Pungitopo, che differenza c’è con l’agrifoglio e come utilizzarlo

Una delle piante natalizie per eccellenza è il pungitopo, con le sue splendide bacche rosse: ecco cosa lo distingue dall'agrifoglio e come prendersene cura

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Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Quando non è in giro o al pc, riempie di coccole i suoi amati gatti.

Tanti sono i simboli di Natale che sono ormai entrati nella nostra tradizione: tra questi c’è anche il pungitopo, una pianta dalle caratteristiche davvero peculiari (come le sue splendide bacche rosse). Viene spesso utilizzato per le decorazioni natalizie, perché è un arbusto molto resistente anche alle intemperie – quindi può essere lasciato all’aperto durante i nostri rigidi inverni. Inoltre, molte persone lo regalano durante le feste perché viene considerato un vero e proprio fortuna. È facile scambiarlo per un’altra pianta dall’aspetto simile, l’agrifoglio. Scopriamo come riconoscerli e come prendersi cura del pungitopo.

Pungitopo, le caratteristiche della pianta

Il pungitopo (Ruscus aculeatus) è una pianta arbustiva appartenente alla famiglia delle Asparagacee, che include specie ornamentali come la yucca, l’agave e il giacinto, ma anche varietà commestibili come l’asparago. Originario delle regioni europee e asiatiche, è diffuso anche nel bacino mediterraneo e nell’area atlantica: cresce spontaneamente nel sottobosco di pinete e leccete, dove il terreno è più calcareo e ricco di calcio. Il suo nome, decisamente bizzarro, deriva dal fatto che in passato le sue foglie venivano impiegate per proteggere le provviste dai topi.

Questa pianta ha infatti un aspetto particolare: forma dei cespugli sempreverdi che possono arrivare sino ad 80 cm di altezza ed è caratterizzata dalla presenza di cladodi, ovvero di fusti trasformati che hanno assunto la funzione di foglie. Questi cladodi sono ovali, appiattiti e rigidi, dotati di estremità pungenti e di un colore verde scuro molto intenso. Attorno ad essi, in primavera si schiudono piccoli fiori verdastri, mentre in inverno si possono ammirare le splendide bacche rosse, grandi quasi come ciliegie, che siamo soliti vedere proprio durante il periodo natalizio.

Pungitopo e agrifoglio: le differenze

Un’altra pianta ornamentale tipica delle feste natalizie è l’agrifoglio, che a prima vista somiglia davvero tantissimo al pungitopo. In realtà, le due non sono neanche “parenti”: l’agrifoglio (Ilex aquifolium) appartiene alla famiglia delle Aquifoliacee – seppure, quasi a voler suscitare ancor più confusione, viene spesso chiamato “pungitopo maggiore”. In passato, entrambe le piante venivano usate con lo stesso scopo, ovvero tener lontani topi e altri animaletti dalle derrate alimentari. Le loro foglie hanno infatti una funzione protettiva che agisce allo stesso modo, seppure ci sia un’importante differenza.

Come distinguere il pungitopo dall’agrifoglio? Abbiamo visto che il primo ha delle vere e proprie foglie spinose che caratterizzano la parte finale dei cladodi. Per quanto riguarda l’agrifoglio, invece, le sue foglie sono più ampie e di forma ovale, e presentano un margine dentellato che le rende pungenti. Inoltre, le sue bacche sono più piccole e i suoi fiori hanno generalmente un colore biancastro. Infine, l’agrifoglio è una pianta che può raggiungere dimensioni decisamente più importanti: in alcuni casi, può crescere addirittura fino a 10 metri d’altezza.

Come curare il pungitopo

L’arbusto del pungitopo è molto decorativo (soprattutto a Natale, ma non solo): se lo avete in giardino, prendervene cura non è poi così difficile. Si tratta infatti di una pianta rustica ed estremamente resistente, abituata ai climi più rigidi. In inverno, sopporta senza troppi problemi le gelate e non teme gli sbalzi di temperatura. Inoltre non ha bisogno di un’esposizione particolarmente assolata, preferendo la mezz’ombra. Soprattutto in estate, dunque, è importante proteggerla dai raggi del sole. Il terriccio ideale è umido e morbido, ben drenato.

Se decidete di coltivare il pungitopo in vaso, assicuratevi di predisporre uno strato di argilla espansa sul fondo, proprio per evitare i ristagni idrici che potrebbero far marcire le radici. Per quanto riguarda la manutenzione della pianta, dovrete solamente assicurarvi che il terriccio rimanga sempre abbastanza umido. In caso di coltivazione all’aperto, le piogge stagionali sono generalmente sufficienti a garantire il suo fabbisogno idrico (eventualmente, basta annaffiare la pianta un paio di volte la settimana). In casa, cercate se possibile di ricreare un ambiente abbastanza umido, come ad esempio quello del bagno.

Come usare il pungitopo

Il pungitopo, come abbiamo visto, è una pianta principalmente ornamentale. Grazie alle sue splendide bacche di un rosso intenso, che appaiono con l’inizio dell’inverno, è diventata uno dei simboli del Natale: non è dunque raro vederla utilizzata come decorazione, sia all’interno che all’esterno. Vista la sua resistenza al freddo e alle intemperie, i rametti di pungitopo sono perfetti per essere intrecciati in ghirlande da appendere ai portoni o in lunghi addobbi impiegati per decorare balconi, ringhiere delle scale e balaustre.

In passato, il pungitopo aveva tuttavia molti altri utilizzi. Abbiamo visto che veniva impiegato per proteggere le provviste alimentari dai topi, grazie alle loro foglie spinose. Trovavano inoltre spazio anche in cucina: i semi delle sue bacche, opportunamente tostati, erano un ottimo sostituto del caffè. Mentre i germogli, che compaiono in primavera (da marzo a maggio), sono ancora oggi usati in modo simile agli asparagi, soprattutto lessati per preparare insalate, zuppe e frittate. Più raramente, vengono raccolte le radici e lasciate essiccare, per poterle impiegare a scopo terapeutico.

Il pungitopo possiede infatti numerose proprietà terapeutiche, per le quali un tempo veniva utilizzato come rimedio naturale. Fa parte delle cosiddette “5 radici”, assieme al sedano, al prezzemolo, al finocchio e all’asparago: hanno tutte degli interessanti benefici per la salute. In particolare, il pungitopo è ricco di ruscogenina, una sostanza dalla spiccata azione antinfiammatoria, e di flavonoidi, potenti antiossidanti che aiutano a combattere l’invecchiamento cellulare e a prevenire diverse patologie croniche. Inoltre, la pianta stimola la funzionalità dei reni con la sua azione diuretica, favorendo la depurazione del sangue, e sembra avere proprietà protettive sui vasi sanguigni, rafforzandone le pareti e migliorando la circolazione.

Raccogliere il pungitopo: cosa sapere

Il pungitopo è considerato un vero e proprio portafortuna, motivo per cui viene spesso regalato durante il periodo natalizio. Se vi capita di trovarne un arbusto durante le vostre passeggiate nella natura, tuttavia, prestate molta attenzione: non ovunque è permesso raccoglierlo, dal momento che si tratta di una pianta importante per salvaguardare la biodiversità e per proteggere il sottobosco. Informatevi dunque presso gli enti forestali del luogo o presso le amministrazioni dei parchi naturali, per evitare di imbattervi in qualche multa salata. Qualora la raccolta fosse possibile, viene generalmente effettuata durante l’autunno o l’inverno.