Frutta secca e dieta: il paradosso dei grassi buoni

Ricca di grassi ma amica della linea: ecco cosa dicono gli studi su frutta secca, calorie e controllo del peso.

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Gaia Masiero

Editor specializzata in Alimentazione & Benessere

Digital Content Specialist, è autrice di articoli su alimentazione e benessere per i quali si avvale del supporto di nutrizionisti e dietisti.

Pubblicato: 30 Ottobre 2025 06:00

Croccante, saporita e piena di energia, la frutta secca è diventata una presenza fissa in molte diete, da quella mediterranea a quelle più fit che spopolano sui social. Celebrata da nutrizionisti e fitness influencer, è ormai considerata uno spuntino sano e intelligente, perfetto per calmare la fame e fare il pieno di nutrienti. C’è chi la sgranocchia in ufficio, chi la aggiunge allo yogurt, chi la mette nell’insalata o nel porridge del mattino. E poi ci sono i consigli virali, come quello che sostiene che mangiare qualche mandorla prima della pizza aiuterebbe a tenere a bada l’indice glicemico e quindi il peso. Ma allora, dov’è la verità? Come può un alimento così calorico, più di 600 calorie per 100 grammi, non far ingrassare? E soprattutto: chi sta cercando di dimagrire dovrebbe davvero continuare a consumarla o è meglio metterla da parte per un po’?

La questione delle calorie

È vero: la frutta secca è molto calorica. In media, 100 grammi di mandorle, noci o nocciole forniscono tra le 550 e le 650 calorie. Ma pensare che questo equivalga automaticamente a ingrassare è un errore. Numerosi studi hanno dimostrato che chi consuma regolarmente porzioni moderate di frutta secca tende ad avere un peso corporeo più stabile rispetto a chi la evita del tutto. Il motivo? Non tutte le calorie vengono realmente assimilate: parte dei grassi contenuti nella frutta secca resta intrappolata nelle pareti cellulari delle fibre e non viene completamente assorbita dall’organismo.

Il famoso potere saziante

Il suo potere saziante è tra gli argomenti più ricorrenti in tutte le diete. E, per una volta, non si tratta di una leggenda metropolitana: la frutta secca sa davvero aiutare a controllare la fame.
Il motivo è nella sua composizione unica: un equilibrio naturale tra grassi buoni, fibre e proteine vegetali che rallentano la digestione e mantengono stabile la glicemia. Questo significa meno picchi di zuccheri nel sangue e, di conseguenza, meno attacchi di fame improvvisi.  Mandorle, noci, nocciole e pistacchi, se consumati in piccole quantità, favoriscono la sensazione di sazietà prolungata, aiutando a gestire meglio i pasti successivi. Non a caso, molti nutrizionisti la inseriscono negli spuntini o la consigliano prima dei pasti principali proprio per evitare di arrivare a tavola troppo affamati.

Perché stare attenti

Come per molti alimenti buoni, il problema non è tanto cosa si mangia, ma quanto.
La frutta secca, infatti, è estremamente calorica: 30 grammi di mandorle o noci, la porzione consigliata per uno spuntino, apportano circa 180-200 calorie. Nulla di problematico se inserita in una dieta equilibrata, ma se le quantità aumentano, il rischio di superare il fabbisogno giornaliero diventa piuttosto concreto. Il confine tra snack salutare ed eccesso è sottile: una manciata in più davanti a una serie TV, qualche nocciolina mentre si cucina o una seconda aggiunta nello yogurt possono sembrare innocue, ma nel tempo fanno la differenza.

Meglio al naturale

Inoltre, alcune versioni di frutta secca industriale, tostata con oli, salata o ricoperta di zucchero, possono annullare i benefici e contribuire davvero all’aumento di peso, soprattutto se consumate con frequenza. Un altro punto da considerare è che, essendo molto densa di energia, la frutta secca non sostituisce altri gruppi alimentari: va pensata come un complemento, non come un extra che si somma a tutto il resto. Chi sta seguendo un regime dimagrante dovrebbe quindi inserirla con misura, preferendo quella al naturale, pesando le porzioni e, soprattutto, includendola nel proprio piano calorico giornaliero.

Perché è in tutte le diete

Può sembrare un paradosso, ma diversi studi hanno dimostrato che chi consuma regolarmente frutta secca tende a pesare meno di chi la evita del tutto. Il merito è della densità nutrizionale di questi alimenti: piccole quantità forniscono energia, grassi insaturi, fibre e micronutrienti (come magnesio, potassio, vitamina E e antiossidanti) che aiutano l’organismo a funzionare meglio e a mantenere il metabolismo più attivo. Inoltre, parte dei grassi contenuti nella frutta secca non viene completamente assorbita dall’intestino: una parte resta intrappolata nelle fibre, riducendo di fatto le calorie effettivamente utilizzate. Un altro vantaggio è psicologico: inserire un alimento considerato goloso ma sano aiuta a rendere la dieta più sostenibile nel lungo periodo, evitando sensazioni di privazione e riducendo il rischio di abbuffate compensatorie.

Ma allora fa ingrassare o no?

La risposta più corretta è: dipende da come e quanto se ne consuma. La frutta secca è un alimento ad alta densità calorica, ma anche ad alta qualità nutrizionale. Questo significa che contiene molti nutrienti in poco volume: grassi insaturi, proteine, fibre, vitamine e sali minerali. E proprio questa combinazione è ciò che la rende più alleata che nemica della linea. Diversi studi clinici e metanalisi hanno mostrato che il consumo regolare di frutta secca non è associato a un aumento di peso, e in alcuni casi può persino essere collegato a una riduzione del rischio di obesità. Uno dei motivi principali è che l’organismo non assorbe tutte le calorie contenute nei semi oleosi: parte dei grassi rimane intrappolata nella parete fibrosa delle cellule e viene eliminata senza essere metabolizzata. In più, il contenuto di proteine e fibre contribuisce a un forte effetto saziante, che aiuta a ridurre l’apporto calorico complessivo della giornata. Quando la fame è sotto controllo, è più facile limitare gli eccessi nei pasti successivi e mantenere un equilibrio energetico favorevole al dimagrimento.

Non bisogna però dimenticare che, come per qualsiasi alimento calorico, la quantità è la chiave. Una porzione ideale è di circa 25-30 grammi al giorno (una piccola manciata), consumata preferibilmente al naturale e inserita nel contesto di una dieta bilanciata. In questo modo, la frutta secca può diventare una fonte preziosa di nutrienti e un supporto al controllo del peso, non un ostacolo.

Fonti bibliografiche

  • Nut consumption and weight gain in a Mediterranean cohort: The SUN study, PubMed
  • Changes in nut consumption influence long-term weight change in US men and women, PubMed
  • Nut consumption and risk of metabolic syndrome and overweight/obesity: a meta-analysis of prospective cohort studies and randomized trials, PubMed
  • Nut consumption, weight gain and obesity: Epidemiological evidence, PubMed

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.