Federico Fashion Style a Verissimo dopo l’aggressione: “Trauma cranico”

Federico Lauri ha raccontato l'aggressione subita in treno e il momento difficile che sta vivendo

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista, redattore e copywriter. Ha accumulato esperienze in numerose redazioni, scoprendo la SEO senza perdere il suo tocco personale

Federico Fashion Style, nome d’arte di Federico Lauri, ha subito un’aggressione omofoba molto violenta. Un episodio che lo ha toccato nel profondo, ferendolo forse più nell’animo quanto nel fisico. Ne ha parlato sui social e più nel dettaglio a Verissimo.

Federico Fashion Style aggredito

Tutto è accaduto a bordo di un treno in partenza da Milano e in direzione Napoli. Era diretto in Campania per lavoro e, consapevole del fatto che era stato accumulato del ritardo, si era rivolto al capotreno per ottenere informazioni.

Alle sue spalle, però, un uomo che lui definisce “mostro” ha iniziato a riprenderlo con il cellulare. Tutto ha avuto inizio così. Alla richiesta di Lauri di smetterla, l’uomo ha prima negato l’evidenza e poi lo ha aggredito verbalmente.

“Mi ha detto che sono il pagliaccio d’Italia e che dovevo starmene seduto e in silenzio”. Dopo aver chiesto al capotreno di allertare la polizia a bordo, così da poter sporgere denuncia, l’uomo gli dice: “Vatti a mettere seduto, fr***o di merda”.

Da qui in poi la situazione è degenerata in tempi rapidi. Inutile il tentativo di farlo ragionare, dal momento che in poco Lauri è stato colpito con un pugno in pieno volto, seguito da strattoni e colpi vari: “Mi ha sbattuto il viso contro la cabina del macchinista. Non ricordo bene cosa sia accaduto. Hanno chiamato l’ambulanza e tutti lì mi proteggevano”.

L’aggressore, ha svelato Lauri, avrebbe dichiarato d’essere intervenuto per proteggere il capotreno, che il celebre parrucchiere stava aggredendo, a suo dire: “Il capotreno ha però testimoniato la verità”.

In ospedale accusava un fortissimo dolore alla testa e vomito. Si è sottoposto a una tac e un’altra lo attende la settimana prossima. Il referto medico ospedaliero è stato il seguente: “Trauma cranico facciale, con 15 giorni di prognosi”.

Come detto, però, il dolore maggiore è quello che ha provato dentro, che ancora non lo ha lasciato. Non è riuscito a lasciare casa di sera da allora. Di giorno, invece, si sente osservato dopo quanto accaduto. Si è però detto felice e sorpreso d’aver riscontrato un grande supporto online.

La vita dopo il coming out

A un anno dal suo doloroso coming out, la vita di Federico Lauri è decisamente cambiata. Quella scelta gli è costata cara, ha spiegato. Era però qualcosa che non poteva più tacere. Lui ha sempre saputo chi fosse, dice, ma stava con una persona che amava profondamente e ha dovuto prendere in considerazione tutto ciò che quell’annuncio avrebbe comportato.

“Avevo il mio istinto, nonostante noi avessimo un rapporto da fidanzati normali. Ho così deciso di dire a lei cosa sono”. Ha dunque detto che la madre di sua figlia era a conoscenza da tanto. Molto prima del grande annuncio pubblico.

Ha quindi voluto lanciare un messaggio importante e di libertà. Essere omosessuali non è una malattia, l’omofobia lo è, spiega. In tanti non si sentono liberi, perché pensano a cosa gli altri potrebbero pensare, come i propri genitori ad esempio.

La vita è bella e va goduta, io non l’ho fatto. L’avessi detto prima, ora non mi troverei in questa situazione drammatica, a causa anche della separazione che sto vivendo. Vedo mia figlia ma accadono cose surreali. Ho bisogno degli assistenti sociali e posso chiamare mia figlia al mattino alle 8 e alla sera alle 20”.

La separazione

L’intervista con Silvia Toffanin ha poi spinto Federico Lauri ad affrontare nel dettaglio il tema della sua separazione. La sua ex non gli sta rendendo la vita facile, come padre, spiega. Il suo punto di vista è molto chiaro. Non si capacita del fatto che in precedenza, quando erano ancora insieme, nulla gli avrebbe impedito di parlare con sua figlia anche 30 volte al giorno. Ora invece ha le sveglie sul cellulare perché in tutti gli altri orari, se non alle 8 e alle 20, non riceve risposta.

“Questa è una separazione prettamente legata all’aspetto economico. Se io le dessi ciò che vorrebbe, sarei la persona più buona del mondo. Io ho lasciato la mia casa, quella donatami dai miei genitori. Il giudice l’ha assegnata a mia figlia ed è rimasta chiusa in questi due anni. Lei dice infatti che non è agibile. A breve però ci sarà la sentenza di affidamento”.

Grande la sua amarezza e ci tiene a dare un messaggio di speranza ai tanti padri che vivono la sua stessa situazione. Ci tiene a ribadire come le madri siano avvantaggiate in qualche modo nei processi di separazione.

Dopo tutto ciò, si dice pronto a ricostruire un rapporto normale, soprattutto per il bene della figlia che condividono. Allo stato attuale è come vivere in un limbo che fa del male a tutti. Non riesce ad esempio neanche a prendere in considerazione l’idea di rifarsi una vita, ad oggi.

“Non è il momento perché sono in una fase della vita in cui penso a tutto, tranne che all’amore. L’unico amore che provo è per mia figlia, che voglio sia felice”.