Re Carlo, la rottura definitiva con Harry dopo l’intervista bomba: “Avrebbe voluto fare pace”

Il Sovrano non avrebbe gradito le dichiarazioni di Harry, rese nell'ultima intervista scandalo, che avrebbero determinato la rottura di ogni possibile riconciliazione

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Martina Dessì

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Content editor di tv, musica e spettacolo. Appassionata di televisione da sempre, designer di gioielli a tempo perso: ama i particolari, le storie e tutto quello che brilla.

Pubblicato: 11 Maggio 2025 07:00

Quando la voce del Principe Harry ha attraversato gli schermi della BBC la scorsa settimana, non era solo un figlio che parlava. Era un uomo in aperta frattura con la sua Famiglia, un Duca in esilio mediatico che, con parole misurate ma esplosive, ha sgretolato l’ultimo ponte rimasto tra lui e Buckingham Palace. Re Carlo, informato della trasmissione solo con un brevissimo preavviso, si è trovato ancora una volta spettatore involontario di un racconto pubblico in cui la sua figura — di padre prima che di Sovrano — veniva messa sotto i riflettori con una crudezza che lo ferisce ancora.

L’intervista, andata in onda pochi giorni dopo la sconfitta legale di Harry sulla questione delle misure di sicurezza nel Regno Unito, ha lasciato la Famiglia Reale col fiato sospeso. E se da un lato il Re si è mostrato silenziosamente composto, dall’altro i toni usati dal figlio più giovane hanno sollevato una cortina di gelo che, secondo fonti vicine a Palazzo, potrebbe essere irreversibile.

Re Carlo rompe definitivamente con Harry

Dietro le quinte di Corte, Re Carlo non è solo un Monarca gravato da impegni e diagnosi. È anche un padre che, almeno secondo gli esperti Reali, avrebbe voluto riallacciare i rapporti con il figlio ribelle. Emily Nash, autorevole voce del giornalismo di Corte, ha dichiarato che dopo la chiusura della causa di Harry contro il Governo, si sarebbe potuto aprire un varco per un confronto, forse anche una timida riconciliazione. Le parole chiave, in quel momento, erano prudenza e possibilità.

Ma l’intervista, arrivata senza preavviso e senza alcun coordinamento con la famiglia, ha spento quel flebile desiderio di riconciliazione. Secondo Nash, Re Carlo sapeva che prendere apertamente le parti di Harry nella sua battaglia legale sarebbe stato un errore istituzionale. Come Sovrano, non poteva permettersi di interferire con le decisioni del Governo. Ma come padre, è probabile che quel distacco forzato gli sia costato caro.

Le frasi di Harry sulla salute del padre – “Non so quanto tempo gli rimanga” – hanno avuto un’eco profonda, non solo per il contenuto, ma per il modo in cui sono state lanciate nel dibattito pubblico. Parole intime, rese pubbliche, com’è accaduto spesso in questi anni di grande distanza tra Harry e la sua Famiglia. E in quelle parole, per molti, si è consumata l’ultima frattura.

Il rapporto con William

Non è solo Re Carlo a sentirsi tagliato fuori. Anche il Principe William avrebbe appreso dell’intervista a cose fatte, in quello che sembra un rituale ormai consolidato: la comunicazione attraverso i media anziché nei salotti privati. Una dinamica che ha trasformato le mura di Kensington e Clarence House in delle vere e proprie fortezze, inaccessibili anche a chi un tempo ne era figlio e fratello.

Lungi dal placare le acque, Harry ha descritto la sentenza della Corte come una “buona vecchia trappola istituzionale”, suggerendo un sistema che lo osteggia, piuttosto che proteggerlo. Una visione del mondo che stride fortemente con il senso del dovere e della discrezione che da sempre contraddistinguono la Monarchia Britannica — e che re Carlo, nonostante le difficoltà, continua a rappresentare.

Oggi, mentre la stampa internazionale si interroga sulle conseguenze di questo ennesimo terremoto mediatico, la figura di Re Carlo appare più isolata che mai. Non per mancanza di consensi o di ruolo, ma per la dolorosa consapevolezza che, con Harry, ogni strada sembra ora definitivamente sbarrata.

C’era una finestra, seppur stretta, per un possibile riavvicinamento. Un momento fragile, quasi impercettibile, in cui il dialogo avrebbe potuto prevalere sulla distanza. Ma quella finestra è stata chiusa da parole troppo dirette, da silenzi che pesano quanto dichiarazioni, e da una trasmissione televisiva che, ancora una volta, ha trasformato la cronaca familiare in cronaca pubblica.