Orticaria da stress: cause, sintomi e rimedi

L'orticaria è una malattia della pelle e lo stress può favorirla: come riconoscere i sintomi, come intervenire e quali cure sono disponibili

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

La definizione scientifica recita più o meno così. L’orticaria è caratterizzata da un’eruzione pruriginosa transitoria acuta o cronico-recidivante, con pomfi o edemi che interessano sia la cute che le mucose. Questi rigonfiamenti appaiono variamente circoscritti e rilevati. Le lesioni sono di colorito biancastro, rosa pallido o addirittura rossastro e durano da alcuni minuti a diversi giorni. Se l’esito finale dal punto di vista di chi affronta il problema è quello che abbiamo descritto, per quanto riguarda i meccanismi che danno origine alle classiche lesioni cutanee la situazione può essere profondamente diversa da caso a caso. Ad esempio, pur se si pensa che l’orticaria abbia sempre una natura allergica, questa forma non è sempre presente. Pensate solo che per l’orticaria idiopatica cronica, condizione molto comune, in moltissimi casi la reale causa scatenante non viene nemmeno riconosciuta.

Di certo c’è che verificano reazioni che portano ad una iperproduzione di mediatori biochimici vasoattivi, come l’istamina, e di cellule come basofili o mastociti. Il risultato finale di questi fenomeni è un incremento della permeabilità dei vasi, che in ultima analisi appare l’elemento fondamentale nella genesi del processo cutaneo. E che a volte può essere stimolato anche da elementi insospettabili, come il clima o lo stress.

Le cause dell’orticaria

Sono diversi gli elementi che entrano in gioco quando si parla di orticaria. Ovviamente sono importanti le predisposizioni legate alla componente genetica, il cui effetto appare significativo soprattutto nell’induzione dell’atopia e dell’angioedema ereditario. Allo stesso modo l’azione diretta sui vasi può essere giustificata da un’abnorme cascata di eventi immunologici.  In molti casi comunque entrano in gioco fattori non immunologici. Il loro ruolo appare significativo soprattutto nelle forme legate a intolleranza a sostanze esterne oppure a fattori chimici o fisici, o lo stress.

A fianco di questi possono poi partecipare nella patogenesi dell’orticaria anche specifiche proteine, i neuropeptidi e fattori ormonali. La loro azione sarebbe mirata soprattutto sulla degranulazione dei mastociti e dei basofili, che arriva a indurre due diversi fenomeni: da un lato il rilascio di mediatori dell’infiammazione e di fattori chemiotattici per neutrofili ed eosinofili, dall’altro la sintesi di leucotrieni, prostaglandine, bradichinine e trombossani. La semplice intolleranza con attivazione indiretta o diretta della cascata del complemento (una particolare reazione) appare come un fattore chiave nelle forme non immunologiche, come appunto l’orticaria da stress. Questo tipo di reazioni può essere però indotta anche da infezioni di diversa origine o cause fisiche (pressione, vibrazione, calo, freddo, acqua e luce).

Perché si sviluppa l’orticaria da stress

Ricordate gli arrossamenti e l’incontrollabile prurito che compariva sul volto e sul corpo di uno degli attori di “Tutti pazzi per Mary”? Ebbene, quella situazione che a prima vista poteva suscitare qualche risata altro non era che una forma di orticaria indotta dallo stress di trovarsi vicino alla bellissima Cameron Diaz.

In caso di forte tensione emotiva infatti il corpo tende a rilasciare cortisolo ed altri ormoni dello stress che in qualche modo favoriscono la sintesi di istamina. Ed è a questo punto che possono manifestarsi le lesioni sulla pelle, del tutto simili a quelle che si hanno dopo un’allergia, magari alimentare o da contatto. È il meccanismo che le determina a cambiare in questi casi. È importante ricordare questi passaggi perché solo tenendo presenti questi elementi si può comprendere come l’orticaria da stress, alla fine, si manifesti proprio come una classica orticaria allergica.

Orticaria da stress, quali sono le conseguenze

In genere le lesioni dell’orticaria da stress presentano qualche caratteristica che può agevolarne l’identificazione. Prima di tutto, appaiono correlate alle condizioni emotive del soggetto: questo è molto importante da ricordare. Se una persona si sente sotto pressione, ha difficoltà a prendere sonno, è particolarmente agitata più facilmente potrebbe essere esposta all’insorgenza del quadro.

Per quanto riguarda ciò che si osserva sulla pelle in genere i pomfi in caso di orticaria da stress sono piccoli e arrossati tanto da far ricordare una puntura d’insetto. Tendono a presentarsi in aree circoscritte e magari appaiono “migranti”, cioè possono spostarsi. Infine, la loro presenza si mantiene per qualche tempo. In seguito le lesioni scompaiono e magari ricompaiono in altre zone. Solo più raramente il gonfiore è maggiormente pronunciato.

È molto importante ricordare che l’orticaria da stress è un quadro a se stante, che non va confuso con quello della classica dermatite visto che lo stress può anche peggiorare questa infiammazione aspecifica della pelle. Al posto delle classiche lesioni simili a punture di zanzara, però, in caso di dermatite la pelle si presenta arrossata con rash cutanei ampi e a volte con la presenza di piccole vesciche che invece sono assenti se la genesi è legata allo stress.

Orticaria da stress: quando contattare il medico e cosa dire

Raccontare bene cosa accade durante le crisi. Saper descrivere minuziosamente le caratteristiche delle lesioni, eventuali esposizioni ad allergeni o ad altri fattori scatenanti l’orticaria, le localizzazioni del prurito. Se è vero che la diagnosi di orticaria da stress deve essere fatta dal medico, è altrettanto fondamentale ricordare che il racconto del paziente è importante per indirizzare chi ci deve curare sulla giusta via.

In primo luogo occorre scoprire se esiste un’atopia, presente nei genitori o nei parenti più stretti, insieme all’eventuale assunzione di farmaci o alimenti potenzialmente responsabili di quadri di allergia o intolleranza. Non meno importante appare l’eventuale identificazione di un’infezione in corso o pregressa, sia essa virale, batterica, fungina o di origine parassitaria.

Al momento della visita e dei successivi controlli occorre poi valutare con cura diversi parametri. In particolare sono utili la stagionalità, l’associazione con febbre, dolori alle articolazioni, con sintomi respiratori o eczema atopico, la presenza di ecchimosi diffuse. Una volta chiariti questi elementi ed escluse le possibilità che ci siano manifestazioni specificamente legate ad altre condizioni, il medico si può indirizzare sull’orticaria da stress.

Come viene diagnosticata l’orticaria da stress?

La diagnosi di orticaria da stress arriva spesso per esclusione, ovvero dopo aver eliminato le altri possibili cause del fenomeno. Il primo dato da verificare è ovviamente la ripetitività nel tempo del quadro. Se la crisi di orticaria si manifesta una volta soltanto e magari si risolve con i classici farmaci antistaminici, spesso non sono necessari accertamenti specifici. La situazione cambia se l’orticaria si ripete regolarmente.

Fondamentali nel percorso di diagnosi sono i test allergologici per capire se all’origine del quadro c’è una reazione allergica, come il prick test e l’analisi delle IgE nel sangue. Altre strategie, ovvero i test di scatenamento, possono essere invece impiegati se si sospettano reazioni ai farmaci. Per alcune forme di orticaria, come ad esempio quelle fisiche, ci sono poi alcuni test specifici, che vanno comunque sempre indicati dal medico.

Basti pensare in questo senso al Temp-test. È un esame che misura quantitativamente lo stimolo capace di indurre la reazione sulla pelle, attraverso elementi metallici di raffreddamento in grado di mantenere una temperatura prestabilita che vengono applicati sull’avambraccio. Sempre nel campo delle orticarie fisiche, a volte il medico può richiedere il dermatografometro. Questo esame misura l’intensità dello strofinamento sulla pelle necessaria a dare i sintomi dell’orticaria dermografica. Si pratica in centri specializzati e aiuta anche a monitorare l’evoluzione della situazione dopo la terapia.

Come si cura l’orticaria

L’orticaria allergica è solo una minima parte dei casi di orticaria. Si riconosce perché è temporalmente correlata al fattore scatenante in media compare entro un’ora e qualche ora dopo in caso di farmaci, si presenta sempre quando si entra in contatto con l’elemento che crea i problemi e dura poco, perché l’allergene viene rapidamente metabolizzato dall’organismo. Il fattore tempo, peraltro, è la vera variabile dell’orticaria classica, che in genere non si mantiene a lungo con la singola lesione che in genere si osserva per non più di 24-48 ore. In queste forme l’approccio deve essere soprattutto sintomatico, cioè mirato a ridurre i fastidi legati alla comparsa dei pomfi arrossati, come il prurito.

La situazione ovviamente cambia quando i segni della malattia cutanea si protraggono nel tempo. In questi casi si parla di orticaria cronica, una condizione che in otto casi su dieci può essere senza una causa precisa. È in queste forme che si inserisce l’orticaria da stress, in mezzo a rarissime forme legate all’eccesso di sensibilità agli insetti oppure alla presenza di infestazioni da vermi dell’apparato digerente o ancora da celiachia o infiammazione della tiroide.

Ovviamente in questi casi l’atteggiamento della cura si modifica, sempre ricordando che se esiste una causa precisa non ha senso eliminare dall’alimentazione i cibi che possono in qualche modo contribuire a liberare l’istamina, la sostanza che stimola la comparsa delle lesioni. In termini generali oggi si sa che per chi soffre di orticaria ci sono alcune semplici misure da non sottovalutare.

Ad esempio occorre fare attenzione ai bruschi salti termici, a non mettere la lana a diretto contatto con la pelle, a indossare indumenti e calzature che non stringano troppo, a controllare l’esposizione al sole. Per il resto, la parola deve passare ai farmaci che caso per caso vanno presi in considerazione: nelle forme meno gravi si può ricorrere ai classici antistaminici (hanno il compito di frenare l’attività dell’istamina), sempre ricordando che l’azione è sui sintomi e non sulla causa della patologia.

Cosa sono le orticarie fisiche

Le orticarie fisiche e quelle inducibili in genere sono un capitolo importante nel mondo dell’orticaria cronica. Si va dall’orticaria dermografica, nella quale basta strofinare la pelle per indurre la comparsa di un pomfo lineare, rosso e pruriginoso, fino alle forme termiche (da freddo e da caldo) e l’orticaria da pressione, che si manifesta con lesioni profonde che compaiono qualche ora dopo che la pelle è stata sottoposta a pressione intensa, per esempio, perché si è portata una borsa pesante.

Ci sono poi l’orticaria solare, l’angioedema da vibrazione, l’orticaria colinergica, quella da semplice contatto, l’orticaria “acquagenica” in cui i sintomi compaiono dopo essersi lavati o essere venuti a contatto con l’acqua. Nell’orticaria dermografica i segni più classici di disturbo, che si manifestano solamente nelle aree della pelle soggette a pressione, sono la comparsa di pomfi e prurito. In alcune persone basta anche una semplice pressione a scatenare i problemi, in altre occorre “schiacciare” con forza sulla pelle. In pratica, dopo un minimo graffio la pelle diventa arrossata che si allarga progressivamente. Poi si forma un pomfo, dapprima rosso poi di colore bianco, che va a posizionarsi nel bel mezzo della zona arrossata. In pochi minuti il problema tende a risolversi, per poi manifestarsi di nuovo a distanza di tempo non appena si ha una nuova, accentuata pressione in un’area cutanea.

Anche l’esposizione al freddo può condurre ai classici segni dell’orticaria che durano da mezz’ora a tre ore: i pomfi si manifestano ovviamente nelle aree più sollecitate dal calo termico e, curiosamente, non si limitano solamente alla pelle. Se chi è soggetto a queste condizioni – si tratta soprattutto di donne – consuma una bevanda ghiacciata o magari mangia un sorbetto appena uscito dal freezer, le macchioline rosse possono comparire anche sulla lingua e sulle mucose. Questa patologia è in ogni caso legata all’area che si trova a temperature molto basse, con le lesioni che si manifestano in corrispondenza dell’area di pelle, o di mucose esterne, più “raffreddate”.

Altre tipologie di orticaria

  • Orticaria da freddo. L’abbassamento della temperatura ambientale porta alla comparsa delle lesioni, che sono classici pomfi arrossati che possono dare un forte prurito.
  • Orticaria colinergica. Questa forma è caratterizzata da piccole macchie circondate da un’area molto arrossata. Si presenta in caso di febbre o quando aumenta la temperatura del corpo.
  • Orticaria solare.  In questo caso è l’esposizione ai raggi solari a determinare i fastidi: dopo pochi minuti dall’esposizione al sole compaiono le macchioline, che permangono per poco tempo.
  • Orticaria da acqua. Il contatto con l’acqua, nelle persone predisposte, può dare il via a pomfi molto piccoli con un alone arrossato. Le lesioni compaiono dopo qualche decina di minuti e si mantengono per poco tempo.
  • Orticaria di vibrazione. Ci sono persone che dopo aver esposto il corpo ad una vibrazione intensa possono veder comparire i pomfi accompagnati dal classico prurito. Spesso è ereditaria.

Fonti bibliografiche