Vischio, perché porta fortuna e come farlo crescere

Usato spesso come decorazione natalizia, si dice che il vischio porti fortuna: scopriamo le tradizioni legate a questa pianta e come prendersene cura

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Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Quando non è in giro o al pc, riempie di coccole i suoi amati gatti.

A Natale, è tradizione appendere in casa alcuni rametti di vischio e poi scambiarsi un bacio sotto di essi, per propiziarsi un po’ di fortuna per il nuovo anno. Questa pianta è uno dei simboli tipici delle feste, perché è proprio in inverno che fa bella mostra di sé in natura. Sapevate che non cresce autonomamente, bensì che si tratta di una specie parassita, che ha bisogno di altre piante per sopravvivere? Scopriamo qualcosa in più sul vischio, sulle sue tradizioni e sul modo in cui farlo crescere.

Vischio, le caratteristiche della pianta

Il vischio (Viscum album) è una pianta cespugliosa appartenente alla famiglia delle Santalacee, che include numerose specie parassite. Che cosa significa? Queste varietà non sono in grado di sopravvivere autonomamente, motivo per cui crescono sui rami di una pianta ospite, da cui traggono linfa vitale per proliferare. Il vischio, in particolare, predilige le conifere e alcune latifoglie, come i pioppi, i salici, gli aceri, le betulle, i tigli e i meli. Le sue bacche, trasportate dagli uccelli che se ne cibano, finiscono tra le intercapedini dei rami di una di queste piante e i semi contenuti al loro interno iniziano a germogliare.

All’aspetto, il vischio è un cespuglio dai fusti che possono raggiungere il metro di altezza, con numerose ramificazioni. Le sue foglie sono oblunghe e di colore verde giallastro, mentre i fiori sono molto piccoli e decisamente poco appariscenti. Più belle e scenografiche sono le bacche, piccole sfere dal colore bianco o giallastro translucido, al cui interno si trovano semini immersi in una polpa gelatinosa. Sono i frutti del vischio, che compaiono in inverno: in questo periodo, quando la pianta ospite perde la sua chioma, è facile notarli mentre si passeggia in un bosco.

Le tradizioni legate al vischio

Come l’agrifoglio e il pungitopo, anche il vischio è una pianta strettamente legata al Natale: lo è per via delle sue bacche, che compaiono proprio all’inizio dell’inverno, e perché ormai una tradizione secolare ci spinge a considerare questo arbusto un vero portafortuna da usare come decorazione natalizia. Sono infatti molte le usanze che vedono il vischio come protagonista. La pianta, in passato, simboleggiava la fertilità maschile ed aveva un aspetto quasi divino, dal momento che cresceva tra cielo e terra. In epoca romana si attesta il primo utilizzo come simbolo protettivo: i cittadini lo appendevano sopra le porte per difendere le loro case.

Nel Medioevo, veniva ancora associato alla fertilità e, contemporaneamente, veniva usato per proteggersi da streghe e demoni. Solamente attorno al XVIII secolo, il vischio è diventato un simbolo del Natale: impiegato come decorazione, è ad esso associata una tradizione simpatica che si tramanda ancora oggi. Stiamo parlando del famoso bacio da scambiarsi sotto un ramoscello di vischio durante il periodo natalizio, un’usanza nata in Inghilterra e poi diffusasi in epoca vittoriana, raggiungendo quasi ogni angolo del globo. Un tempo, quando le effusioni in pubblico erano pressoché proibite, questa era l’occasione per concedersi un bacio senza “scandalo”.

Si diceva che rifiutare il bacio di un uomo in piedi sotto il vischio fosse un gesto in grado di attirare grande sfortuna. Al contrario, due innamorati che suggellavano la loro relazione sotto un ramoscello di questa pianta avrebbero goduto di un amore eterno: il vischio è diventato così un simbolo portafortuna, da sfoggiare assolutamente durante le festività di Natale. E ancora oggi moltissime persone credono ai suoi “poteri magici”, appendendone qualche ramoscello alle porte e poi scambiandosi un tenero bacio con i propri partner per augurarsi un amore fortunato.

Come usare il vischio

In quanto simbolo del Natale, il vischio è una delle piante ornamentali più usate durante il periodo invernale per decorare case e giardini. I suoi ramoscelli ricchi di bacche candide vengono appesi alla porta d’ingresso per scacciare la malasorte, oppure vengono disseminati in casa per poter poi permettere agli innamorati di scambiarsi un bacio al di sotto di essi, così da assicurarsi amore eterno. Pur senza essere legato alla tradizione portafortuna che arriva dall’antichità, il vischio viene usato come addobbo in simpatici ciuffetti da appendere all’albero di Natale, ma anche per creare ghirlande o altre decorazioni da sistemare all’aperto (si tratta infatti di una pianta molto resistente al freddo).

In passato, il vischio veniva impiegato anche come rimedio naturale per curare molteplici disturbi: ancora oggi, trova spazio in erboristeria – sotto forma di tinture o di infusi – per combattere l’ipertensione e l’arteriosclerosi. È tuttavia importante notare che, attualmente, non esistono studi che dimostrino le proprietà terapeutiche di questa pianta, in particolar modo per via dei suoi possibili effetti collaterali. È stata infatti causa di numerose reazioni allergiche, e da essa è stata isolata una proteina citotossica. Le sue bacche, infine, sono velenose e in concentrazione elevata possono essere addirittura letali.

Come far crescere il vischio

Il vischio cresce spontaneamente come parassita su alcune piante che sono molto diffuse nel nostro Paese. Se avete delle querce o degli alberi decidui, con un po’ di fortuna potreste trovarne qualche arbusto addirittura nel vostro giardino. Nel caso in cui, tuttavia, non fosse presente, potete sempre farlo crescere voi, forzandone la germogliazione. Come fare? Procuratevi innanzitutto alcuni ramoscelli di vischio e prendetene le bacche più mature. Scegliete ora la pianta che potrebbe ospitare il piccolo arbusto, tra quelle che – come abbiamo visto – sono più adatte.

Trovate una piccola intersezione tra i rami dell’ospite e infilate le bacche al di sotto della corteccia, meglio ancora se in un punto dove si trova del muschio o dei licheni. Dovrete ora aspettare almeno un paio d’anni affinché compaia un primo rigonfiamento là dove avevate posizionato le bacche: occorre pazienza prima di vedere il vischio diventare un bell’arbusto che fa capolino tra i rami della pianta ospite. A questo punto, non dovrete fare nient’altro che tenere sotto controllo la sua crescita. È infatti possibile che il vischio, come parassita, prenda il sopravvento e rischi di far morire la pianta su cui si sviluppa. Ricordatevi dunque di sfoltire regolarmente il cespuglio o eliminarlo completamente se l’ospite dovesse iniziare a dare segni di sofferenza.