiore e la sonnolenza dopo il pasto, assicura la dott.ssa Farnetti.

Cosa portare in tavola? Ogni cibo al momento giusto

Esiste un bioritmo dei pasti da rispettare per il benessere di un organismo, diverso da persona a persona. “Solitamente – racconta la dott.ssa Farnetti – per un individuo sano a pranzo è meglio scegliere le proteine, specialmente la carne con verdure crude. Per la cena, invece, si può immaginare una prevalenza di carboidrati, ma senza eccedere per non fare innalzare l’insulina in risposta al glucosio ceduto dai carboidrati, che poi può dare senso di spossatezza e tende ad indebolire il sistema immunitario. La presenza di verdure sazia, apporta sostanze uniche salutari, alcalinizza il pasto e riduce la velocità di assorbimento dei carboidrati, soprattutto se usata come antipasto. Mangiamo dunque le verdure crude a volontà, ma scegliendo quelle di stagione. Il carciofo a carnevale, il finocchio a natale, il cetriolo d’estate: sono cibi ricchi di acqua di vegetazione, aiutano i reni a funzionare bene e ad eliminare le tossine, forniscono antiossidanti che combattono i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento delle cellule, dell’ossidazione del colesterolo e di alcune malattie croniche”.

Attenzione all’emotional food

“Occhio, invece, al cibo che consola”, suggerisce l’esperta. “Il fuori pasto è un nemico che va aggirato con i cibi alleati, cioè a basso indice insulinico. Tra questi alimenti amici c’è sicuramente il cioccolato, che attrae perché considerato proibito, ma a patto che sia almeno all’80%”.

Selezionare gli alimenti e le loro combinazioni significa offrire ai nostri organi ciò che richiedono per funzionare la meglio, in equilibrio. “Dobbiamo ripensare al cibo come un interruttore che accende o spegne la vitalità del nostro organismo. Del resto è la funzione che fa l’organo. Non c’è organo che non abbia funzione e come tale dobbiamo far sì che lavori al meglio”, conclude l’esperta.

 

La giornata “tipo”

COLAZIONE: Bruschetta con olio; te o caffè

PRANZO: Frittata di 2 uova con punte di asparagi cotti direttamente in padella con olio; carote crude alla julienne con olio e timo

SPUNTINO POMERIGGIO: 1 tazza di panna montata senza zucchero con granella di pistacchi oppure 20 g cioccolato 80%

CENA: Rucola in insalata con pinoli; spaghetti al dente mantecati con zucchine cotte in padella con olio e menta

Aspetti principali della dieta