Dieta mediterranea, cosa propone la nuova “piramide” della SINU su misura per bambini e giovani

La dieta mediterranea allunga la vita. Gli esperti cambiano la piramide alimentare e i cibi di origine vegetale diventano sempre più importanti

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 21 Maggio 2025 15:02

Se parliamo di un Patrimonio dell’Umanità, un motivo ci sarà. Ma a fronte delle innumerevoli prove del valore dell’alimentazione mediterranea non solo come regime alimentare ma come vero e proprio stile di vita che include competenze, conoscenze e tradizioni, nel rispetto del territorio e della biodiversità, si stanno perdendo colpi. Soprattutto tra i giovani.

Anche se l’alimentazione mediterranea rappresenta un modello per affrontare le sfide degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030, con un’attenzione particolare all’educazione e alle nuove generazioni, gli esperti della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) il cui congresso è in programma a Salerno dal 28 al 30 maggio prossimi, rilanciano l’attenzione sulla problematica. E lo fanno ridisegnando e attualizzando la piramide degli alimenti che contraddistingue questo modello alimentare.

Un modello per i giovani

“È ampiamente dimostrato che una maggiore aderenza alla Dieta Mediterranea è associata a numerosi benefici per la salute, in primis la riduzione della mortalità e la prevenzione di malattie croniche non trasmissibili, come malattie cardiovascolari, diabete, cancro e malattie neurodegenerative – commenta Anna Tagliabue, Presidente della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU). Nonostante ciò, assistiamo ad una scarsa adesione ai principi della Dieta Mediterranea, soprattutto tra le giovani generazioni.

Per favorire una maggiore aderenza, la SINU ha sviluppato una nuova rappresentazione grafica della Piramide alimentare, una guida completa per adottare uno stile alimentare sano e sostenibile, preservando le tradizioni culturali e affrontando le sfide nutrizionali e ambientali contemporanee, utile anche come strumento per attività didattiche e per campagne educative”.

Cosa propone la nuova piramide

In sintesi, il modello aggiornato prevede un’enfasi ancora maggiore sugli alimenti di origine vegetale, in particolare frutta, verdura e olio extravergine di oliva, insieme alla promozione di cereali integrali e legumi, come principali fonti nutritive.

Incoraggia un approccio misurato al consumo di alimenti di origine animale, in particolare limitando il consumo di carne rossa e lavorata e orientando verso schemi alimentari più sostenibili. La piramide sottolinea, inoltre, l’importanza della moderazione nel consumo di zuccheri aggiunti, sale e alcol, integrando questi concetti all’interno della sua struttura grafica in modo chiaro e coerente. Infine, incorporando considerazioni ambientali, culturali ed economiche, questa nuova versione della piramide fornisce uno strumento pratico e lungimirante per orientare le scelte alimentari del presente e del futuro, tutelando la salute delle persone, valorizzando le tradizioni culturali e affrontando le sfide ecologiche e nutrizionali del nostro tempo.

Gli errori più comuni

Recenti studi hanno analizzato l’aderenza alla Dieta Mediterranea della popolazione di diversi paesi mediterranei, evidenziando un trend negativo. In particolare, gli alimenti di origine vegetale, tra cui frutta, verdura, legumi e persino cereali integrali, sono sottorappresentati nelle diete dei bambini e degli adolescenti.

Inoltre, il consumo di altri importanti componenti della dieta, come il latte e i prodotti lattiero-caseari, non è adeguato rispetto alle linee guida nutrizionali, delineando, quindi, il rischio di carenze nutrizionali.  “In particolare, in Italia, il 9% di bambini e adolescenti dichiarano di non mangiare mai verdure, il 7% frutta, il 26% alimenti a base di cereali integrali, il 14% latte e latticini, mentre il 47% dichiara di consumare più di 3 porzioni di carne a settimana – indica Francesca Scazzina, Professore Associato di Nutrizione Umana dell’Università di Parma e Membro del Consiglio Direttivo SINU. Uno studio che ha indagato le abitudini di più di 2000 studenti universitari italiani evidenzia un’aderenza medio-bassa del 72%.

Così come un’indagine che ha coinvolto più di 800 persone rappresentative della popolazione italiana, con una percentuale dell’80,4%. Mentre il consumo di alcuni alimenti tradizionali è quasi completamente conservato anche al giorno d’oggi (ad esempio, il consumo di olio d’oliva), il consumo di frutta e verdura, cereali integrali, latte e latticini e legumi sta diminuendo soprattutto tra le giovani generazioni e non è adeguato alle linee guida”.

Cosa ci aiuta e cosa ci limita

Complessivamente, i principali determinanti di una maggiore aderenza alla Dieta Mediterranea per i bambini e gli adolescenti sono: la giovane età (l’aderenza peggiora dopo i 12 anni), un livello di attività fisica più elevato, una durata del sonno adeguata e, tra le abitudini alimentari, il fare colazione, consumare i pasti con i membri della famiglia e consumare i pranzi a scuola. Anche l’età più giovane e l’istruzione superiore dei genitori sono risultati determinanti per una maggiore aderenza, così come un maggior reddito familiare mensile.

Tra i fattori che limitano l’aderenza alla Dieta Mediterranea nel nostro Paese si riscontrano il sovrappeso o l’obesità, il fatto di non avere o avere poca responsabilità nell’acquisto di cibo o nella preparazione dei pasti, la difficoltà e il tempo di preparazione di piatti che contengono alimenti di origine vegetale, aspetto riportato anche in uno studio che ha coinvolto più di 1000 dipendenti dell’Università di Parma.

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.