La Vita in Diretta, l’addio della Cuccarini e l’accusa al collega: “Maschilista”

Lorella Cuccarini in una presunta lettera d'addio a La Vita in Diretta accusa un collega "maschilista e con un ego smisurato"

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Redazione

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Lorella Cuccarini abbandona La Vita in Diretta e attacca un collega, accusandolo di essere un “maschilista dall’ego smisurato”. Parole che, secondo molti, sarebbero rivolte ad Alberto Matano, suo partner nella conduzione dello show Rai. Leggo ha pubblicato una lettera d’addio che sarebbe stata scritta dalla Cuccarini e rivolta al team di La Vita in Diretta. Nella missiva la presentatrice si sfoga, svelando di aver vissuto momenti difficili a causa dei contrasti con un collega. Il nome di Matano non viene mai fatto, ma secondo molti si tratterebbe proprio di lui.

“Cari compagni di viaggio – si legge nella missiva -, è arrivato il momento dei saluti, ma prima vorrei condividere con voi ciò che questa avventura ha rappresentato per me. È stata la mia prima volta in un programma quotidiano così complesso. Di programmi televisivi ne ho fatti tanti, ma una ‘macchina infernale’ come quella di VID non l’avevo mai guidata. La prima volta (e speriamo l’unica) in cui abbiamo dovuto convivere con il dramma di una pandemia devastante. A proposito, grazie per il vostro coraggio. La professionalità la diamo per scontata, il coraggio no…”.

“C’è una ‘prima volta’ alla quale non ero preparata: il confronto con l’ego sfrenato e – sì, diciamolo pure – con l’insospettabile maschilismo di un collega di lavoro – spiega la Cuccarini nella lettera, parlando della sua esperienza a La Vita in Diretta -. Esercitato più o meno sottilmente, ma con determinazione. Costantemente. Talvolta alternato ad incredibili (e mai credute) dichiarazioni pubbliche di stima nei miei riguardi. So che tutto questo non devo certo ricordarlo a voi che eravate qui. E se si volesse cercare il perché di tutto questo, non sarebbe certo necessario rivolgersi alla Bruzzone. Ora la missione è compiuta e saluto il programma”.

“Malgrado tutto – conclude Lorella Cuccarini -, mi ritengo fortunata per due motivi: perché in questi mesi ho avuto il privilegio di poter fare vero Servizio Pubblico e perché, in tutta la mia vita, ho conosciuto prevaricazioni di questo tipo solo ora, a 55 anni. Niente al confronto di molte donne che hanno sperimentato questa realtà fin da subito senza avere neppure la forza di opporsi o di parlarne. Malgrado tutto però è stato bello condividere questi mesi con voi. Non so dove, non so quando, magari ci ritroveremo… Grazie di cuore a tutte le anime belle che ho incontrato. Vi abbraccio, Lorella Cuccarini”.

Non sembrano pensarla allo stesso modo invece le altre donne della redazione de La vita in diretta, che hanno scritto una lettera aperta pubblicata da Dagospia. Queste le righe indirizzate alla stessa Cuccarini, in cui le colleghe prendendo le difese di Matano: “Cara Lorella, dopo aver letto la tua mail, arrivata a ridosso dell’ultima puntata del programma, abbiamo provato smarrimento e incredulità per le tue parole. Abbiamo trascorso mesi durissimi e difficili in cui abbiamo lavorato insieme, con te e con Alberto, con impegno e dedizione, per gli stessi obiettivi e non ci aspettavamo una conclusione come questa”.

“Fare finta di niente sarebbe la soluzione più semplice – continuano le donne della redazione – ma sentiamo il bisogno di dover dire la nostra, da donne. Abbiamo lavorato per tutta la stagione invernale in questo programma e siamo sorprese e amareggiate e, stentiamo ancora a credere, alle accuse di maschilismo rivolte ad Alberto. La nostra esperienza di lavoro con lui è stata caratterizzata da rispetto e riconoscimento professionale. Da grande giornalista, Alberto ha saputo valorizzare ognuno di noi nel proprio ruolo, con passione, generosità e intelligenza, avendo sempre come obiettivo la qualità del programma. In bocca al lupo!”.

Ad intervenire anche la giornalista e conduttrice Emma D’Aquino, che su Twitter ha voluto sostenere il collega: “Ho condiviso non solo una minuscola stanza con Alberto Matano, ma anni di conquiste e crescite professionali e di vita. Definirlo maschilista da ego sfrenato fa un torto a chi lo pensa e lo scrive”.